Il servizio sanitario nazionale inglese sta per lanciare un vaccino contro la gonorrea. A riportare la notizia di quest’iniziativa, la prima al mondo per quest’infezione sessualmente trasmissibile, è il Guardian. Quest’iniziativa è dovuta al record di casi mai registrati dal 1918, anno di inizio della sorveglianza sulla malattia: nel 2023 superavano quota 85.000, triplicando il dato del 2012. Difatti, la gonorrea è attualmente la seconda malattia sessualmente trasmissibile più comune sia nel Regno Unito sia in Europa dove è preceduta dalla clamidia.
Il (non) nuovo vaccino (anche) per la gonorrea
Non è stato inventato alcun nuovo vaccino per la gonorrea ma verrà utilizzato il 4CMenB, fino a oggi utilizzato per trattare solamente il meningococco di tipo B. Gli studi hanno accertato la sua efficacia fra il 32,7% e il 42% quindi, nonostante non possa debellare del tutto la gonorrea, contribuirà a diminuire un contagio che sta provocando molta preoccupazione nel paese. Ciò è dovuto anche al fatto che aver contratto una volta la malattia offre poca protezione nei confronti di nuove infezioni.
La gonorrea, In passato chiamata “scolo”, è una delle infezioni sessualmente trasmesse più comuni a livello globale. È causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, che prospera in ambienti caldi e umidi come l’uretra nell’uomo, le vie uro-genitali nella donna e la mucosa anale. Per gli uomini causa infiammazioni al pene e dolore durante la minzione, mentre nelle donne può causare infertilità, oltre a dolore e secrezioni vaginali.
I numeri
Il Regno Unito non è l’unico ad avere un serio problema con la gonorrea. Il numero di individui affetti dall’infezione in Europa è in costante aumento dal 2014 a oggi, a esclusione del 2020 per via del contesto pandemico. I casi accertati in Italia sono stati 2.355 nel 2023. Gli individui fra i 20 e i 35 anni sono i più contagiati. Inoltre, il 58% dei casi europei riscontrati riguarda uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini.
Gli studiosi pensano che questo continuo aumento sia dovuto a pratiche sessuali poco sicure, come ad esempio l’utilizzo sempre minore dei preservativi. In Italia, ad esempio, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità dichiarano che l’utilizzo di questo tipo di contraccettivo è in costante diminuzione dal 2010. La migliore mossa rimane quella della prevenzione attuando rapporti sessuali protetti.
Il report epidemiologico annuale stilato dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) afferma che c’è l’urgente bisogno di rafforzare le attività di prevenzione e incrementare la frequenza di test per coloro che sono maggiormente esposti a tale malattia, come i giovani. Lo stesso documento consiglia di affiancare all’approccio tradizionale campagne di prevenzione sia sui social media sia sulle app di dating.