Gli screening pediatrici per il diabete di tipo 1 e la celiachia sono efficaci, riescono a intercettare precocemente i casi a rischio e possono migliorare significativamente l’esito clinico dei pazienti. Questo quanto emerge dai primi risultati del progetto pilota D1CeScreen, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, che mira a individuare diabete e celiachia in fase precoce nei bambini, prima che si manifestino i sintomi.
I risultati
Il progetto è stato condotto in quattro Regioni italiane – Campania, Lombardia, Marche e Sardegna – e ha coinvolto 5.363 bambini nelle fasce d’età di 2, 6 e 10 anni, grazie alla collaborazione di 429 pediatri di libera scelta. I bambini si sono sottoposti a test capillari per rilevare la presenza di anticorpi specifici per diabete tipo 1 (DT1) e celiachia (MC). I dati raccolti mostrano una positività allo screening dello 0,97% per il DT1 e del 2,8% per la MC. I centri clinici di riferimento hanno ricevuto tutti i casi positivi per completare la diagnosi.
«Questi dati – sottolineano Marco Silano, responsabile dell’Iss del progetto per la parte sul DT1, e Umberto Agrimi, per la parte sulla MC – suggeriscono una prevalenza degli auto-anticorpi contro il DT1 paragonabile a quella di altri Stati europei, mentre per quanto riguarda la MC è possibile che ci sia un aumento rispetto alle stime fatte finora, che però potrà essere quantificato solo con uncampione più ampio e dopo la verifica diagnostica».
Ridurre le complicanze
Con il progetto si è voluto dimostrare che è possibile intercettare le due malattie autoimmuni più diffuse in età pediatrica, le quali colpiscono rispettivamente lo 0,3% (DT1) e poco più dell’1% (MC) dei bambini anche in soggetti asintomatici. Questo consente di attivare rapidamente programmi di follow-up e avviare interventi terapeutici tempestivi, con l’obiettivo di prevenire o ridurre complicanze gravi nel breve e lungo termine.
«Lo studio preliminare ha analizzato i principali fattori per l’implementazione dello screening a livello nazionale, evidenziando l’elevata disponibilità sia dei pediatri di famiglia sia dei laboratori analitici a partecipare al progetto, e ha inoltre mostrato l’efficacia dello screening nei soggetti asintomatici, favorendo l’attivazione di programmi di follow-up e interventi terapeutici tempestivi», concludono Silano e Agrimi.
Estensione nazionale
«Questi dati – spiega Giorgio Mulè, promotore della legge 130/2023 che ha istituito lo screening nazionale – danno il senso del successo di un lavoro che ha unito la comunità scientifica, i pazienti, l’amministrazione. Si chiude oggi ufficialmente una tappa fondamentale, cioè capire cosa mettere nella ‘cassetta degli attrezzi’ dello screening. Di pari passo si è lavorato a costruire lo screen nazionale che partirà a fine 2025 o a inizio 2026. Possiamo dare il calcio d’inizio attraverso un decreto attuativo che ha garantito la dotazione finanziaria che ora è alla Conferenza Stato Regioni. A settembre tutti i treni saranno in fila pronti per avviare lo screening nazionale».
Per saperne di più: Il Progetto D1Ce Screen