Alcol e cancro, la prevenzione parte dalle politiche pubbliche

Oltre 100.000 nuovi casi ogni anno in Europa legati al consumo di alcol. Gli esperti chiedono tasse, limiti e campagne di prevenzione per fermare una minaccia sottovalutata
Oltre 100.000 nuovi casi ogni anno in Europa legati al consumo di alcol. Gli esperti chiedono tasse, limiti e campagne di prevenzione per fermare una minaccia sottovalutata

Assumere alcolici, anche in minime quantità, aumenta notevolmente il rischio di ammalarsi di cancro. Questo quanto emerge dal Volume 20 dei Manuali dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro e rilanciato dalla Fondazione Umberto Veronesi che, riportando i dati, sottolinea come l’alcol sia cancerogeno, pesi sulle economie e gravi sulla società. Secondo i dati, solo nel 2020 l’assunzione di alcol ha causato oltre 111.000 casi di tumore in Europa, prevalentemente del colon-retto (33,1%), del seno (21,7%) e del cavo orale (11,1%). Numeri, dunque, che secondo gli esperti rendono l’alcol una vera e propria minaccia, spesso sottovalutata perché “culturalmente accettata”.

Un fattore di rischio “modificabile”

Così come il tabacco, l’alcol rappresenta un fattore di rischio “modificabile”. Gli esperti, infatti, hanno affermato che serie politiche sull’alcol «possono ridurne il consumo, e che ridurre o addirittura smettere di bere diminuisce il rischio di tumore. L’alcol causa almeno 7 tipi di cancro – ha affermato la dottoressa Elisabete Weiderpass, Direttrice della IARC – come quelli del cavo orale, della faringe, della laringe, dell’esofago, del fegato, del colon-retto e della mammella».

Il legame tra consumo di alcol e tumori è ormai riconosciuto. Ridurre o eliminare l’assunzione di bevande alcoliche diminuisce il rischio di sviluppare diverse forme tumorali, in particolare quelle dell’esofago e del cavo orale. Tuttavia, questa consapevolezza tra i cittadini resta ancora troppo bassa, e in molti Paesi le politiche di prevenzione sono frammentarie o poco efficaci.

Servono misure strutturali, non solo buone intenzioni

Per limitare il rischio di cancro associato al consumo di alcol, gli esperti richiedono interventi di sanità pubblica concreti. Aumentare la tassazione sull’alcol, introdurre regole più severe sulla pubblicità, ridurre le ore di vendita e limitarne la disponibilità: si tratta di strategie già sperimentate in alcuni Paesi e che, secondo l’OMS, possono ridurre la mortalità e i costi sociali legati al consumo di alcol. Ad esempio, nel 2018 i tumori legati al consumo di alcol hanno generato spese ingenti, pari a circa 4,58 miliardi di euro.

«La Regione europea dell’OMS – ha sottolineato il dottor Gundo Weiler – non può permettersi l’illusione che il consumo di alcol sia innocuo. Oltre a una migliore comprensione del reale impatto dell’alcol, ora disponiamo di molte più prove su come possiamo effettivamente ridurre i casi e i decessi per cancro attribuibili all’alcol nella nostra Regione. E la portata delle vite che possono essere salvate è impressionante: si parla di decine di migliaia».

Una complessa sfida culturale

Il consumo di alcol, anche in Italia, resta socialmente accettato e, a volte, anche incoraggiato. Per questo, secondo gli esperti, è necessario educare alla salute e introdurre regole chiare, campagne di informazione, controlli e politiche fiscali che scoraggino l’abuso di alcol. Una battaglia complessa perché, ricordano gli esperti, «l’alcol fa parte della nostra cultura e accompagna da sempre i momenti di festa e celebrazione. Tuttavia, ridurre l’alcol non significa rinunciare alle tradizioni, ma adattarsi alla realtà scientifica. L’alcol – concludono – è ormai riconosciuto come un cancerogeno a tutti gli effetti, e modificare il consumo è un modo per proteggere la salute, proprio come è già avvenuto con tabacco e inquinamento».

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di Bernardino Ziccardi

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