La Regione Lazio ora si può avvalere di RANSan (Regional Area Network Sanitaria), una rete di trasmissione di dati sanitari di ultima generazione. È realizzata da LAZIOcrea ed è capace di collegare oltre cento nodi del servizio sanitario regionale. È un’infrastruttura interamente digitale, unica nel suo genere, che punta a semplificare il rapporto fra il medico e il cittadino mantenendolo continuo e proficuo.
L’obiettivo finale è quello di assicurare un servizio sanitario regionale d’eccellenza e di prossimità nelle province del Lazio. Per farlo è necessario l’azzeramento delle distanze digitali e tecnologiche delle piattaforme sanitarie, adeguando e potenziando i servizi, senza nessuna distinzione, a tutti i cittadini. Con questo imponente investimento, finanziato dai fondi europei, la Regione Lazio ha superato la disuguaglianza in ambito sanitario nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie digitali, sia per ragioni sociali che territoriali. L’Amministrazione regionale può, così, sostenere nuovi processi di cura e assistenza, interconnettendo i professionisti della sanità agli assistiti, a partire dai residenti dei territori più remoti del Lazio.
La rete di trasmissione di dati sanitari RANSan, realizzata dalla società in house LAZIOcrea, rappresenta, dunque, un’interconnessione e un’innovazione digitale essenziale per il servizio sanitario regionale. La rete si dimostrerà indispensabile per ridurre i tempi d’attesa, migliorare le diagnosi e rendere tempestive le cure. Lo sforzo si colloca nell’ottica di garantire il crescente potenziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza. Vittorio Gallinella, direttore dei sistemi infrastrutturali di LAZIOcrea, ci espone come funziona questa nuova infrastruttura digitale.

Quali sono le tecnologie alla base della rete RANSan e in che modo garantiscono sicurezza, velocità e affidabilità nella trasmissione dei dati sanitari?
«La tecnologia è in realtà molto semplice ma allo stesso tempo efficace: la rete utilizza chilometri di fibra spenta ed una architettura ad anelli a doppia via. Tutta la sanità laziale è collegata a fibra spenta, interconnettendo tutti i tipi di poli sanitari della regione fra di loro».
La fibra spenta è una connessione fisica in fibra che deve essere illuminata da apparecchi di trasmissione del segnale ottico. «Noi garantiamo l’autostrada ma le automobili ce le mettono chi fa i servizi» riferisce Gallinella.
L’architettura ad anello a doppia via è una topologia di rete in cui i dispositivi sono collegati ad anello con due direzioni di trasmissione separate. Ciò offre un ottimo grado di affidabilità, perché la presenza di due direzioni di trasmissione permette di mantenere la comunicazione anche in caso di interruzione di un tratto dell’anello. Se un’infrastruttura dell’anello subisce un guasto il traffico può essere reindirizzato mantenendo il servizio attivo. Inoltre, l’architettura ad anello a doppia via permette una maggiore velocità di navigazione e di aggiungere facilmente nuovi dispositivi all’anello, aumentando il livello di scalabilità. L’architettura ad anello a doppia via è semplice da configurare e gestire, consentendo un controllo efficiente della rete.
La Rete ha già prodotto miglioramenti concreti nei tempi di diagnosi e trattamento?
«La rete ha già dato i suoi primi frutti. All’ospedale Santa Rosa di Viterbo, ad esempio, ha permesso all’Azienda Sanitaria Locale di accelerare le diagnosi di ictus celebrali. I benefici apportati dalla rete di trasmissione di dati sanitari non si limiteranno alla Tuscia ma copriranno tutta la regione. Nello sforzo di adesione al Programma Sanitario Nazionale la rete RANSan gioca un ruolo fondamentale mettendo in contatto tutti i poli sanitari della regione. Teniamo presente che il Lazio è una regione sbilanciata perché c’è un oggettivo divario infrastrutturale fra Roma e il resto della regione; RANSan contribuisce ad appianare queste differenze quantomeno nel campo della Sanità».
Quali sono i prossimi sviluppi previsti nella strategia di trasformazione digitale dell’infrastruttura della sanità?
«I dati sanitari, in base alla classificazione dell’Agenzia di Cybersicurezza Nazionale, rientrano nella categoria dei dati critici. Nell’immediato, dal punto di vista infrastrutturale, la grossa sfida di Regione Lazio è quella di migrare i sistemi sanitari della Regione, e quindi sia i sistemi centralizzati che i sistemi delle ASL, delle Aziende Ospedaliere e dei Policlinici, sul Polo Strategico Nazionale. Questo comporta un grosso sforzo nell’adeguamento dei sistemi informativi e non solo, sostenuto economicamente dai fondi PNRR».