Il 19 maggio è stata presentata la proposta di legge a prima firma di Marco Furfaro, responsabile Welfare del partito Democratico e capogruppo in Commissione Affari Sociali, dal titolo “Disposizioni in materia di tutela della salute riproduttiva e di riproduzione medicalmente assistita“. Rappresenta un passo importante per la riforma della legge 40, ormai ampiamente superata dalla giurisprudenza e dall’evoluzione scientifica. Una proposta solida, nata da un lungo e approfondito lavoro di confronto con la comunità scientifica, medica e con le realtà civiche, che negli ultimi anni hanno sollecitato con forza un intervento legislativo strutturale.
“La genitorialità non è un privilegio, ma un diritto – ha dichiarato Furfaro -. Non è accettabile che per diventare genitori si debba affrontare una battaglia legale o prendere un aereo per andare all’estero. La Corte Costituzionale ha lanciato, quindi, un sasso nello stagno chiedendo al Parlamento di discutere e intervenire. Del resto, la legge 40 era nata vecchia e necessita oggi di un aggiornamento. Lancio un appello a tutte le forze parlamentari: è il momento di avviare un esame serio e costruttivo, guidato dalla scienza, non dai pregiudizi ideologici. Abbiamo il dovere di dare risposte concrete a milioni di persone che affrontano un percorso a ostacoli. Non intervenire è indegno per un Paese civile”.
Il contenuto
Il testo, che recepisce le proposte della SIRU (Società Italiana della Riproduzione Umana), definisce principi e diritti fondamentali, rafforza norme centrali come quelle sul Servizio sanitario nazionale, sull’interruzione volontaria di gravidanza e sul ruolo dei consultori. Garantisce il riconoscimento della soggettività delle persone coinvolte nei percorsi di PMA, tutela il nato e il nascituro, chiarisce le regole sulla crioconservazione, sulla donazione alla ricerca, e consolida il ruolo della comunità scientifica nella definizione delle politiche pubbliche in materia di salute riproduttiva.
“La proposta – ha aggiunto Furfaro – rappresenta anche una risposta chiara ai moniti della Corte costituzionale, ribadendo il dovere del Parlamento di affrontare con serietà una questione che riguarda la salute, i diritti e la dignità di migliaia di persone”.