Nonostante le recenti azioni messe in atto dal Segretario per la salute americano, l’azione di prevenzione delle malattie dei vaccini è di indubbia efficacia. Tuttavia, non basta sottoporsi alla vaccinazione per proteggersi, ma anche la puntualità nell’acquisizione delle dosi è fondamentale. Questo è quello che è emerso da due diverse ricerche. La prima, attuata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche con l’Istituto dei Sistemi Complessi e pubblicata sulla rivista Physical Review Research, ha elaborato un modello temporale per analizzare diversi scenari di distribuzione delle dosi e valutare l’impatto delle diverse strategie a livello di popolazione. La seconda indagine, condotta dall’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze e pubblicata su Eurosurveillance, ha studiato il caso della pertosse in Toscana, dimostrando come un ritardo nel sottoporsi al richiamo vaccinale mini l’efficacia dell’intero ciclo.
La tempistica come fattore chiave
Le agenzie di sanità pubblica devono stimare l’impatto epidemiologico delle campagne vaccinali per orientare le risposte di politica sanitaria. Per i vaccini che forniscono un’immunità soggetta a decadimento, la regolazione della tempistica delle dosi di richiamo influisce in modo significativo sulla dinamica della malattia nel lungo periodo. Lo studio ha rilevato che, quando i tassi di vaccinazione sono elevati, uno specifico schema di priorità tra la prima e la seconda dose ottimizza i risultati. Al contrario, quando i tempi di attesa sono lunghi, la strategia più efficace è massimizzare la copertura della prima dose.
Lo studio ha redatto un modello nominato S₃I₂. Il modello attesta come l’immunità decade nell’arco di diversi mesi ma soprattutto che le forniture di vaccini, anche se limitate, siano efficaci. «I risultati mostrano che, quando le risorse sono scarse e i tempi di attesa per le dosi sono lunghi, l’approccio più efficace è dare priorità assoluta alla prima dose, così da aumentare rapidamente la copertura vaccinale iniziale» spiega Francesca Colaiori, ricercatrice del Cnr-Isc. «Al contrario, in presenza di un tasso di vaccinazione più elevato e di una maggiore disponibilità di dosi, è vantaggioso cominciare a somministrare anche seconde dosi mentre ancora una parte della popolazione è in attesa della prima, con una priorità relativa che dipende dalle risorse disponibili. Una corretta strategia può spostare la soglia epidemica e, in alcune circostanze, persino sopprimere epidemie che con una pianificazione sub-ottimale sarebbero esplose».
Il caso della pertosse
La pertosse è un’infezione respiratoria diffusa e altamente contagiosa. Nel periodo tra metà 2020 e fine 2023, coincidente con le misure di distanziamento sociale per contenere la pandemia COVID-19, non si erano registrati casi. Tuttavia, all’inizio del 2024 si è osservato un aumento rapido e marcato della pertosse con un picco tra marzo e aprile. È un incremento di nove volte rispetto al 2016–2019, passando da una media annuale di 28,2 a 259 casi. Il 51,7% dei casi riguardava i ragazzi fra i 10 e i 16 anni, come successo anche in Danimarca, Francia e Spagna. La malattia può essere prevenuta con il vaccino e la Toscana segue il Piano Nazionale di Immunizzazione italiano. Questo raccomanda la vaccinazione contro la pertosse a 3, 5 e 11 mesi, con richiami a 6 anni, 12–18 anni e successivamente ogni 10 anni, in combinazione con difterite e tetano.
La Toscana ha un’alta copertura vaccinale per la pertosse. Nel 2023, il 97,7% dei bambini di 2 anni risultava vaccinato, più della media nazionale italiana del 94,8%. Tuttavia, anche in regioni con alta copertura vaccinale, la pertosse continua a circolare e possono verificarsi focolai. L’indagine ha dimostrato come, nonostante il tasso di copertura vaccinale fosse elevato, il ritardo vaccinale abbia influito in modo cruciale sul numero di ospedalizzazioni, facendole aumentare esponenzialmente fra i lattanti. Allo stesso tempo, anche per gli adolescenti è emerso un quadro simile. Infatti, nonostante fossero in regola con il calendario vaccinale, non erano “al passo” con lo stesso mancando della quinta dose prevista fra i 12 e i 18 anni.