39mila casi di tubercolosi in Europa nel 2023: in aumento i contagi tra i giovani

I dati del report ECDC e OMS: l’aumento dei contagi e la crescente sfida della resistenza agli antibiotici: ogni anno sono 10 milioni i contagiati.
tubercolosi in europa

Preoccupante aumento dei contagi di tubercolosi tra bambini e ragazzi in Europa. I dati del “Tuberculosis surveillance and monitoring report 2025” realizzato dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pongono l’accento su un rallentamento nella lotta contro la malattia, segnalando anche l’aumento dei casi resistenti agli antibiotici.

La tubercolosi, malattia prevenibile ma persistente

Scoperta nel 1882 dal dottor Robert Koch, questa infezione batterica ha un impatto devastante in molte parti del mondo, dove continua a provocare milioni di casi e decessi ogni anno. 

Ogni anno, a livello mondiale, si stima che circa 10 milioni di persone contraggano la tubercolosi e che porti a oltre un milione di decessi. Sebbene la maggior parte dei casi possieda una forma curabile, circa 1,7 miliardi di persone nel mondo sono portatori latenti del batterio. In Europa, nonostante il calo dei casi dopo la pandemia, il numero di contagi è tornato a crescere, con preoccupazioni per l’aumento dei numeri tra i bambini e i giovani.

La tubercolosi si diffonde principalmente attraverso l’aria, ed è spesso associata a condizioni sociali difficili come malnutrizione, povertà e difficoltà di accesso ai servizi sanitari. Le persone con malattie croniche o con un sistema immunitario indebolito sono particolarmente vulnerabili. I casi di tubercolosi polmonare sono i più comuni e contagiosi, ma esistono anche forme extrapolmonari che colpiscono organi come linfonodi, ossa e cervello, che richiedono trattamenti specifici e prolungati.

La lotta alla tubercolosi in Europa

In Europa, nonostante i progressi significativi degli ultimi 20 anni, i recenti dati hanno mostrato segnali di stanchezza nel contrasto alla tubercolosi. Nel 2023, sono stati registrati 39.000 casi nei paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, con un aumento rispetto all’anno precedente. A preoccupare è l’incremento dei contagi tra i più giovani, con un aumento del 25% dei casi tra i bambini e ragazzi sotto i 15 anni. Anche i decessi sono in aumento, con 3.600 morti registrati nel 2023, rispetto ai 3.500 dell’anno precedente.

L’OMS ha sottolineato come l’attuale onere della tubercolosi e la crescita dei contagi tra i bambini evidenziano che i progressi contro questa malattia, purtroppo, sono fragili. Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa, ha affermato che “sconfiggere la tubercolosi non è un sogno, è una scelta”. La sua dichiarazione sottolinea l’urgenza di continuare a combattere contro una malattia che, sebbene prevenibile e curabile, continua a minacciare la salute pubblica.

Il ruolo della prevenzione e della cura 

La prevenzione della tubercolosi si basa su strategie di identificazione precoce, controllo dei contatti e gestione di farmaci preventivi per le persone con infezione latente. La cura della malattia richiede terapie prolungate, con l’utilizzo di diversi antibiotici specifici. I medici e gli specialisti, tra cui infettivologi, pneumologi e microbiologi, sono fondamentali nella gestione della malattia, sia in ospedale che a livello ambulatoriale.

Oltre alla cura e alla prevenzione, uno degli ostacoli principali nel combattere la tubercolosi è lo stigma associato alla malattia. La stigmatizzazione impedisce a molte persone di cercare assistenza tempestiva e di aderire alle terapie, ostacolando così gli sforzi per contenere la diffusione dell’infezione. Come sottolineato dal dottor Danilo Tacconi, esperto in malattie infettive, “combattere lo stigma è essenziale per raggiungere l’eradicazione della tubercolosi”. 

Le sfide globali e il ruolo dei finanziamenti nella lotta contro la tubercolosi

A livello globale, la tubercolosi ha ripreso la sua posizione come la principale malattia infettiva causa di morte, dopo che per tre anni era stata surclassata dal Covid-19. Le stime dell’OMS indicano che nel 2023 sono stati circa 11 milioni i casi di tubercolosi, con un aumento dei decessi a 1,25 milioni. Tuttavia, le politiche di riduzione dei finanziamenti per la sanità a livello internazionale, in particolare nei paesi a basso reddito, stanno minacciando i progressi contro la malattia.

Il Dottor Kluge ha avvertito che i tagli ai finanziamenti sanitari, in particolare nei 30 paesi con il maggiore carico di tubercolosi, stanno danneggiando i servizi essenziali: “ciò significa che la trasmissione della tubercolosi potrebbe passare inosservata, alimentando ulteriormente l’aumento di ceppi difficili da curare”. Questo scenario evidenzia la necessità di un impegno continuo e di nuovi partner internazionali per contrastare la tubercolosi e prevenire la diffusione di ceppi resistenti agli antibiotici.

Non solo in Europa

L’impatto della tubercolosi è particolarmente devastante nelle regioni più povere del mondo, dove le condizioni sociali e sanitarie complicano ulteriormente gli sforzi per contenere l’infezione. La lotta alla tubercolosi richiede un impegno costante da parte di governi, organizzazioni internazionali e comunità scientifica, con l’obiettivo di ridurre i casi e, infine, eradicare la malattia entro il 2030.

“Non possiamo arrenderci. Dobbiamo continuare la lotta contro la TBC e trovare nuovi partner che si uniscano a noi” ha concluso Hans Henri P. Kluge, sottolineando l’importanza di un’azione globale e coordinata nella lotta contro questa malattia prevenibile e curabile.

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