L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha osservato, a partire da febbraio 2025, un nuovo aumento dei casi di COVID-19 in diverse aree del mondo. La percentuale di test PCR positivi è salita fino all’11% in alcune regioni, rispetto al 5% registrato nelle prime settimane dell’anno.
Questo incremento avviene in un contesto di minore sorveglianza diagnostica rispetto alle fasi precedenti della pandemia, il che potrebbe significare che i dati disponibili sottostimano la reale circolazione del virus. L’OMS continua a monitorare con attenzione la situazione, segnalando un quadro in evoluzione.
NB.1.8.1: la nuova variante sotto osservazione
Tra le novità più rilevanti di questo periodo vi è l’identificazione della variante NB.1.8.1, attualmente classificata dall’OMS come “variant under monitoring”. Rilevata inizialmente in Cina a gennaio 2025, si è diffusa rapidamente in altri Paesi tra cui Stati Uniti, Giappone e diverse nazioni del bacino del Mediterraneo.
NB.1.8.1 è una sottovariante di Omicron e presenta una serie di mutazioni nella proteina spike, tra cui F59S, L455S e Q493E. Queste modifiche genetiche potrebbero influenzare la capacità del virus di trasmettersi e di eludere la risposta immunitaria, anche se attualmente non vi sono evidenze che indichino un aumento della gravità clinica dell’infezione.
Secondo i dati aggiornati a metà maggio, NB.1.8.1 rappresenta circa l’11% delle sequenze virali analizzate a livello globale. La sua prevalenza è in crescita, soprattutto in Asia e in alcune aree del Mediterraneo orientale e del Pacifico occidentale.
L’OMS raccomanda prudenza
In risposta all’aumento dei casi e alla diffusione della variante NB.1.8.1, l’OMS ha invitato le autorità sanitarie a mantenere alto il livello di attenzione, soprattutto nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione: anziani, immunodepressi e persone con malattie croniche.
L’aggiornamento del ciclo vaccinale resta lo strumento principale per prevenire forme gravi di COVID-19. Le raccomandazioni comprendono anche l’uso della mascherina in ambienti chiusi o affollati, la sanificazione frequente delle mani e il monitoraggio dei sintomi. In presenza di febbre o disturbi respiratori, è consigliato evitare contatti sociali per proteggere le persone a rischio.
Fonte: ANSA