Anche fumare a bassa intensità o occasionalmente aumenta significativamente i rischi cardiovascolari e di mortalità. A dimostrarlo è un recente lavoro di revisione pubblicato sulla rivista Plos Medicine. Anche chi fuma poco (2-5 sigarette al giorno va incontro a:
- rischio maggiore del 50% di malattie cardiovascolari;
- rischio di mortalità per tutte le cause superiore del 60% rispetto a chi non ha mai fumato.
Introduzione
In tutto il mondo il consumo di tabacco rappresenta la principale causa “prevenibile” di malattie cardiovascolari e mortalità. Contribuisce inoltre ad oltre otto milioni di decessi l’anno.
Il fumo anticipa la mortalità cardiovascolare di cinque anni. Le donne fumatrici hanno un rischio relativo di malattia coronarica superiore del 25% rispetto agli uomini con esposizione equivalente al tabacco.
A livello cardiaco, fumare aumenta il rischio di aritmie cardiache, in particolare con un incremento del 31% del rischio di fibrillazione atriale e del 50% del rischio di tachicardia parossistica.
La soluzione: smettere di fumare.
A tal riguardo un buon punto di partenza potrebbe concretizzarsi nel cominciare a fumare di meno. In effetti uno studio condotto presso il National Institutes of Health, ha rilevato che la percentuale di fumatori giornalieri che consumano meno di 10 sigarette al giorno è aumentata dal 16 al 27% tra il 2005 e il 2014, mentre coloro che fumano occasionalmente sono passati dal 19 al 23%.
Smettere di fumare non significa eliminare immediatamente i rischi descritti in precedenza. Alcuni lavori di ricerca hanno affermato che occorrono dai 2 ai 29 anni affinché il rischio di esiti cardiovascolari, così come la mortalità per tutte le cause, tornino allo stesso livello dei non fumatori.
Cosa hanno scoperto i ricercatori?
Il lavoro di revisione citato ad inizio articolo ha analizzato i dati di 22 studi per un totale di 323.826 adulti (76% donne e 24% uomini), seguiti per quasi vent’anni.
| Numero | % | Caratteristiche |
| 158.652 | 49 | ex fumatori di sigarette tradizionali |
| 119.049 | 36,4 | non avevano mai fumato |
| 46.125 | 14,08 | fumatori |
Sono stati documentati oltre 125.000 decessi e 54.000 eventi cardiovascolari. Un focus approfondito è stato dedicato ai fumatori occasionali o a bassa intensità. Anche 2-5 sigarette al giorno contribuiscono ad aumentare in maniera determinante il rischio di malattie cardiovascolari. Fumare poco aumenta del 50% il rischio di insufficienza cardiaca e del 60% la mortalità per qualsiasi causa.
L’unità di misura utilizzata ai fini della catalogazione dei soggetti osservati è il pack-year (pacchetto-anno) il quale indica quanto una persona ha fumato nel corso della vita, combinando numero di sigarette al giorno e anni di fumo. Un pack-year equivale ad un pacchetto di 20 sigarette al giorno per un anno.
Ebbene secondo questo indicatore, per ogni incremento di 10 pack-year, si è riscontrato un ulteriore aumento del rischio compreso tra il 2,4 ed il 4,6% per tutti gli esiti. Gli ex fumatori con un’abitudine al fumo fino a 5 pack-year non hanno mostrato un’associazione significativa con i fattori di rischio in precedenza descritti.
I risultati concludono sottolineando che nessun livello di fumo è privo di rischi.
Fumare poco fa male lo stesso
In particolare, una quota importante di danno cardiovascolare si concentra nei primi anni di consumo e già con poche sigarette al giorno. Vi è un aumento documentato di eventi come infarto, ictus, coronaropatie e scompenso, senza che il sistema cardiovascolare mostri una vera “soglia di sicurezza” a basse dosi. Condizioni spesso percepite come lontane dal fumo, come alcune aritmie, risultano più frequenti tra i fumatori (anche a bassa intensità o occasionali), dimostrando una vulnerabilità precoce e diffusa del sistema vascolare del cuore.
Smettere di fumare funziona?
Non subito. Tuttavia, è un passo fondamentale. Gli autori del lavoro di revisione suggeriscono di smettere, piuttosto che ridurre il numero di sigarette.
Si tratta quindi di un passo fondamentale, magari a lungo termine, in grado tuttavia di ridurre gradualmente quelle componenti in grado di compromettere la salute.
A lungo termine perché gli ex fumatori impiegano 20 anni prima di ritornare ad un livello paragonabile a quello dei non fumatori. La buona notizia è rappresentata dal fatto che la riduzione dei rischi inizia immediatamente dopo avere smesso e continua a diminuire fino quasi ad azzerarsi dopo i 20 anni di non fumo.
Limiti dello studio
Nonostante l’immensità del campione esaminato, è bene sottolineare il fatto che il lavoro di ricerca si è basato principalmente su un dato soggettivo. Lo status di fumatore è stato determinato sulla base di dati auto-riportati attraverso sondaggi. Inoltre, non ci sono stati aggiornamenti negli anni (magari qualcuno ha smesso di fumare o di contro ha aumentato il consumo di sigarette al giorno). Ulteriore aspetto non considerato, i dati relativi al consumo di sigarette elettroniche e derivati non erano disponibili per tutti i partecipanti. Per cui la valutazione unica ha riguardato solamente le sigarette tradizionali.
Infine, il lavoro copre un periodo di oltre 50 anni. I rischi legati al fumo potrebbero essere cambiati nel corso dei decenni successivi, per cui i risultati potrebbero sottostimare o sovrastimare rischi attuali.
Conclusioni
Non esiste un rischio zero consumando poche sigarette al giorno. È fondamentale non fumare o smettere quanto prima.
Il paradosso è rappresentato dal fatto che siamo di fronte ad un fattore di rischio modificabile, soprattutto in età più giovane. È necessaria una presa di coscienza da parte di tutti noi. A partire dalle famiglie, dalle scuole, dalle associazioni dove si praticano sport, dai luoghi sociali e social.
L’elemento di unione, forzando un concetto tanto caro a Daniel Goleman, potrebbe essere l’autoconsapevolezza. Riconoscere e comprendere le proprie emozioni, i propri punti di forza e di debolezza, i valori che guidano le scelte e l’impatto che tutto questo ha su di noi e sugli altri. La forzatura da perseguire sta nel declinare tale sistema di valori verso la salvaguardia della propria salute.
