Alimentazione dei bambini: il rapporto della Fondazione Aletheia

“Un pasto equilibrato rappresenta un mattone cruciale nella costruzione del futuro delle giovani generazioni e della società che verrà”. Con questo incipit la Fondazione Aletheia ha deciso di sensibilizzare la popolazione italiana sul tema della corretta alimentazione, focalizzando l’attenzione sul rapporto cibo-bambini.
Alimentazione bambini

L’alimentazione, dei bambini in particolare, rappresenta un pilastro educativo sul quale fondare le generazioni future. Questo emerge dal report “Cibo e bambini” pubblicato dalla Fondazione Aletheia.

Oggi l’offerta alimentare mondiale, soprattutto nei paesi a medio-alto reddito si è arricchita notevolmente, integrando cibi ultra-processati, facili da cucinare e soprattutto a lunga conservazione. Arricchire però la varietà di pasti da consumare non è sinonimo di salute, né tantomeno, di prevenzione delle malattie.

Al contrario: “nella società odierna, caratterizzata da una sovrabbondanza di risorse alimentari e da un facile accesso diffuso a cibi ipercalorici e trasformati, la malnutrizione per eccesso è diventata sempre più prevalente, portando ad un aumento dei tassi di sovrappeso e obesità.”

In Italia, i costi legati all’obesità superano i 13,3 miliardi di euro all’anno. Di questi, il 59% è dedicato alla cura di alcune malattie correlate come quelle cardiovascolari, il diabete, tumori e altri interventi di chirurgia.

Il binomio è presto fatto: una corretta alimentazione nei bambini e negli adolescenti si traduce in una crescita sana. Questa alchimia, se implementata dai primissimi anni di vita del bambino, si traduce in una corretta crescita fisica e cognitiva, essenziale per il rafforzamento del sistema immunitario e per la prevenzione delle malattie metaboliche.

Dati

Il tasso di obesità dalla infanzia all’adolescenza, nel 2022 è stato quattro volte superiore a quello del 1990. Attualmente, a livello mondiale l’8,2% dei bambini tra i 5 e i 19 anni è affetto da obesità, con una percentuale più elevata per la fascia 5-9 anni (10,2%) rispetto a quella 10-19 (7,2%).

Confrontando i dati delle Regioni confluenti nell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), notiamo che in Europa il tasso di obesità nella fascia d’età 5-19 anni, è contenuto rispetto ad altri continenti:

PercentualeRegioni OMS
4%Africa
4.6%Sud-Est asiatico
8%Europa
10.8%Pacifico Occidentale
11.9%Mediterraneo Orientale
17%Stati Uniti

Isolando i dati europei, i paesi più “obesi”, sempre nella fascia d’età 5-19 anni sono l’Ungheria (14.8%), Cipro (14.1%) e Finlandia (12.6%), mentre l’Italia si posiziona al tredicesimo posto con una percentuale pari al 9.6%.

Scendendo di un livello, il rapporto della Fondazione Aletheia ha analizzato i dati pubblicati dall’ISTAT relativi al sovrappeso. Più del 27% dei minori, nella fascia d’età 3-17 anni, si trova in una condizione di sovrappeso. Tuttavia, il dato è in calo rispetto agli ultimi 10 anni, sintomo di una sensibilizzazione e attenzione maggiore da parte delle famiglie.

Eppure, solo una quota minima di ragazze/i tra i 3 e i 19 anni seguono quotidianamente una dieta sana, intesa come consumo di almeno quattro porzioni di frutta e verdura al giorno. È utile ricordare, a tal riguardo, che negli ultimi venti anni il consumo di frutta è passato dal 14% all’11.2% degli adolescenti. A questi dati si aggiunga il fatto che i legumi (alimenti essenziali per un regime alimentare equilibrato), vengono consumati meno di una volta a settimana da 37% dei bambini nel 2023, percentuale in diminuzione rispetto al 38.4% del 2019.

Ulteriori dati che meritano di essere approfonditi riguardano le abitudini generali dei bambini, durante le loro giornate:

  • Più di un bambino su 10 salta la colazione;
  • Un bambino su 4 assume ogni giorno bevande zuccherate e gassate;
  • Più di un bambino su 2 consuma snack dolci oltre i 3 giorni a settimana e più di 1 su 10 snack salati.

Alimentazione dei bambini e attività fisica

È risaputo che l’attività fisica contribuisce in maniera determinante alla prevenzione delle malattie, eppure la percezione dei genitori, spesso tende a sovrastimare la quantità e qualità delle attività fisiche svolte dai propri figli.

