La Pet Therapy: benessere per giovani e anziani attraverso gli interventi assistiti con gli animali 

Cosa cambia negli interventi assistiti con gli animali tra bambini e anziani? Quali tipologie di attività si svolgono? Mario Colombo e Sara Faravelli raccontano la recente esperienza di Frida’s Friends presso l’RSA presso la Residenza Fossati di Monza.
pet therapy anziani

La pet therapy, o intervento assistito con gli animali, sta diventando una risorsa sempre più preziosa nei contesti ospedalieri e nelle case di riposo, contribuendo al miglioramento della qualità della vita di bambini, adolescenti e anziani. 

Non si tratta solo di un’attività ludica o di una semplice interazione con l’animale, ma di un percorso strutturato che mira a favorire il benessere psicologico e fisico dei pazienti. “La pet therapy non è solo carezzare un cane o un gatto, ma un lavoro costruito su obiettivi terapeutici specifici, che stimola le capacità cognitive, motorie e sociali dei pazienti” afferma Mario Colombo, presidente della Onlus Frida’s Friends, un’associazione che da anni porta avanti progetti di pet therapy in ospedali e RSA. 

Gli interventi assistiti con gli animali, possono stimolare la memoria, l’interazione sociale, l’emotività e la motricità di una persona, a seconda dei bisogni e del piano terapeutico. “Per esempio, nelle RSA, dove le persone anziane non deambulano o soffrono di disturbi cognitivi, le attività come spazzolare un cane diventano un’opportunità per compiere movimenti che, altrimenti, non farebbero”. Questo tipo di attività non solo ha un impatto positivo sulla motricità, ma stimola anche la memoria e l’interazione con l’ambiente circostante. 

Pet Therapy nelle strutture pediatriche 

Il lavoro con i bambini si focalizza, invece, sul miglioramento della loro salute psicologica e fisica e sullo sviluppo sociale ed emotivo. “In pediatria, iniziamo con attività semplici, come il disegno o il gioco, per educare i bambini a interagire con l’animale in modo sicuro – spiega Colombo -. Ad esempio, insegniamo ai bambini quali sono le zone del corpo dell’animale che si possono toccare, e quelle da evitare. Questo diventa il primo passo per una relazione sana e rispettosa con gli animali”. 

Molto spesso, i bambini che iniziano con il timore di interagire con un cane o un gatto, dopo un paio di incontri cominciano a superare le loro paure. “Ho visto bambini che, inizialmente, non volevano nemmeno entrare nella stanza in cui si trovava l’animale, e dopo dieci minuti erano lì a giocare e ridere con lui” racconta. L’efficacia di queste attività non è solo visibile nella trasformazione dei bambini, ma anche nei genitori e negli infermieri che assistono al cambiamento. “I genitori sono sbalorditi nel vedere i propri figli così entusiasti, e gli infermieri ci dicono spesso che non avevano mai visto il bambino comportarsi in quel modo”.

Dal 2013 Frida’s friends, con il supporto dell’azienda Purina, opera anche nella Casa Pediatrica dell’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano, dove ha implementato il progetto “Un Cane in Corsia”

Il benessere degli anziani attraverso la pet therapy 

La pet therapy, però, non è utile solo per i bambini. Anche gli anziani, in particolare quelli che vivono in strutture come le RSA, traggono grandi benefici da questo tipo di attività. “L’anziano che soffre di Alzheimer o di altre forme di demenza spesso ha difficoltà a comunicare, a ricordare o a concentrarsi. Eppure, quando entra in contatto con un animale, vediamo attivarsi delle risposte che non erano visibili prima. In particolare, alcuni pazienti, che sono in uno stato di isolamento o apatia, mostrano un cambiamento sorprendente dopo un’interazione con il cane o il gatto”. 

“Un altro esempio pratico riguarda la tecnica che utilizziamo nelle RSA, dove si mostrano ai pazienti fotografie di cani in diverse posizioni, come seduto o in piedi. I pazienti devono cercare di riconoscere l’azione del cane e, successivamente, impartire un comando al cane per fargli ripetere quello che fanno nella foto. 

