Oltre 14.000 casi durante il 2024, in diminuzione rispetto ai 15.000 del 2023, ma che vengono scoperti tardi, quando le probabilità di guarigione diminuiscono. Anche se casi e mortalità sono in calo, e i progressi delle terapie invece sono evidenti, il tumore allo stomaco continua a rappresentare una sfida importante per il Sistema Sanitario Nazionale. In Italia, infatti, meno di un quinto dei casi è scoperto in fase iniziale, quando le possibilità di guarigione sono elevate e la sopravvivenza a 5 anni sfiora il 90%. Pertanto, la prevenzione diventa un aspetto principale nella lotta al tumore.
L’importanza della prevenzione
A differenza di altri tumori, come quello del colon-retto, il carcinoma gastrico non ha programmi di screening che consentano una diagnosi precoce. «Per questo è fondamentale migliorare la prevenzione e il livello di consapevolezza dei cittadini su fattori di rischio e regole di prevenzione primaria» spiega Claudia Santangelo, presidente di ‘Vivere Senza Stomaco, Si Può ODV’. «Ciò riguarda aspetti come gli stili di vita sani, in particolare la dieta corretta ed evitare di fumare, fondamentale per evitare lo sviluppo della malattia».
Inoltre, è importante avere più diagnosi precoci e garantire a tutti i pazienti terapie appropriate, eliminando le differenze territoriali nell’accesso ai test diagnostici. Così, è necessario un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale nazionale per il carcinoma gastrico, che, però, non è stato previsto nel recente aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. «Chiediamo che sia istituito un PDTA nazionale per il tumore gastrico, affiancato da PDTA regionali armonizzati tra loro per migliorare l’assistenza» prosegue Santangelo. «Solo un PDTA nazionale può garantire la presa in carico multidisciplinare all’interno di centri di riferimento e l’interazione sistematica tra le figure professionali coinvolte».
Approccio multidisciplinare alle cure
Nel percorso di cure, per i pazienti affetti da tumore allo stomaco è richiesto un approccio multidisciplinare che, oltre a garantire una migliore qualità di vita, aumenta le possibilità di sopravvivenza. «Inoltre – continua Santangelo – è importante che sia garantito un supporto nutrizionale adeguato, fondamentale per affrontare il carcinoma gastrico, prima, durante e dopo il trattamento. Ci rivolgiamo alle istituzioni perché gli alimenti a fini medici speciali siano inseriti nei LEA, cioè nell’elenco delle cure garantite a tutti i cittadini. Sono integratori – conclude – che devono essere necessariamente assunti da chi è in preparazione durante la chemioterapia prima dell’intervento chirurgico o da chi lo ha appena subito. Ad oggi, l’accesso agli alimenti a fini medici speciali è ancora limitato con gravi disparità territoriali e, spesso, grava economicamente sui pazienti».
Ottimi progressi nelle terapie
Si stima che in Italia, nel 2024, siano oltre 14.000 casi di tumore allo stomaco, con una sopravvivenza a 5 anni che ha raggiunto il 32% (contro il 25% della media europea). In più, la mortalità negli uomini di età compresa tra i 20 e i 49 anni è calata quasi del 40%. «I progressi delle terapie sono evidenti» così Nicola Silvestris, Segretario Nazionale Associazione Italiana di Oncologia Medica. «La chirurgia rappresenta il trattamento principale ad intento curativo nei pazienti con tumore dello stomaco in stadio non metastatico. L’elevato tasso di recidive loco-regionali o a distanza dopo l’intervento chirurgico – conclude – ha portato a sviluppare un approccio multimodale nella malattia operabile, basato sull’impiego della chemioterapia prima e dopo la chirurgia, che attualmente costituisce lo schema di riferimento in questa popolazione di pazienti».
