Il mondo sanitario a priori è definibile “rischioso”. Ne abbiamo consapevolezza ogni giorno operando sul campo o analizzando dati e report. Non si tratta certamente di un sistema ad alta affidabilità. Tutt’altro. A causa delle caratteristiche intrinseche ed estrinseche che covano innumerevoli insidie, ci troviamo di fronte ancora oggi al modello del formaggio svizzero di James Reason; un effetto domino in grado di bucare tutte le difese del sistema sanitario, tanto da generare una serie di errori o eventi che minano la fiducia degli utenti e, nella peggiore delle ipotesi, producono un evento sentinella capace di provocare la morte dei pazienti, un grave danno o un prolungamento della degenza.
Una delle testimonianze a supporto di quanto scritto finora è riscontrabile nella XV° edizione del report MedMal, a cura di Marsh Italia. Si tratta di un documento che presenta un’analisi quantitativa e qualitativa delle richiede di risarcimento danni di un campione di Aziende Sanitarie Nazionali, attraverso l’analisi dei sinistri da responsabilità civile verso terzi/prestatori d’opera.
Categorie di strutture coinvolte
- Presidi di primo livello (aziende che offrono assistenza sanitaria di base e servizi territoriali);
- Aziende Ospedaliere di secondo livello: strutture eroganti assistenza sanitaria specialistica, che includono servizi di terapia intensiva e prendono in carico pazienti complessi;
- Aziende Ospedaliere Universitarie: strutture che erogano servizi sanitari oltre a svolgere attività accademica e di ricerca;
- IRCCS: Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari; realtà ospedaliere emergenti, che trattano particolari patologie di rilievo nazionale.
Tipologia di azienda | Incidenza sul campione 2024 |
Primo livello | 24,41% |
Secondo livello | 64,89% |
Universitaria | 10,70% |
Richieste di risarcimento danni
L’analisi dei dati comprende tre classi di rischio:
- Rischio clinico: eventi avversi o presunti tali, ai quali possono andare incontro gli utenti nel loro percorso di cura. Questa sezione comprende sia i setting per acuti che le strutture territoriali;
- Rischio lavoratore: in questa categoria sono ricompresi tutti gli eventi che coinvolgono i professionisti sanitari e sociosanitari (infortuni sul lavoro, aggressioni, mobbing, malattie professionali);
- Rischio struttura: danni derivanti da elementi e caratteristiche strutturali presenti all’interno delle aree e servizi di competenza aziendale.
Nel grafico seguente (Figura 1) si può osservare come più dell’80% delle richieste di risarcimento danni riguardano le attività a favore degli utenti.

È evidente che la dimensione sulla quale si concentrano gli errori in sanità riguarda la sicurezza dei pazienti (definita nel report rischio clinico), proprio in virtù delle percentuali riportate in precedenza.
Tipologie di danno
Il report MedMal ha come database principale i sinistri connessi alla Medical Malpractice. All’interno di quell’82,3% che ha come protagonisti i pazienti, troviamo nell’ordine:
- Lesioni personali: 82,4%;
- Decesso: 17,2%;
- Danno a cose: 0,4%.
Calando poi tali percentuali nelle attività quotidiane di diagnosi, cura e assistenza vediamo quali sono le principali aree di rischio:

Errori in sanità nelle Unità Operative
Dal punto di vista delle tipologie di eventi avversi denunciati, possiamo notare, nella tabella che segue, la varietà degli errori verificatisi:
Chirurgia Generale | Ortopedia e Traumatologia |
Errore chirurgico 61,04% | Errore chirurgico 60,43% |
Errore diagnostico 8,94% | Infezione 11,18% |
Infezione 8,49% | Errore diagnostico 9,76% |
Errore anestesiologico 4,89% | Errore terapeutico 8,73% |
Errore terapeutico 4,47% | Caduta accidentale 1,72% |
Caduta accidentale 3,19% | Errore anestesiologico 1,65% |
Errore procedure invasive 2,90% | Altro 6,53% |
Errore assistenziale 1,70% | |
Altro 4,39% | |
Ostetricia e ginecologia | DEA/Pronto soccorso |
Errore da parto/cesareo 36,51% | Errore diagnostico 64,35% |
Errore chirurgico 29,15% | Errore terapeutico 18,00% |
Errore diagnostico 15,21% | Errore assistenziale 4,61% |
Errore terapeutico 4,16% | Caduta accidentale 4,30% |
Errore procedure invasive 3,14% | Errore procedure invasive 1,92% |
Infezione 2,63% | Livello di servizio 1,87% |
Errore anestesiologico 2,04% | Infezione 1,77% |
Errore assistenziale 1,53% | Altro 3,19% |
Altro 5,61% | |
Neurochirurgia | |
Errore chirurgico 67,05% | |
Infezione 10,39% | |
Errore diagnostico 6,82% | |
Errore terapeutico 5,35% | |
Errore anestesiologico 2,10% | |
Altro 8,29% |

