La critica di FNOPI al Decreto sull’accesso a Medicina

FNOPI denuncia: «Le professioni infermieristiche non vengano presentate come un ripiego»
decreto accesso a Medicina

La Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) lancia un appello al governo riguardo il Decreto sull’accesso a Medicina. Il Decreto Ministeriale n. 418 del 30-05-2025 modifica la disciplina di attuazione delle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria per l’anno accademico 2025/26. «Ora più che mai è necessario che le istituzioni interloquiscano con le professioni infermieristiche» afferma la FNOPI con un comunicato.

Cosa prevede il decreto sull’accesso a Medicina

Il provvedimento stabilisce che l’accesso non sarà più regolato dal tradizionale test di ingresso nazionale, ma da un semestre cosiddetto “filtro”. Tale semestre si potrà ripetere massimo tre volte e si articolerà nel periodo compreso tra il 1° settembre e il 30 novembre. Durante questo tempo, gli studenti seguiranno degli insegnamenti fondamentali: chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia, valevoli ciascuno 6 crediti formativi. Gli studenti potranno iscriversi liberamente, a condizione di presentare anche una seconda iscrizione a un corso di laurea affine.

Questo secondo corso può appartenere, ad esempio, alle classi di laurea in Biotecnologie, Scienze biologiche, Farmacia, Scienze zootecniche, o alle professioni sanitarie non selettive (come Infermieristica, Podologia, ecc.). L’iscrizione al corso affine è gratuita, senza obbligo di frequenza e intesa come percorso alternativo nel caso in cui lo studente non superi il semestre filtro o scelga di non proseguire nel corso principale. In tal caso, l’università riconoscerà i crediti eventualmente maturati durante il semestre filtro.

Il comunicato della FNOPI

Più volte la FNOPI ha evidenziato al legislatore una serie di criticità del decreto che andranno a impattare soprattutto i corsi di laurea in Infermieristica, anche nella Conferenza delle Regioni dello scorso 17 aprile. Il principale elemento innovativo del decreto sull’accesso a Medicina valutato negativamente è proprio questa doppia iscrizione obbligatoria. Secondo l’associazione in questa proposta di legge le professioni infermieristiche sono presentate come un ripiego per coloro che non superano il semestre filtro.

«La Federazione apprezza gli sforzi visibili all’interno del testo volti ad attenuare l’impatto del trasferimento di studenti in sovrannumero recependo in parte le istanze della FNOPI – scrive la federazione nel suo comunicato – ma la priorità deve rimanere quella di garantire standard di qualità formativa dei Corsi di Laurea in Infermieristica».

Una professione in continua evoluzione come quella infermieristica non dovrebbe essere subordinata a nessun’altra secondo la FNOPI. Invece, in questo modo si affermerebbe una sussidiarietà da parte dello studente della scelta del percorso formativo infermieristico a un insuccesso di entrata a Medicina. Così si alimenterebbe «un’immagine sociale che da tempo siamo impegnati a superare, privilegiando l’accesso dei giovani che si riconoscono in una mission assistenziale. Il rischio è, dunque, quello che le maglie di questo provvedimento abbiano un impatto negativo rispetto agli sforzi compiuti per valorizzare la professione. Inoltre, i primi a farne le spese sono i nostri giovani che non dovrebbero trovarsi nella condizione di tentare più strade per definire il proprio futuro».

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