Parkinson: il peso silenzioso dei caregiver

Oltre il 70% presta assistenza ogni giorno, ma solo il 14% riceve aiuti economici. Il primo studio nazionale fotografa una realtà di fatica, solitudine e mancanza di supporto.
caregiver e parkinson

È stato pubblicato su Neurological Sciences il primo studio italiano dedicato al carico assistenziale dei caregiver di persone affette da Parkinson. Promosso dalla Fondazione LIMPE per il Parkinson ETS in collaborazione con la Confederazione Parkinson Italia, lo studio è stato condotto da un team dell’Università di Catania guidato dal professor Mario Zappia e dalla dottoressa Giulia Donzuso. La ricerca ha coinvolto 478 caregiver da tutta Italia tramite un questionario anonimo online, restituendo un quadro dettagliato e allarmante.

Chi sono i caregiver italiani

Il profilo prevalente è quello di donne tra i 55 e i 70 anni, spesso partner conviventi del paziente. Nelle fasi iniziali della malattia, l’assistenza può essere saltuaria, ma con il progredire del Parkinson, il 74% dei caregiver è coinvolto quotidianamente, e oltre il 40% dedica l’intera giornata all’assistenza.

Vita lavorativa e sacrifici personali

L’impatto sulla vita professionale è marcato: il 15% ha lasciato il lavoro per prendersi cura del proprio familiare, con una prevalenza femminile. Anche chi continua a lavorare affronta frequenti assenze, spesso senza tutele. Le difficoltà economiche sono diffuse: il 60% dei partecipanti ha registrato un peggioramento della propria situazione finanziaria, causato da spese per riabilitazione, trasporti e assistenza domiciliare. Solo il 14% riceve supporto economico concreto.

Salute mentale e isolamento sociale

Le conseguenze psicofisiche sono significative: due caregiver su tre riferiscono sintomi di stanchezza cronica, insonnia, depressione e irritabilità. Il 73% ha dovuto rinunciare a viaggi, hobby e vita sociale. Nonostante ciò, solo il 9% ha ricevuto una formazione specifica sull’assistenza. Il 40% ne sente l’esigenza, soprattutto per affrontare meglio anche gli aspetti legali e burocratici del ruolo.

Le donne, ancora una volta, le più esposte

Il peso dell’assistenza continua a ricadere in gran parte sulle donne, più vulnerabili sul piano economico, lavorativo e psicologico. Meno tutelate, spesso sole, svolgono un compito cruciale che resta largamente non riconosciuto né valorizzato.

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