Di Tiziano Melchiorre, Segretario Generale Fondazione Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia ETS
Il 3 dicembre è stato presentato il Rapporto OASI (The Observatory on Healthcare Organizations and Policies in Italy), elaborato annualmente dal Cergas (Centre for Research on Health and Social Care Management) dell’Università Bocconi. L’immagine che si ricava dall’analisi dei dati è un sistema sanitario attraversato da criticità profonde, alimentate da trend evolutivi non sempre favorevoli. La sfida più urgente è rappresentata dalla crescente divaricazione demografica tra popolazione attiva e popolazione anziana, che mette sotto pressione la sostenibilità finanziaria del sistema. Inoltre, non sono state ancora adottate strategie sufficienti per affrontare problemi cruciali come la non autosufficienza, e senza un deciso intervento programmatorio il rischio è di compromettere l’equilibrio complessivo del SSN.
Mancanza di programmazione delle risorse umane e dell’offerta sanitaria
L’Italia si trova a fronteggiare una crisi demografica che incide direttamente sulla disponibilità di personale sanitario. Negli ultimi decenni sono nati 4 milioni di persone in meno e, parallelamente, l’aspettativa di vita è aumentata di 17 anni. Entro pochi anni gli over 65 raggiungeranno quota 19 milioni, cinque in più rispetto a oggi, passando dal 24% al 35% della popolazione. Si tratta di una fascia molto fragile: il 56% degli over 65 convive con due o più patologie croniche, percentuale che sale al 63% tra chi ha un basso livello di istruzione.
Questa dinamica porta a un calo atteso della popolazione attiva pari a 7,7 milioni di persone (-26%), con una conseguente contrazione del PIL stimata attorno al 17% a parità di altre condizioni. È quindi evidente quanto una corretta programmazione delle risorse umane rappresenti una priorità imprescindibile.
Squilibri professionali in aumento
La distribuzione delle professioni sanitarie in Italia presenta squilibri significativi. Il nostro Paese ha il numero più alto di medici in Europa rispetto a Francia, Regno Unito, Germania e Spagna, ma allo stesso tempo condivide con quest’ultima il primato negativo del minor numero di infermieri.
Per il prossimo anno accademico, il bando per Medicina prevede 24.000 posti, a fronte di oltre 53.000 domande (domande/posti a semestre filtro). Nel campo infermieristico, invece, i posti sono 20.400 a fronte di 17.200 richieste, mentre per fisioterapia il divario è ancora più evidente: 2.700 posti disponibili e quasi 18.000 domande. Questi numeri confermano un disallineamento tra l’offerta formativa e le esigenze reali del sistema sanitario.
Invecchiamento e assistenza agli anziani
L’invecchiamento della popolazione rende sempre più urgente definire un modello di cura sostenibile. La non autosufficienza continua a crescere: nel 2023 gli over 65 assistiti nelle RSA o in strutture sociosanitarie accreditate rappresentano l’8%, con un incremento del 4% rispetto al 2019.
Gli anziani più fragili sono anche i maggiori utilizzatori di risorse e richiedono competenze professionali specifiche. Un segnale positivo arriva dall’assistenza domiciliare integrata, aumentata del 43% dal 2019 al 2023, anche se il numero di ore per paziente si è leggermente ridotto (da 16 a 14).
Resta però irrisolta la questione della presa in carico nelle Case di Comunità: non è ancora chiaro come verranno gestiti gli anziani non autosufficienti né quali professionisti saranno coinvolti stabilmente.
La sostenibilità economico-finanziaria del SSN
Analizzando la spesa sanitaria complessiva in rapporto al PIL, l’Italia si colloca stabilmente in fondo alla classifica europea: 8,4% contro il 9,2% della Spagna, l’11% del Regno Unito, l’11,5% della Francia e l’11,7% della Germania. È improbabile che nei prossimi anni si registrino aumenti significativi del finanziamento al SSN.
Nonostante tra il 2019 e il 2024 vi siano stati incrementi di risorse, gran parte di questi è stato assorbito dall’inflazione. Vi è un equilibrio sostanziale tra spesa sanitaria pubblica corrente e disavanzo.
Se da un lato il sistema ha consolidato nel tempo la capacità di allineare risorse disponibili e spesa sanitaria pubblica e privata, dall’altro non ha prodotto incentivi all’aumento di efficienza o alla trasformazione dei servizi (attivare processi riallocativi tra setting, discipline e professioni).
Consumi privati in sanità
La spesa sanitaria privata continua a rappresentare una componente strutturale del sistema italiano, attestandosi nel 2024 al 25% della spesa sanitaria complessiva. All’interno di questa quota si nota un aumento della spesa intermediata (assicurazioni, fondi) a discapito di quella pagata direttamente dai cittadini (cosiddetta out of pocket), che scende di 1,1 miliardi, mentre quella intermediata cresce di 0,5 miliardi.
Rispetto a molti Paesi europei, in Italia la crescita della spesa sanitaria pubblica e privata è più contenuta. Oggi le principali voci della spesa privata riguardano servizi ambulatoriali (53,3%), servizi ospedalieri (12,6%) e beni sanitari (33,9%). I cittadini sono sempre più attenti al rapporto qualità-prezzo e all’accessibilità delle prestazioni.
Sul fronte delle rinunce alle cure, l’ISTAT aveva rilevato che 5 milioni di italiani avevano rinunciato a prestazioni sanitarie per liste d’attesa, problemi economici o difficoltà logistiche. Una rilettura più precisa del comportamento fatta da Eurostat, però, riduce la stima: solo 1 milione di persone ha dichiarato di aver rinunciato a cure di cui aveva realmente bisogno nel momento in cui il problema di salute si manifestava.
Aspettativa e qualità di vita
L’Italia mantiene livelli elevati di aspettativa di vita rispetto al contesto europeo, ma peggiora per quanto riguarda la speranza di vita in buona salute. Le differenze territoriali restano marcate: tra la Provincia Autonoma di Bolzano e la Calabria la distanza nella speranza di vita in buona salute alla nascita raggiunge quota 16,3. Un divario che riflette disuguaglianze socioeconomiche e di accesso ai servizi.
Di Tiziano Melchiorre, Segretario Generale Fondazione Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia ETS
Per approfondire
Il Terzo Settore in sanità: un supporto fondamentale per il SSN
Nota: Questo articolo si trova anche su www.iapb.it. È riportato su www.beesanitamagazine.it con il consenso dell’autore.
