Come combattere il cancro al colon: screening e attività fisica

Due diversi studi recentemente pubblicati hanno dimostrato l’efficacia di una diagnosi precoce e dello sport
Due diversi studi recentemente pubblicati hanno dimostrato l’efficacia di una diagnosi precoce e dello sport

In Italia, ogni anno, sono 50.000 le diagnosi di cancro al colon-retto. Due ricerche appena pubblicate su Jama e New England Journal of Medicine hanno attestato il valore di uno screening precoce e dell’attività fisica. Questi studi certificano molti benefici derivati da queste due pratiche, sia in fase di prevenzione che a seguito di un intervento perfettamente riuscito.

Screening dai 45 anni

Dal 2021 la Task Force dei Servizi Preventivi degli Stati Uniti (USPSTF) raccomanda di fare la prima colonscopia alla ricerca di lesioni pre-cancerose dai 50 anni. L’analisi condotta da Jeffrey Lee ha raffrontato oltre 12.000 individui della fascia d’età 45-49 anni e i risultati sono in linea con quelli della fascia dei 50-54enni. In quest’ultimi si riscontra un adenoma nel 40,8% dei casi e un adenoma avanzato nel 4,1%; per i 45-49enni le rispettive percentuali sono 35,4% e 3,8%. Un adenoma al colon è una crescita di tessuto sulla parete interna del colon, che può trasformarsi in un tumore maligno se non rilevato tramite colonscopia. Per questo pratiche virtuose come quella attuata dall’Emilia-Romagna che ha esteso il proprio programma di screening al colon sono da replicare.

Il cancro al retto se diagnosticato precocemente ha tassi di sopravvivenza che superano il 90%. Con una diagnosi tempestiva si rimuove chirurgicamente l’adenoma e una terapia adiuvante elimina le cellule residue. Tuttavia, si tratta di una malattia subdola in quanto raramente manifesta sintomi fino a quando non arriva a stadi avanzati. Da ciò si evince il valore di un controllo preventivo anche quando in realtà ci sentiamo in perfetta salute. Infatti, maggiore è il tempo che si lascia all’adenoma per maturare e maggiore è la possibilità che anche dopo un intervento riuscito ritorni. In tal caso si rende necessaria una chemioterapia, che ha molti effetti collaterali.

L’importanza dello sport

La ricerca condotta da ricercatori australiani e canadesi riporta che lo sport allontana la recidiva del cancro al colon. I quasi 900 pazienti sono stati divisi in due gruppi: il primo insieme è stato sottoposto a un regime di esercizio fisico di tre anni diretto e supervisionato da dei professionisti, il secondo ha semplicemente ricevuto del materiale informativo per promuovere uno stile di vita sano. I partecipanti allo studio affiliati al primo gruppo hanno mostrato una sopravvivenza libera da malattia più lunga. Per sopravvivenza libera dalla malattia si intende il lasso di tempo trascorso senza ricadere in una recidiva, assistere alla nascita di un nuovo tumore o decedere.

Perciò, l’attività fisica post-trattamento migliora sensibilmente gli esiti oncologici, ma non deve essere presa sotto gamba. Infatti, si sono verificati più frequentemente eventi muscoloscheletrici nei pazienti del primo gruppo che in quelli del secondo: 18,5% contro l’11,5%. Dopo un trattamento violento come quello della chemioterapia il corpo rimane molto provato e quindi è necessario calibrare il carico ginnico con la massima attenzione. Rimane però un rischio che vale la pena di correre secondo i ricercatori, visto che chi pratica attività sportiva abbassa del 37% la probabilità di morte.

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