Si sono conclusi oggi, nelle Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, gli Stati Generali della Salute del Lazio. Un percorso di ascolto e confronto voluto dalla Regione per definire le priorità strategiche per il futuro del Servizio Sanitario Regionale, attraverso il contributo diretto di professionisti, istituzioni, associazioni e mondo accademico.
Due giorni di lavoro
Oltre 700 tra operatori, esperti e stakeholder del settore hanno preso parte ai lavori. Ciò conferma l’ampiezza del coinvolgimento e dell’interesse verso un percorso di programmazione fondato sulla condivisione e sull’analisi dei dati. L’appuntamento ha visto la partecipazione del Ministro della Salute Orazio Schillaci, del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, del Direttore Generale della Direzione Regionale Salute e Integrazione della Regione Lazio Andrea Urbani, dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere e di numerosi rappresentanti delle istituzioni nazionali e territoriali.
Francesco Zaffini, Presidente della X Commissione del Senato, ha aperto questa seconda giornata all’insegna «del primo dei diritti universali: quello alla salute». Successivamente, ha lodato «le professioni che animano la sanità e che non devono mai scordarsi dell’orgoglio che portano con sé. Proprio quella delle professioni sanitarie è la sfida più importante per dare accesso a terapie avanzate e consentire risparmi ai bilanci». Infine, ha sottolineato come «con meno nati e un’aspettativa di vita che si allunga è facile immaginare come sarà devastante l’impatto sul nostro sistema sanitario. Se non strutturiamo bene il pilastro della sanità integrativa il sistema può crollare».
Il Presidente Rocca ha quindi aggiunto: «È stata una due giorni che fungerà da punto di svolta della sanità regionale. I tavoli tematici non hanno concluso oggi il loro compito: si riuniranno periodicamente per supervisionare l’andamento dei lavori e le implementazioni delle proposte. A fine 2027 – ovvero la scadenza suo mandato – si riuniranno per trarre un bilancio comune di questi slanci all’insegna della sostenibilità. Quella di oggi non è solo un’occasione per avanzare idee ma è anche un luogo di confronto sulla sanità laziale, che deve essere di tutti».
Uno sguardo al recente passato
Nel corso della prima giornata di lavori è stata presentata una sintesi dei risultati ottenuti negli ultimi 30 mesi. Questo periodo è stato caratterizzato dal risanamento dei bilanci sanitari 2023 e 2024, così da ristabilire un quadro di trasparenza contabile e avviare una revisione strutturale del sistema. Il lavoro di riorganizzazione della rete ospedaliera ha prodotto un sensibile miglioramento degli indicatori di performance del Servizio Sanitario Regionale. Infatti, il tasso di occupazione dei posti letto per acuti è passato dal 71,4% del 2022 al 79,9% del 2025, l’assistenza territoriale è stata fortemente potenziata e in particolare le cure domiciliari hanno raggiunto il 10,32% degli over 65 rispetto al 4% di due anni fa. Sono state inoltre attivate 59 Centrali Operative Territoriali (COT) e sono stati creati oltre 2.900 nuovi posti tra salute mentale, dipendenze e RSA.
Anche l’accesso ai Pronto soccorso mostra un quadro in evoluzione. A fronte di un aumento degli accessi, si sono ridotti i tempi medi di attesa, passando da 7 a 5 ore e mezza per le dimissioni, e da oltre 19 ore a poco più di 15 ore per il ricovero. La riduzione dei tempi di attesa ha inoltre permesso di dimezzare il fenomeno del blocco ambulanze. Per quanto concerne le liste d’attesa chirurgiche, gli interventi oncologici hanno registrato una presa in carico entro soglia nel 90% dei casi. Parallelamente, per le liste d’attesa ambulatoriali, la digitalizzazione delle agende ReCUP è oggi completata al 100%, a fronte del 10% del 2023, e il 97,1% delle prestazioni critiche viene garantito entro i tempi standard. Nell’ambito del PNRR, poi, è stato possibile installare 336 grandi apparecchiature e sono stati formati oltre 16.000 operatori.
Un’occasione per disegnare il futuro
Il cuore del percorso si è sviluppato nei tavoli tematici. Dieci gruppi di lavoro nel pomeriggio della prima giornata hanno analizzato criticità e sfide future delle principali aree del servizio sanitario. Le discussioni hanno riguardato salute mentale, liste d’attesa e appropriatezza, risorse umane, invecchiamento e nuovi bisogni di salute, sostenibilità del SSN, farmaci e tecnologie avanzate, assistenza protesica, rapporto pubblico privato, umanizzazione delle cure e volontariato.
I gruppi di lavoro hanno delineato un orientamento comune per immaginare la sanità regionale da qui ai prossimi anni. Il white paper è un documento strategico che punta a rafforzare la prossimità dei servizi, consolidare la digitalizzazione dei processi e migliorare la presa in carico dei pazienti. Il report è stato stilato con una visione improntata a un processo di continuo miglioramento della qualità delle cure.
Il percorso dei tavoli partecipati ha individuato inoltre alcune direttrici privilegiate su cui orientare gli sviluppi futuri. Sono stati segnalati come interventi prioritari il potenziamento della rete residenziale extraospedaliera per i DNA (Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione), l’investimento nella prevenzione primaria e nella sanità integrativa, l’istituzione di una Fast track per i presidi protesici urgenti e, più in generale, la valorizzazione delle professioni infermieristiche, la definizione di tariffe prestazionali basate sugli esiti, la differenziazione e l’aumento delle retribuzioni del personale, la necessità di progettare i servizi a partire dalle esigenze degli utenti, anche in chiave digitale, adottando un approccio olistico alla salute dei cittadini.