Prendendo a riferimento uno studio pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2019, il 59.1% dei genitori di bambini poco attivi riteneva che i propri figli svolgessero un’adeguata attività fisica, dato che sale leggermente nel 2023 al 59.6%, nonostante l’aumento del tempo trascorso davanti agli schermi: i bambini che superano le due ore giornaliere tra TV, videogiochi, tablet e cellulare passano dal 44.5% al 45.1%. Bisogna assolutamente sostituire una quota del tempo suddetto con attività formative, ludiche, tutte incentrate a diffondere una corretta alimentazione nei bambini.

Alimentazione dei bambini e cibi ultraformulati

La tendenza che si sta diffondendo negli ultimi anni riguarda il consumo di cibi ultraformulati (UF), alimenti contenenti conservanti, aromi artificiali, stabilizzanti, emulsionanti, e altre sostanze in grado di esaltare la gradevolezza al gusto.

Si tratta di prodotti a lunga conservazione, riscaldabili e consumabili in breve tempo, e soprattutto a lunga conservazione.

L’aumento di cibi UF tra i bambini sta diventando sempre più frequente, tanto che in Europa, tali alimenti rappresentano il 27% delle calorie giornaliere. Il che si traduce in un aumento del rischio di malattie croniche non trasmissibili, tra cui obesità, diabete, malattie cardiovascolari e disturbi neurocomportamentali.

A tali rischi si associano anche modificazioni sul sistema immunitario, a tal punto da attivare percorsi pro-infiammatori, aggravando le condizioni allergiche, o contribuendo allo sviluppo di vere e proprie malattie di natura allergica nei bambini.

Il ruolo delle mense scolastiche

A salvaguardare i bambini dai potenziali rischi finora descritti, contribuiscono le mense scolastiche, visto che in tutto il mondo 418 milioni di bambini beneficiano quotidianamente dei pasti scolastici, 30 milioni in più negli ultimi 5 anni.

Gli investimenti dei governi nazionali per programmi di alimentazione scolastica (soprattutto riguardo l’alimentazione nei bambini) ammontano globalmente a circa 48 miliardi di dollari nel 2023 con un aumento del 12% rispetto al 2020. Le mense scolastiche oggi rappresentano uno strumento strategico per promuovere salute e uguaglianza sociale, e contribuiscono in maniera determinante a contrastare la malnutrizione, disuguaglianze sociali, sedentarietà e povertà educativa. Il pasto consumato a scuola è l’unico momento della giornata in cui è garantito un alimento equilibrato, caldo, completo e sicuro.

Le scuole, oltre ad avere un ruolo educativo in ambito culturale, lo hanno in ambito alimentare, in quanto insegnano ai bambini a scoprire  nuovi sapori, adottare corrette abitudini alimentari, tutto attraverso menù equilibrati, variegati e completi.

Anche la Commissione Europea nel suo Report on School meal programmes in the EU sottolinea l’importanza delle mense scolastiche nell’integrare attività educative, come laboratori di cucina e giornate tematiche, nei programmi scolastici.

Tuttavia, gli ambienti scolastici, nascondo una dicotomia al loro interno. Molti di essi hanno dei distributori automatici al loro interno, ed i cibi maggiormente acquistati rappresentano l’antitesi alle buone intenzioni già menzionate: snack dolci (77.2%), snack salati (75.5%).

Per arginare anche questo fenomeno, nel 2023 è stato condotto un progetto pilota che ha coinvolto tre istituti scolastici, i quali hanno modificato l’offerta alimentare presente nei distributori automatici, inserendo yogurt, frutta, chips non fritte e biscotti ipocalorici. Non a caso, i risultati di questa iniziativa hanno avuto subito riscontro, in quanto si è assistito ad una riduzione media dell’indice di massa corporea.

Conclusioni

Lo sviluppo fisico, intellettivo e sociale dei bambini è scandito da una rete familiare, educativa e sociale in grado di contribuire in maniera proattiva, fissando stili di vita contraddistinti da un’alimentazione sana, arricchita da attività fisica, adeguata al bambino ed alla sua età.

Sono questi i pilastri sui quali investire il nostro tempo, le nostre risorse. Sono fasi della vita da presidiare, inculcando stili alimentari con i quali prevenire le malattie.

Fare tutto ciò significa anche sensibilizzare i media, definendo limiti alla pubblicità nelle fasce orarie in cui i bambini e gli adolescenti sono i fruitori maggiori. Ma soprattutto è fondamentale educare le famiglie affinché adottino regimi alimentari completi e variegati, favorendo il consumo di frutta e verdura.

La prevenzione delle malattie deve diventare una componente dell’educazione dei bambini. Educazione che deve continuare nei luoghi scolastici. Educazione alimentare che si trasforma, in età adulta, in stile di vita sano.

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