Un nuovo allarme globale sulla salute
Il 24 ottobre è stato pubblicato il nuovo report 2025 della Lancet Countdown on Health and Climate Change, il più completo studio finora sul legame tra cambiamento climatico e salute. Redatto da 128 esperti multidisciplinari provenienti da tutto il mondo, il rapporto evidenzia come «l’aumento delle emissioni di gas serra stia già causando morti e aggravando problemi sanitari a livello globale». Per la prima volta nel 2024, le temperature medie annue hanno superato di 1,5°C quelle del periodo pre-industriale, mentre le emissioni hanno raggiunto nuovi picchi.
Ondate di calore e popolazioni vulnerabili
I dati del report rivelano un peggioramento diffuso dei rischi sanitari. Tra i 20 indicatori monitorati, 12 hanno registrato nuovi record preoccupanti. Le ondate di calore sono tra gli effetti più gravi: nel periodo 2020-2024, in media 16 dei 19 giorni di caldo estremo sarebbero stati evitabili senza il cambiamento climatico. I gruppi più vulnerabili, neonati sotto 1 anno e adulti oltre i 65 anni, hanno registrato un’esposizione record, con un aumento dei giorni di caldo rispettivamente del 389% e 304% rispetto al periodo 1986-2005. Le morti correlate al caldo sono aumentate del 63% dagli anni ’90, con oltre 546.000 decessi medi annui tra il 2012 e il 2021. Il report sottolinea che «i più giovani e gli anziani sono particolarmente esposti agli effetti negativi del caldo, che incidono sulla qualità del sonno, sulla capacità di lavorare all’aperto e sulla salute mentale e fisica».
Eventi climatici estremi e sicurezza alimentare
Oltre al caldo, il cambiamento climatico ha amplificato altri eventi estremi. Nel 2024, il 61% della superficie terrestre globale ha subito siccità record, mentre le precipitazioni estreme sono aumentate in più di due terzi delle terre emerse. Questi fenomeni minacciano la sicurezza alimentare, l’accesso all’acqua e il lavoro agricolo. Nel 2023, 123,7 milioni di persone in più hanno sperimentato insicurezza alimentare moderata o grave rispetto al periodo 1981-2010. Gli incendi, i fenomeni estremi e l’inquinamento da PM2, hanno causato ulteriori morti premature, mentre malattie trasmissibili come dengue, leishmaniosi e infezioni da zecche si stanno espandendo grazie a condizioni climatiche più favorevoli ai vettori.
Impatti economici e produttività
I costi economici sono altrettanto rilevanti. Nel 2024, il caldo ha causato una perdita potenziale di 639 miliardi di ore lavorative, equivalenti a circa 1,09 trilioni di dollari, mentre eventi meteorologici estremi hanno provocato perdite economiche globali per 304 miliardi di dollari. L’insufficiente copertura assicurativa, scesa al 54% tra il 2020 e il 2024, lascia che il peso ricada su sistemi pubblici e cittadini, aumentando la vulnerabilità sociale ed economica.
Azioni urgenti e opportunità ancora possibili
Nonostante l’urgenza, le misure di adattamento rimangono insufficienti e le azioni politiche spesso ritardate o ridotte. Il mondo si dirige verso un riscaldamento potenzialmente catastrofico di 2,7°C entro la fine del secolo. L’uso dei combustibili fossili e i sussidi ad essi collegati continuano a dominare le politiche energetiche, impedendo di liberare risorse finanziarie per la salute e per la transizione verso energie pulite. Il report evidenzia però opportunità ancora possibili: «La diffusione di energie rinnovabili, l’accesso universale a elettricità pulita e la promozione di diete sostenibili possono prevenire milioni di morti e ridurre i costi economici e sanitari». L’azione climatica centrata sulla salute rappresenta non solo un imperativo etico, ma anche un investimento strategico per il futuro.
Il tavolo Welfair e la resilienza dell’Italia
Proprio su questi temi, a Welfair, la fiera del fare Sanità, il tavolo Sopravvivere ai grandi disastri metterà a confronto esperti, istituzioni e operatori del settore. L’iniziativa sottolinea la necessità di «strategie di adattamento più rapide ed efficaci, di formazione, pianificazione urbana resiliente e investimenti mirati nella prevenzione dei rischi», per proteggere popolazione e infrastrutture dagli impatti estremi del cambiamento climatico.