Questa attività stimola la memoria e la capacità di dare comandi, ma soprattutto aiuta gli anziani a sentirsi meno isolati, a sentirsi parte di un gruppo. La loro partecipazione attiva è fondamentale per migliorare il loro stato d’animo” aggiunge il dott. Colombo. 

La socializzazione e l’integrazione con gli altri 

Un altro aspetto fondamentale della pet therapy, soprattutto nelle RSA con gli anziani, è il suo potere di favorire la socializzazione. “L’interazione con gli animali, così come le attività di gruppo, favorisce la comunicazione tra pazienti che spesso si trovano a vivere in un contesto di solitudine – continua Colombo -. Sedersi insieme a un tavolo, colorare, giocare con gli animali, sono tutte occasioni che permettono agli anziani come ai bambini di interagire e di entrare in contatto con gli altri, creando così un legame che spesso manca in un ambiente di cura. 

In questi contesti, anche il gesto più semplice, come un sorriso o una parola, può fare la differenza” osserva. L’influenza dell’animale diventa fondamentale anche per l’effetto positivo che ha sugli altri pazienti. Quando un paziente vede che un altro si avvicina al cane o al gatto con gioia, questo può stimolarlo ad avvicinarsi anche lui e partecipare all’attività. La socializzazione diventa quindi un aspetto terapeutico essenziale. 

Il supporto di Purina nella promozione della pet therapy 

Sara Faravelli, Corporate Communication Director di Purina, ha raccontato come l’azienda, da anni impegnata nella promozione della corretta relazione con gli animali, stia investendo nel supportare progetti di pet therapy nelle strutture sanitarie. “La nostra esperienza in ambito educativo è iniziata oltre 20 anni fa con la campagna nelle scuole primarie italiane, che ha lo scopo di insegnare ai bambini come interagire con gli animali in modo sicuro e rispettoso. Ma non ci siamo fermati qui – spiega la Dott.ssa Faravelli -. Negli ultimi anni, abbiamo iniziato a integrare queste conoscenze nelle strutture sanitarie, collaborando con realtà come quella del Dott. Colombo per ampliare l’offerta di attività terapeutiche per i pazienti”. 

La collaborazione tra Purina eFrida’s Friends ha portato a un’integrazione tra l’attività terapeutica e l’educazione. “Abbiamo creato un libretto che i terapeuti e gli operatori sanitari possono utilizzare per integrare le attività con gli animali” continua la Dottoressa. Il materiale informativo, che include storie sugli animali e consigli su come interagire con loro, funge da strumento educativo, ma anche da spunto per coinvolgere i pazienti nelle attività. 

Ascoltare le esigenze del territorio 

“Non siamo qui per imporre un modello, ma per lavorare con le strutture per capire le necessità reali e come possiamo supportarle – spiega Faravelli -. La collaborazione con le RSA e gli ospedali non parte da un approccio standardizzato, ma si costruisce sulla base dei feedback ricevuti dai professionisti sanitari e dai pazienti stessi”. 

“L’esperienza ci ha insegnato che ogni struttura ha le sue specifiche necessità e, per essere veramente utili, dobbiamo conoscere in profondità la realtà locale e adattare i nostri interventi a seconda delle richieste” aggiunge Colombo. Questo approccio flessibile ha portato, ad esempio, alla creazione di attività diversificate per bambini, adolescenti e anziani, ognuna pensata per rispondere ai bisogni particolari di ogni gruppo. 

Un modello che funziona: i risultati parlano chiaro 

“Una delle conferme più forti che riceviamo è vedere che tutti i progetti che portiamo avanti sono sempre riconfermati – racconta Mario Colombo -. Le strutture che ci hanno ospitato continuano a chiamarci perché vedono i benefici che portiamo”. In effetti, la pet therapy ha un impatto tangibile sulla vita dei pazienti, giovani e anziani, ed è proprio questo che spinge lui e il suo team a continuare ogni anno con nuove iniziative. “Quando vediamo un paziente che, grazie all’interazione con l’animale sorride per la prima volta dopo tanto tempo, capiamo che quello che facciamo ha un valore inestimabile”, conclude. 

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