L’inquinamento atmosferico causa mutazioni al DNA come il fumo

Una ricerca ha scoperto che esiste un legame diretto fra il particolato fine e le mutazioni che provocano il cancro nei polmoni.
L'inquinamento atmosferico causa mutazioni al materiale genetico che provocano il cancro ai polmoni

L’inquinamento atmosferico nei non fumatori può causare mutazioni genetiche simili a quelle causate dal fumo di sigaretta in chi fuma. È questo il risultato di uno studio, pubblicato su Nature, che voleva comprendere come mai la quota di tumori polmonari diagnosticati in persone non fumatrici è in aumento. La Dott.ssa Maria Teresa Landi, epidemiologa e coautrice senior, ha dichiarato: «È un problema globale, urgente e in crescita». La scoperta parla da vicino anche a noi italiani: maglia nera in Europa per i tassi di malati over 25 di diabete mellito, ictus e cancro ai polmoni.

Il cancro ai polmoni rimane la principale causa di morte oncologica a livello mondiale. Ogni anno vengono diagnosticati circa 2,5 milioni di nuovi casi in tutto il mondo. Con la diminuzione del fumo in molte parti del mondo, inclusi Regno Unito e Stati Uniti, le persone che non hanno mai fumato rappresentano oggi una quota sempre più rilevante dei malati di cancro ai polmoni. Secondo le stime attuali, tra il 10% e il 25% dei tumori polmonari viene diagnosticato in questa categoria di persone. Quasi tutti questi tumori sono una forma chiamata adenocarcinoma.

La prova del legame fra inquinamento atmosferico e cancro

«La nostra ricerca dimostra che l’inquinamento atmosferico causa gli stessi tipi di mutazioni del DNA che normalmente colleghiamo al fumo di sigaretta» afferma al Guardian il Prof. Ludmil Alexandrov, autore senior dello studio presso l’Università della California a San Diego. L’indagine ha analizzato il codice genetico dei tumori polmonari rimossi da 871 non fumatori in Europa, Nord America, Africa e Asia. La scoperta che ne è conseguita è che tanto maggiore è la presenza di particolato fine (PM2,5) in una regione, tanto più numerose erano le mutazioni che favoriscono o promuovono il cancro nei tumori dei residenti.

In particolare, l’inquinamento da polveri sottili è stato collegato a mutazioni nel gene TP53, già in passato associato al fumo di tabacco. Le persone esposte a un maggiore inquinamento atmosferico presentavano anche telomeri più corti. I telomeri sono porzioni protettive di DNA situate alle estremità dei cromosomi, spesso paragonati ai cappucci delle estremità dei lacci delle scarpe. L’accorciamento prematuro dei telomeri è un segnale di una divisione cellulare più rapida, una caratteristica tipica del cancro ai polmoni.

Le altre scoperte della ricerca

L’indagine scientifica ha evidenziato un rischio significativo legato anche all’acido aristolochico, contenuto in determinati medicinali erboristici cinesi. Infatti, una specifica mutazione genetica rara altrove è stata individuata quasi esclusivamente nei tumori polmonari dei non fumatori di Taiwan. «È un dato che solleva nuove preoccupazioni su come alcune pratiche tradizionali, se non adeguatamente controllate, possano involontariamente aumentare il rischio oncologico» commenta Landi. Infine, lo studio cita anche la presenza di una firma mutazionale ancora sconosciuta, rilevata nei tumori dei non fumatori ma non in quelli dei fumatori. Si tratta di una traccia genetica che potrebbe indicare l’azione di agenti ambientali ancora non identificati o poco studiati.

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