La concentrazione di errori nelle strutture di Secondo Livello e negli IRCSS è correlabile al fatto che in tali setting assistenziali vengono eseguite procedure più complesse, esponendo di fatto le aziende a una “maggiore possibilità di errori, criticità organizzative, problematiche legate alla comunicazione e quindi a richieste di risarcimento”.
Analisi economica degli errori in sanità
Il corpo centrale del documento sopra menzionato riguarda i sinistri liquidati nel periodo 2013-2023.
Il costo totale dei sinistri relativi agli errori in sanità si aggira sul miliardo e 432 milioni di euro, il costo medio per sinistro corrisponde a circa 128.000 euro, mentre il liquidato medio è di circa 114.000 €
Approfondimento
Una volta esaurita la parte statistica, relativa alle aree di rischio dove si concentrano la maggioranza degli errori in sanità, il report prende in considerazione 2 focus riguardanti il tema delle infezioni correlate alle procedure assistenziali (ICPA) e le aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario.
Ogni anno, nell’Unione Europea circa 3,2 milioni di pazienti si ammalano per ICPA. Di questi, circa 37.000 muoiono a causa di conseguenze correlate a tali infezioni.
I costi diretti vengono stimati in circa 7 miliardi di euro. L’analisi del database dello studio Marsh, attraverso i dati del Ministero della Salute, unitamente alle denunce di sinistro con matrice ICPA, ha elaborato la seguente tabella:
Danneggiato | % |
Paziente | 93.8 |
Operatore | 6.2 |
Tuttavia, se aggiungiamo anche le infezioni da CoViD-19 lo scenario cambia radicalmente
Danneggiato | % |
Paziente | 61.9 |
Operatore | 38.1 |
Sul numero totale dei sinistri denunciati, le ICPA incidono per il 6,7%, mentre sul costo totale hanno un’incidenza pari al 10%. In media, per singola pratica, i costi legati ai contenzioni con matrice infezione superano i 155.000 €, cifra fra le più elevate per singola pratica.
E’ utile ricordare che, da un punto di vista economico, le ICPA provocano ogni anno 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, con costi stimati in circa 7 miliardi di euro.
Calare tali dati nelle unità operative, significa comprendere le aree dove maggiormente si concentrano le infezioni correlate alle procedure assistenziali:
Tipologia infezione | Ortopedia e traumatologia | Chirurgia generale | Neurochirurgia | DEA/Pronto Soccorso | Ostetricia e Ginecologia |
Infezione Post-chirurgica | 72.9% | 67.5% | 66.7% | 24.6% | 51.2% |
Altra infezione nosocomiale | 12.5% | 8.9% | 8.9% | 13.1% | 20.9% |
Infezione della ferita chirurgica | 8.4% | 9.8% | 12.6% | 7.7% | 6.2% |
Infezione localizzata | 4.0% | 4.3% | 2.2% | 28.5% | 10.1% |
Infezione sistemica | 1.7% | 7.7% | 7.4% | 22.3% | 8.5% |
Infezione apparato respiratorio | 0.6% | 1.8% | 2.2% | 3.8% | 3.1% |
Aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario
Cambiano i protagonisti quando si parla di aggressioni. Questa volta i protagonisti diventano gli operatori, visto che il 67% di essi subiscono un’aggressione. La restante percentuale è rappresentata dai pazienti (29,6) e da terzi/visitatori (3,4%).
Negli ultimi anni, il sistema normativo ha accentuato le pene verso chi aggredisce il personale sanitario e socio-sanitario, per utile sarà confrontare i dati tra qualche anno, e verificare se tali interventi hanno sortito effetto, andando a disinnescare un fenomeno presente quotidianamente negli ambienti di cura.
Conclusioni
E’ indispensabile fare tesoro dei dati sintetizzati nel presente contributo!
Ogni errore deve essere valorizzato all’interno della struttura sanitaria o socio/sanitaria dove si verifica. Bisogna abbandonare il modello “blame culture” e perseguire il paradigma “cultura dell’errore“, partendo certamente da una visione reattiva (è accaduto qualcosa, facciamo in modo che non accada più), ma con l’ambizione di sviluppare e seguire un approccio proattivo, anticipando i problemi, analizzando le potenziali criticità, al fine di mitigare gli eventuali effetti negativi che si potranno generare.
Ecco perché risulta propedeutico analizzare i dati, confrontarli con la propria realtà lavorativa, individuare le aree di miglioramento, formare il personale, con l’obiettivo finale di aumentare la sicurezza delle cure ed il benessere degli operatori.
Per saperne di più
Il MedMal Report di Marsh Italia rappresenta un’attività indipendente. Tiene conto dei dati provenienti dalle strutture che decidono di condividere i propri dati. La sua funzione mira ad offrire una panoramica approfondita sullo scenario della malasanità e degli errori medici in Italia. Ha uno scopo divulgativo e di sensibilizzazione al tema della sicurezza delle cure.