Le diagnosi di HIV in Europa arrivano troppo tardi: l’allarme Organizzazione Mondiale della Sanità

Secondo il rapporto 2025 dell’OMS e dell’ECDC, oltre il 50% delle persone diagnosticate con HIV in Europa riceve la diagnosi in uno stadio avanzato, quando le terapie antiretrovirali risultano meno efficaci e aumenta il rischio di complicanze
Secondo il rapporto 2025 dell’OMS e dell’ECDC, oltre il 50% delle persone diagnosticate con HIV in Europa riceve la diagnosi in uno stadio avanzato, quando le terapie antiretrovirali risultano meno efficaci e aumenta il rischio di complicanze

Oltre la metà delle diagnosi di HIV in Europa arriva in ritardo rispetto al momento ottimale per iniziare il trattamento. È quanto emerge dal rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Il dato riguarda il 54% dei nuovi casi nella regione europea dell’OMS e circa il 48% nei Paesi dell’UE e dello Spazio Economico Europeo.

Il ritardo nella diagnosi viene definito quando la conta dei linfociti CD4, parametro chiave per la valutazione dello stato immunitario, è inferiore a 350 cellule/mm³ al momento della scoperta dell’infezione. Secondo il report, in circa un terzo dei casi la diagnosi arriva quando il virus è già in fase avanzata (CD4 <200 cellule/mm³).

Chi è più colpito dalle diagnosi tardive

Il fenomeno interessa in particolare alcune categorie di persone. Tra quelle più a rischio ci sono gli uomini eterosessuali, le persone che fanno uso di droghe per via iniettiva e gli individui più anziani. Il report segnala inoltre che molti nuovi casi riguardano persone che non sanno di essere infette, una situazione che contribuisce alla diffusione silenziosa del virus.

Conseguenze cliniche e sociali

Le diagnosi tardive hanno impatti significativi sulla salute. Quando il trattamento antiretrovirale viene avviato in stadi avanzati, l’efficacia è ridotta e aumenta il rischio di complicanze, inclusa l’evoluzione verso l’AIDS. Parallelamente, la mancata consapevolezza dello stato di infezione favorisce la trasmissione del virus.

L’appello di OMS e ECDC

Di fronte a questi dati, le organizzazioni sanitarie sottolineano la necessità di intervenire con maggiore tempestività. Il rapporto invita a promuovere test più accessibili e diffusi, inclusi test comunitari e autotest, e a garantire un rapido collegamento alle cure per chi risulta positivo.

Come evidenzia la direttrice dell’ECDC, Pamela Rendi-Wagner: «Dobbiamo innovare le strategie di testing. Solo se le persone conoscono il loro stato possiamo davvero porre fine all’AIDS». Nonostante i progressi nella terapia antiretrovirale e nella prevenzione, la diagnosi tardiva rimane un problema significativo in Europa. Ampliare l’accesso ai test e favorire la consapevolezza tra le persone più a rischio restano passi fondamentali per ridurre la trasmissione e migliorare l’efficacia delle cure.

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp

Ti potrebbe anche interessare:

di Teresa Zeleznik

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Banner MAG 600x600px_Tavola disegno 1

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di B-Sanità: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI