Invecchiamento della popolazione: ripensare l’assistenza sanitaria

Innovazioni come telemedicina, case di comunità e assistenza domiciliare per rispondere all'Invecchiamento della popolazione, alle crescenti esigenze sanitarie degli anziani e delle persone fragili, dice l'on. Paolo Ciani
invecchiamento della popolazione

L’invecchiamento della popolazione è una delle grandi sfide che il Servizio sanitario italiano si trova ad affrontare. Un fenomeno che non può essere ignorato e che impone una riflessione profonda sulle modalità di presa in carico degli anziani e delle persone con pluripatologie. Paolo Ciani, segretario della XII Commissione Affari Sociali e Sanità alla Camera dei Deputati, sottolinea la necessità di un cambio di paradigma: “Il nostro sistema sanitario già oggi assiste un numero crescente di anziani, ma questa tendenza è destinata ad aumentare. Occorre ripensare l’organizzazione dell’assistenza per rispondere a queste nuove esigenze”.

Il Covid-19 ha evidenziato in maniera drammatica i limiti di un modello ospedale-centrico e, nel caso degli anziani, di un approccio basato esclusivamente sull’istituzionalizzazione. “Non sempre il ricovero in ospedale o in una struttura è la soluzione migliore. Spesso non garantisce la protezione adeguata ai pazienti e, al tempo stesso, non è in grado di rispondere efficacemente alla crescente domanda di salute della popolazione”, spiega Ciani.

Di fronte a questo scenario, la sanità deve evolversi, sfruttando le innovazioni tecnologiche e nuovi modelli organizzativi. La telemedicina rappresenta una grande opportunità—prosegue Ciani—così come lo sviluppo delle case di comunità e di altre strutture territoriali. L’integrazione tra una medicina di prossimità e l’assistenza domiciliare può contribuire a ridurre gli accessi impropri ai pronto soccorso e a migliorare l’efficienza complessiva del sistema sanitario”.

L’obiettivo è quello di creare un sistema più vicino ai cittadini, capace di offrire cure adeguate senza sovraccaricare gli ospedali. Una sanità che metta realmente al centro il paziente, garantendo continuità assistenziale e una migliore qualità di vita, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione.

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