Donatella Foschi, Dirigente Amministrativo dell’Azienda Sanitaria Locale Roma 1, ci parla del rapporto tra organizzazione del lavoro, contrattazione collettiva e strumenti di welfare integrativo all’interno di una grande azienda sanitaria pubblica come quella che dirige. Si tratta di un processo che prende avvio dall’inquadramento delle strutture che presidiano i processi di reclutamento, gestione e sviluppo del personale dipendente. Foschi mette in evidenza come questi ambiti risultino strettamente interconnessi con le politiche di valorizzazione delle risorse umane.
In aggiunta, la Dirigente fa emergere i fattori che hanno favorito l’introduzione del welfare integrativo come leva organizzativa e contrattuale anche all’interno della sua Asl. Il tema delle relazioni sindacali assume una centralità evidente, così come il ruolo degli accordi di comparto nel canalizzare risorse economiche verso forme di beneficio alternative alla retribuzione diretta. Foschi delinea il contesto in cui tali scelte maturano, caratterizzato dall’esigenza di rendere più efficace l’utilizzo delle risorse legate alla produttività collettiva e di coglierne le opportunità dal punto di vista fiscale.
La nuova visione di welfare
Un ulteriore asse di riflessione riguarda il passaggio dalla definizione degli accordi alla loro traduzione operativa. La Dirigente tocca quindi il tema delle piattaforme di welfare come infrastruttura abilitante, soffermandosi sulle valutazioni che guidano l’azienda nella selezione degli strumenti più adeguati e sulla necessità di garantire accessibilità e semplicità d’uso al personale. In questo quadro, il welfare non appare più come un elemento isolato, ma come parte di un più ampio sistema di gestione del rapporto di lavoro.
Lo sguardo si allarga infine alla dimensione temporale delle politiche adottate. Foschi richiama l’esperienza avviata in anni recenti e il suo progressivo consolidamento, lasciando emergere il tema della continuità e della programmazione pluriennale. Il welfare integrativo viene così collocato all’interno di una strategia che guarda al futuro dell’organizzazione sanitaria, alle aspettative dei lavoratori e alla sostenibilità complessiva dei modelli adottati.
