In provincia di Verona, la Breast Unit della AULSS9 Scaligera non è un reparto. “È un processo – spiega la Direttrice Giovanna Romanucci. È un coordinamento che abbraccia l’intero percorso della paziente e tutti gli specialisti e le specialiste coinvolte; ha lo scopo di condividere il PDTA in equipe e di non lasciare mai sola la donna, dallo screening ai follow up che seguono la dimissione”.
Come funziona la Breast Unit della AULSS9 Scaligera?
Il percorso inizia con il servizio di screening o di senologia clinica. Se la mammografia di screening in tomosintesi (o mammografia 3D, accurata perché prende in considerazione anche il volume e non solo l’immagine in 2D della mammella) presenta un’anomalia, la paziente viene richiamata per un accertamento di secondo livello al quale segue una biopsia il giorno stesso. L’accertamento bioptico immediato avviene anche per le pazienti che accedono in regime di senologia clinica. L’esito della biopsia viene discusso in equipe da tutti gli specialisti che verranno coinvolti nei diversi livelli del percorso terapeutico. Si concerta un PDTA secondo le linee guida ma personalizzato per ogni singolo caso e si comunica la diagnosi assieme al percorso terapeutico scelto.
Quale è l’impatto della Breast Unit per la paziente e per l’outcome clinico?
Nel 2025 è essenziale essere seguiti da una Breast Unit in caso di neoplasia della mammella perché è scientificamente dimostrato che le Breast Unit migliorano la possibilità di sopravvivenza. La sopravvivenza a 5 anni delle nostre pazienti che fanno prevenzione – cioè che sono diagnosticate in screening – è di circa il 95%.
Inoltre, le Breast Unit fanno risparmiare molto tempo perché pianificano e calendarizzano ogni intervento necessario senza soluzione di continuità. Questo risparmio di tempo è importante soprattutto dal punto di vista umano, perché argina il senso di smarrimento delle pazienti. Noi non abbandoniamo mai le donne, ma, al contrario, riduciamo al minimo l’interludio tra l’anomalia mammografica e la diagnosi offrendo nel contempo anche la prospettiva del percorso di cura. Per questo gli interventi di chirurgia mammaria sono saliti da circa 150 nel 2016 a più di 500 nel 2025.
Che sforzo organizzativo è richiesto?
Alto e quotidiano. Nel caso della AULSS 9, trattiamo la paziente nell’ospedale più vicino a casa. Abbiamo 7 siti di diagnosi e 3 di cura ed oltre 100 professionisti sanitari coinvolti nei diversi reparti. Per fortuna ci aiuta la tecnologia: con le videocall da remoto è molto più facile riunire e coordinare l’equipe. Quello della Breast Unit è un processo tra pari, non c’è un reparto che guida; il merito della Breast Unit è far sì che il processo continui a scorrere.
Quali elementi della vostra esperienza possono essere utili per altri territori?
L’inclusione all’interno della Breast Unit del percorso di screening mammografico. Non è scontato in tutte le Breast Unit in Italia ma è altamente consigliato. In primo luogo, perché annulla un vuoto organizzativo tra lo screening e la successiva presa in carico nel quale la paziente si può sentire abbandonata e frastornata. In secondo luogo, perché l’attività di screening e di senologia clinica (oltre le 63000 le indagini preventive svolte dalla AULSS9 nel 2024) costruisce fiducia tra le donne e l’apparato assistenziale. Questa fiducia aiuta ad affrontare il momento difficile della diagnosi.
Ci aiuta anche un database informativo nel quale inseriamo tutti i dati delle pazienti e che, come anche la certificazione EUSOMA* ha confermato, ci permette di analizzare volumi, percorsi ed esiti con precisione. Tra le innovazioni figura, infine, un software AI che stiamo per implementare e che analizzerà le immagini mammografiche segnalando la priorità di quelle più a rischio ai due radiologi che effettuano indipendentemente l’analisi delle immagini”.
Per saperne di più
- *La Breast Unit dell’AULSS 9 ha ricevuto nel dicembre 2025 la conferma triennale della certificazione EUSOMA (European Society of Breast Cancer Specialists). Uno dei principali organismi scientifici europei che si occupano di tumore al seno. La certificazione EUSOMA viene rilasciata solo a centri in grado di soddisfare alti standard di qualità, dotati di un’unità che assiste le donne nel percorso senologico con un approccio multidisciplinare. Proprio come avviene nella Breast Unit dell’ULSS 9 Scaligera, formata da figure di diverse specialità e aree, fondamentali per garantire un intervento tempestivo e integrato.
- Il tumore alla mammella resta la neoplasia più frequente nelle donne. Negli ultimi anni, nonostante l’aumento dell’incidenza, il tasso di mortalità continua lentamente a scendere. Ciò grazie ad una diagnosi sempre più precoce grazie ai programmi di screening e a strumenti diagnostici sempre più sofisticati che, insieme alle terapie mirate, hanno migliorato in modo significativo la prognosi.
- Giovanna Romanucci è:
Direttore Clinico Breast Unit e Responsabile UOSD Breast Unit AULSS9 Scaligera
Referente Diagnostico Programma di Screening Mammografico AULSS9 Scaligera
Referente Regionale Radiologi del Programma di Screening Mammografico
