Quello della Rete gastroenterologica pediatrica è un progetto di lungo corso che la Regione Toscana ha iniziato circa 10 anni fa. Il principio guida è l’equità: favorire la presa in carico delle patologie pediatriche nell’ospedale più vicino all’abitazione della persona per, poi, dirigere alla struttura centrale, l’IRCCS Meyer, i casi che richiedono un approfondimento diagnostico e un trattamento multidisciplinare. In questo modo si garantisce, grazie alla comunicazione diretta e bidirezionale tra i medici dei centri provinciali e il Meyer, ai momenti di formazione e ai protocolli certificati, la stessa qualità dell’assistenza sull’intero territorio regionale.
Una rete per avere un collegamento tra medici
«È un buon modello che funziona – spiega il professor Paolo Lionetti Responsabile della SOC Gastroenterologia e Nutrizione, Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze e coordinatore della rete specialistica gastroenterologica pediatrica-. Esiste un collegamento diretto con gli specialisti sul territorio ed si organizzano incontri periodici, almeno due di persona all’anno, nei quali si condividono casi clinici e strategie di gestione. Questo fa sì che la maggior parte delle patologie gastroenterologiche venga trattata a livello periferico, centralizzando al Meyer solo quei casi che richiedono accertamenti o trattamenti particolari, ad esempio le malattie croniche intestinali come il morbo di Crohn, le coliti ulcerose e le patologie più rare. Queste patologie complesse hanno bisogno non solo di competenze multidisciplinari, ma anche di un bagaglio di esperienze; è dimostrato che l’assistenza migliore è quella fornita dalle strutture che centralizzano eseguono un numero elevato di casi».
Nel frattempo, i medici dei centri provinciali che hanno indirizzato i pazienti più complessi al Meyer non perdono, per questo, di vista i pazienti.
«Una delle qualità della Rete gastroenterologica pediatrica è la sua capacità di rappresentare tutti i soggetti che la formano -chiarisce Roberto Danieli, Direttore dell’Unità Operativa complessa pediatria e neonatologia dell’ospedale di Livorno-. Esiste un flusso bidirezionale di informazioni e, non di rado, i pazienti, dopo il ricovero al Meyer, ritornano ai reparti provinciali per continuare la terapia o i follow up».
Si valuta caso per caso
«Nella prassi – spiega Elena Verucci, responsabile dell’Ambulatorio gastroenterologia pediatrica e celiachia di Livorno – per i casi più complessi effettuiamo una selezione e lasciamo la definizione e il perfezionamento della diagnosi al Meyer, anche tenendo conto che, nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, la diagnosi richiede interventi strumentali delicati che non sempre i centri provinciali possono o ritengono opportuno effettuare.
Nel caso della celiachia, per esempio, esiste un limite d’età sotto il quale gli anestesisti preferiscono, non essendo procedure di emergenza,deferire le endoscopie al centro di riferimento regionale. Grazie al modello della Rete, l’ambulatorio provinciale continua ad avere in carico i pazienti che ritornano dal Meyer per essere seguiti vicino a casa e, addirittura, dai loro pediatri di libera scelta una volta stabilizzati. Il modello è, infatti, scalare. I nostri centri provinciali possono sempre chiamare il Meyer per un consulto e i pediatri di famiglia possono sempre chiamare il nostro ambulatorio per qualsiasi necessità».
«Le diverse reti pediatriche rappresentano una risposta efficace ad una sfida organizzativa multisfaccettata – conclude Lionetti – perché permettono di usare al meglio le risorse, migliorare la qualità di vita delle persone e delle famiglie ed offrire la massima qualità possibile nell’assistenzaovunque sul territorio regionale. Il prossimo passo sarà quello di rafforzare il coinvolgimento dei pediatri di famiglia, la numerosa presenza dei quali all’ultima riunione della Rete regionale di gastroenterologia pediatrica tenutasi a Livorno è un segnale molto apprezzato. Confido che, con il loro coinvolgimento, potremmo anticipare di molto le diagnosi precoci e rafforzare la gestione extra-ospedaliera delle condizioni meno gravi».