Lorenzo Terranova era tornato in Norvegia, dove viveva con la famiglia, dopo la diagnosi infausta ricevuta questa estate e lì è morto nella giornata di ieri. Nella sua carriera è stato Direttore del Centro Studi Federsanità, Direttore dei rapporti istituzionali di Confindustria Dispositivi Medici e ricercatore C.R.E.A. e viene ricordato non solo per il suo ruolo di ricercatore ed esperto sanitario, ma anche per la gentilezza dei modi e il rispetto verso ogni interlocutore.
Le persone della Rete B-sanità lo ricordano così:
“Con la scomparsa di Lorenzo perdiamo non solo un professionista di straordinaria competenza, ma anche uno stile di umanità e di cura che oggi sembra raro. Era un uomo capace di coniugare la passione per lo studio con la gentilezza dei gesti, il rigore con il rispetto silenzioso dell’altro. Non aveva bisogno di alzare la voce o di imporsi: sapeva attendere i tempi delle persone, senza mai invadere, con quella misura che nasce dall’ascolto profondo.La sua è stata una presenza che ha fatto molto per la nostra sanità, portando sempre con sé un modo di fare fatto di discrezione, rispetto e dedizione autentica. Un modo che non c’è quasi più, e che invece dovremmo riscoprire e custodire. In un mondo che corre veloce, Lorenzo ci lascia la lezione più grande: che competenza e gentilezza possono camminare insieme, e che il vero progresso si costruisce con passione, studio e umanità“.
Raffaella Fonda
Ci ha lasciato una persona speciale, che ha fatto molto per la sanità italiana, ma che soprattutto, ci ha lasciato un amico.
Ho avuto la fortuna di lavorarci insieme ed apprezzare la sua straordinaria competenza ed il suo umorismo “british” che mi sorprendeva.
Mai un giudizio sugli altri, anche quando ce ne sarebbe stato bisogno, mai una parola fuori luogo. Insomma, un esempio nel lavoro e nella vita, Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato così, all’improvviso, che quel disturbo fisico fosse il peggior male del secolo e che saremmo stati qui a ricordare la bella e mite persona che era, la sua dedizione allo studio, la sua generosità ed il suo altruismo.
Ma i ricordi sono un’arma potente, un ponte tra questa vita e l’eternità che ci aspetta tutti.
Ti ricorderemo in tanti caro Lorenzo e lo faremo spesso, con gli strumenti che abbiamo..
Buon viaggio
Enzo Chilelli
“Ricordo una cena nella quale mi parlavi di pomodori piantati in quel gelido luogo che tu chiamavi casa (la Norvegia), mi ricordo l’entusiasmo con cui accolsi quella notizia per me, nato sotto il Vesuvio, così assurda. A volte si dice che con i soldi si può far andare il mondo al contrario, roba per gente di poco tu sei stato il manifesto che la gentilezza fa nascere i pomodori ad Oslo. Potrebbe essere il titolo di un romanzo ma è solo l’incipit di questo triste testo che uso per salutarti. Mi dispiace Lorenzo di non aver potuto portare avanti l’ultimo progetto insieme pensavo che ne avremmo avuto il tempo, mi sbagliavo. Girovago nel mondo della sanità e della cosa pubblica da quando sono un bambino e so bene l’odore del compromesso, la puzza dell’arroganza, gli ego smisurati che riempiono stanze troppo strette, conosco anche i giganti, quelli della scienza e della vita che usano la gentilezza per uno storytelling più accattivante. Tu sei stato di un’altra pasta una luce vera come quella delle candele o di un braciere ardente. A volte passavi inosservato tra i neon costosi di fiere e congressi, ma quando il buio era duro e la festa era finita la tua luce non conosceva stanchezza e la portavi fino a casa per dare luce ai tuoi pomodori”.
Claudio Lo Tufo