È diventato famoso per le sue visite a sorpresa a Pronto Soccorso e alle strutture sanitarie del Piemonte. “Visite non ufficiali e non annunciate che non hanno come obiettivo trovare pecche o cogliere in fallo. L’esatto contrario – spiega l’Assessore regionale alla Salute Federico Riboldi –. Servono a mettersi nei panni delle persone che accedono ai servizi. Trovano parcheggio? È facile orientarsi tra i padiglioni? C’è luce naturale nelle aree di attesa? Si può pagare un caffè con il bancomat ai distributori automatici? Posso aspettare assieme al mio caregiver o familiare? Questi, e altri piccoli comfort, attenzioni e dettagli di progettazione, fanno la differenza tra uno spazio di cura e uno spazio che ha cura. Una differenza che cambia la qualità dell’esperienza, riduce lo stress, mitiga la tensione e costruisce fiducia”.
70 parametri per umanizzare i Pronto Soccorso

Da queste visite è nato lo spunto per l’elenco di 70 parametri che la Giunta regionale ha approvato a giugno e che i Direttori Generali delle ASL piemontesi hanno tre mesi di tempo per mappare nelle realtà esistenti, con l’obiettivo di implementarli dove strutturalmente possibile e renderli obbligatori nelle nuove costruzioni attese dal boom dell’edilizia sanitaria piemontese; che prevede, tra l’altro, 91 nuove case di comunità, 46 centrali territoriali e 11 nuovi ospedali.
Un progetto co-creato con i sanitari
“L’elenco dei parametri– riprende Riboldi – è stato stilato dai Direttori dei dipartimenti di Emergenze ed Urgenza coordinati dal dottor Federico Nardi. Ci tengo a sottolinearlo: il tipo di Pronto Soccorso che stiamo costruendo è il tipo di reparto nel quale medici, infermieri e operatori desiderano lavorare. A questi professionisti dobbiamo un’attenzione particolare perché prestano il loro servizio in una delle aree più critiche della sanità. Dar loro la possibilità di co-creare il cambiamento non è sola la scelta più intelligente, data la loro competenze ed esperienza diretta, è anche la più giusta”.
Lo stato dei PS piemontesi: dove siamo e dove volete arrivare?
“I Pronto Soccorso in Piemonte sono adeguati, se ben utilizzati. Ovvero, se vengono gestiti con appropriatezza gli ingressi e le selezioni, se la sanità territoriale diviene livello di cura e non solo ‘anticamera’ dell’ospedale e se gli spazi vengono resi più accoglienti e meno stressanti. Su quest’ultimo punto i 70 parametri individuati possono fare molto e lo possono fare con interventi perfettamente sostenibili dal punto di vista organizzativo e finanziario.
Aggiungere il wi-fi, rendere chiaro il percorso, climatizzare gli ambienti, permettere di ricaricare lo smartphone, aggiungere cartelli in diverse lingue non cambiano l’esperienza del PS, presi singolarmente. Ma decine di migliorie, realizzate assieme, portano un cambiamento radicale, rendendo i PS più sicuri per chi ci lavora e il tempo speso dalle persone meno faticoso o angosciante. Umanizzare significa progettare tenendo conto delle emozioni, della fatica, del bisogno di chiarezza e semplicità delle persone. 20 anni fa, quando ho iniziato la mia carriera nella pubblica amministrazione, non se ne parlava ancora. Oggi, è al centro della nostra politica sanitaria. E stiamo andando nella direzione giusta”.