Il Rapporto FAVO è la pubblicazione annuale che descrive in modo approfondito come vengono assistite le persone con tumore in Italia. Riunisce dati istituzionali, analisi cliniche e criticità del sistema, esaminando prevenzione, diagnosi, accesso ai trattamenti, innovazioni terapeutiche, servizi sul territorio e tutele sociali. Include anche confronti tra Regioni, valutazioni a livello nazionale e indicazioni per migliorare l’organizzazione. Si configura come uno strumento di rappresentanza che valorizza la voce dei pazienti, delle associazioni e dei professionisti sanitari. La sua finalità è favorire cure oncologiche più eque, efficaci e continuative per tutto il Paese.
La cronicità oncologica e la necessità della collaborazione interprofessionale
Nel XXI secolo le malattie croniche rappresentano una delle sfide più complesse per i sistemi sanitari, e il cancro sta progressivamente assumendo le caratteristiche di una patologia cronica. Grazie ai progressi nello screening, nelle diagnosi precoci e nei trattamenti mirati, cresce in modo esponenziale il numero di persone che vivono a lungo dopo una diagnosi oncologica, incluse quelle che convivono per anni con una malattia non guaribile ma controllata da terapie continuative. Questa trasformazione richiede modelli assistenziali nuovi, capaci di rispondere alle esigenze di lunga durata dei pazienti e delle loro famiglie.
L’OMS sottolinea la necessità di rafforzare i sistemi sanitari basati su assistenza primaria e collaborazione interprofessionale (ICP), cioè il lavoro congiunto di più professionisti (in dialogo con pazienti, caregiver e comunità) per garantire cure coordinate, sicure ed efficaci. L’ICP può migliorare l’accesso ai servizi, rendere più efficiente l’uso delle risorse, ridurre l’incidenza di disabilità e aumentare la soddisfazione lavorativa degli operatori diminuendo stress e burnout.
I fattori che influenzano l’efficacia dell’ICP operano a livello organizzativo, di team e individuale. Poiché facilitatori e barriere sono interconnessi, servono politiche, governance e un numero adeguato di professionisti con competenze complementari. Fondamentali sono lo sviluppo di relazioni di fiducia, chiarezza dei ruoli, comunicazione efficace e un approccio centrato sulla persona, che permetta decisioni condivise e transizioni assistenziali fluide tra i diversi setting di cura.
L’integrazione multiprofessionale nelle reti oncologiche e il ruolo centrale dell’infermiere
Le reti oncologiche regionali rappresentano oggi un modello essenziale per garantire continuità, multidisciplinarità e qualità dell’assistenza ai pazienti oncologici. In questo contesto l’infermiere svolge un ruolo chiave di integrazione, fungendo da ponte tra i diversi specialisti e assicurando che i bisogni della persona, in continua evoluzione a causa della malattia, delle terapie e degli esiti, vengano individuati e affrontati tempestivamente.
Il mantenimento o recupero dell’autonomia del paziente guida l’assistenza infermieristica ed è perseguito attraverso l’osservazione sistematica, la gestione dei sintomi, la comunicazione costante e la definizione di un piano di cura condiviso. L’infermiere case manager facilita il coordinamento del percorso oncologico, favorendo la presa in carico personalizzata, il follow-up e la comunicazione tra professionisti.
Tra le funzioni principali rientrano l’educazione terapeutica, il supporto a paziente e famiglia, la gestione degli effetti collaterali, il collegamento con i diversi setting assistenziali e l’attuazione di un approccio realmente centrato sulla persona.
Nelle équipe multiprofessionali, l’infermiere contribuisce alla costruzione di un clima di collaborazione basato su valori condivisi, chiarezza dei ruoli, feedback costruttivi e relazioni di fiducia. L’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) e gli Infermieri Care Manager rivestono un ruolo determinante sul territorio per garantire continuità, integrazione e accesso ai servizi, incluse cure simultanee e palliative. Le équipe palliative ospedaliere, ambulatoriali, domiciliari e in hospice testimoniano l’impatto positivo di una collaborazione interprofessionale efficace.
Il contributo dell’infermieristica alla ricerca oncologica e allo sviluppo dei modelli di cura
L’infermiere contribuisce in modo strategico anche alla ricerca nelle reti oncologiche regionali, sia attraverso la ricerca infermieristica (centrata su qualità della vita, gestione dei sintomi e innovazione dei modelli assistenziali) sia tramite la partecipazione alla ricerca clinica, supportando arruolamento, monitoraggio e sicurezza dei pazienti nei trial. Questo ruolo rafforza l’assistenza basata sulle evidenze e favorisce un approccio realmente personalizzato.
Per valorizzare pienamente il contributo infermieristico sono necessari investimenti nella formazione specialistica, nello sviluppo di competenze avanzate, nell’uso di tecnologie digitali per il monitoraggio remoto e nell’integrazione degli infermieri nei processi decisionali delle reti oncologiche. L’infermiere, grazie alla sua posizione di prossimità con il paziente, è spesso il professionista che intercetta per primo bisogni clinici e psicosociali emergenti, favorendo interventi tempestivi e appropriati.
L’integrazione multiprofessionale, sostenuta da una solida collaborazione interprofessionale, permette di rispondere in modo più efficace e coordinato ai bisogni complessi dei pazienti oncologici. Quando i team funzionano in modo armonico, si osservano migliori esiti clinici, transizioni assistenziali più sicure e riduzione del burnout tra gli operatori. Il rafforzamento della ricerca infermieristica e del ruolo dell’infermiere nei team multiprofessionali è quindi un elemento chiave per il futuro delle reti oncologiche regionali e per migliorare la qualità dell’assistenza ai malati oncologici.
