Dal 2010 è in calo la copertura vaccinale infantile a causa di disinformazione e sfiducia

Uno studio anglo-statunitense lancia l’allarme e spiega cause e pericoli derivanti dal calo nella copertura vaccinale infantile.
Uno studio anglo-statunitense lancia l’allarme e spiega cause e pericoli derivanti dal calo nella copertura vaccinale infantile

Milioni di bambini in tutto il mondo sono a rischio di malattie mortali perché la copertura vaccinale infantile si è arrestata o è addirittura regredita. Ciò è dovuto alle persistenti disuguaglianze sanitarie e ai crescenti livelli di disinformazione e diffidenza verso i vaccini secondo uno studio anglo-statunitense pubblicato su The Lancet. Senza un’azione urgente, gli obiettivi globali di immunizzazione per il 2030 non saranno raggiunti secondo i ricercatori.

Le cifre di vaccinazioni e malattie

Nonostante abbiano evitato la morte di 154 milioni di bambini, dal 2010 i tassi di vaccinazione contro il morbillo sono diminuiti in 100 dei 204 paesi analizzati. La copertura per almeno una dose contro difterite, tetano, pertosse, morbillo, poliomielite o tubercolosi è calata in 21 dei 36 Paesi ad alto reddito. Fra questi figurano Francia, Giappone, Stati Uniti, Regno Unito e anche l’Italia.

La relazione attesta che negli ultimi 50 anni ci sono stati enormi progressi, con una riduzione del 75% del numero di bambini non vaccinati. Dai 58,8 milioni del 1980 i bambini privi di protezione vaccinale sono diventati 14,7 milioni nel 2019. Tuttavia, dal 2010, abbiamo assistito a un rallentamento e, in alcune aree del mondo, addirittura a un calo nella copertura vaccinale infantile. In 21 dei 36 Paesi ad alto reddito è stato registrato un calo della copertura per almeno uno dei vaccini raccomandati. Si è ridotta del 12% la vaccinazione contro il morbillo in Argentina e dell’8% e 6% quella contro difterite, tetano e pertosse in Finlandia e Austria.

«Queste tendenze aumentano il rischio di focolai di malattie prevenibili tramite vaccino, come morbillo, poliomielite e difterite, sottolineando l’urgente necessità di interventi mirati per garantire che tutti i bambini possano beneficiare delle vaccinazioni salvavita» ha affermato il Dott. Jonathan Mosser, autore senior dello studio e ricercatore presso l’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington.

I casi di poliomielite da virus selvaggio, ovvero causata dal virus che circola liberamente in ambiente, sono in aumento in Afghanistan e Pakistan. In aggiunta, un’epidemia di poliomielite è in corso in Papua Nuova Guinea, dove meno della metà della popolazione è vaccinata. I casi di morbillo hanno superato le quattro cifre in oltre 30 stati negli USA, mentre l’anno scorso in Europa erano decuplicati rispetto al 2023.

Le cause del calo della copertura vaccinale infantile

La crescita di focolai di malattie prevenibili tramite vaccino rappresenta un serio rischio globale. «Le vaccinazioni infantili di routine sono tra gli interventi di sanità pubblica più potenti ed economicamente vantaggiosi, ma le persistenti disuguaglianze globali, le difficoltà causate dalla pandemia di Covid e la crescita della disinformazione e della diffidenza verso i vaccini hanno contribuito a frenare i progressi» ha dichiarato Mosser.

La dottoressa Emily Haeuser, autrice principale dello studio e ricercatrice all’Università di Washington, ha chiesto maggiori sforzi per combattere disinformazione e diffidenza verso i vaccini. Infatti, ha affermato che «I programmi vaccinali di successo si basano sulla comprensione e sulla risposta alle convinzioni, alle preoccupazioni e alle aspettative delle persone».

Della stessa opinione Helen Bedford, Prof.ssa di salute infantile presso l’University College di Londra, per cui i motivi del calo della copertura vaccinale infantile sono «numerosi e complessi». Bedford identifica nella carenza organizzativa dei servizi e nella mancanza di informazioni affidabili i principali ostacoli alla vaccinazione. In sua opinione l’impatto del fenomeno anti‑vax è limitato: discontinuità e frammentazione del servizio sono molto più dannosi. Questi sono spesso accompagnati da una scarsa uniformità nei richiami, quando questi sono presenti. Inoltre, punta il dito sui social media, i quali, privi di risposte documentate chiare e facilmente accessibili a tutti, invece di chiarire i dubbi della popolazione li alimenta. Infine, la Prof.ssa Bedford avverte che mancano dati costanti e campagne mirate per contrastare la crescente esitazione vaccinale.

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