Il West Nile Virus è un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda (fonte ISS). È endemico in diverse parti del territorio italiano e si trasmette attraverso la puntura della zanzara comune (non tigre) che colpisce, perciò, al tramonto e di notte. Si stima che fino all’80% delle persone contagiate non presenti sintomi. Circa il 20% dei contagiati sviluppa la malattia, con sintomi lievi come febbre, mal di testa, arrossamenti e altri sintomi influenzali. Una 1 persona su 150 sviluppa sintomi gravi, con complicanze neurologiche che, in circa un caso 1 su mille, possono evolvere in un’encefalite letale, come i recenti decessi testimoniano. Nei casi di complicanze neurologiche il tasso di mortalità si situa tra 3% il 15%, secondo i dati del National Institutes of Health (NIH).
Chi sviluppa le forme più gravi?
Sono le persone immunodepresse, in particolare gli anziani spiega Paolo Fazii, Direttore Medico dell’UOC Microbiologia e Virologia Clinica di Pescara
Quali sono le Regioni più colpite? Secondo l’European Centre for Disease Control Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia, Lazio, Campania e Sardegna presentano i casi più recenti in specifiche province.
Perché alcune zone sono colpite più di altre?
«Dipende dalla presenza delle zanzare e dalla presenza del virus. Le zanzare si contagiano con il sangue degli uccelli e possono contagiare, a loro volta, altri uccelli, cani, gatti, cavalli ed esseri umani» continua il dottore. Sebbene la diffusione del West Nile stia crescendo, «la presenza del virus non è costante ogni anno e in ogni luogo».
In particolare il West Nile Virus «è più frequente in campagna che in città, perché in città gli animali contagianti/contagiabili sono meno numerosi e sono più diffuse le campagne di disinfestazione. Ovviamente, le zone umide e calde, dove le zanzare prosperano, sono quelle più rischiose».
Si può prevenire?
«La prevenzione parte sul territorio: gli zoologi e i veterinari eseguono delle analisi a campione sulle zanzare del territorio. Se il virus è presente, allora, in quel territorio è possibile attrezzarsi. L’anno scorso, l’Abruzzo ha ricevuto l’avviso di un focolaio. Due mesi dopo abbiamo avuto il primo caso equino. Ci aspettavamo il contagio umano e, quando abbiamo intercettato l’unico caso con sintomi gravi e neurologici lo abbiamo curato con successo».
Le cose da sapere
Le zanzare nostrane pungono di notte o verso il tramonto.
Uomini e cavalli sono end hosts (ospiti finali) per il virus. Non c’è contagio tra persona e persona. E la persona infetta ha una carica virale così bassa che nessuna zanzara può infettarsi pungendo un essere umano. Questo significa che l’infezione si ferma quando raggiunge l’uomo. «Se non fosse così, allora sarebbe una minaccia più seria».
Le cose da fare
Se si visita o vive in una regione ricca di zanzare e con focolai di West Nile Virus, la sera il consiglio è:
· Zanzariere
· Vestiti chiari
· Calzoni lunghi, calze e scarpe
· Repellenti sulle parti scoperte della pelle
Le cose da non fare
«E bene evitare di spaventarsi e riempire i Pronto Soccorso. Come abbiamo visto, la febbre da West Nile è piuttosto rara, e i casi gravi ancora di più. Inoltre, la febbre in estate non è un’eccezione. Sindromi influenzali e Covid continuano a circolare. Febbre alta e prolungata, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore: questi sono i sintomi che devono impensierire».
In definitiva
«Il West Nile Virus è un problema sanitario, ma è un problema che si può gestire con prevenzione sul territorio, controlli nelle trasfusioni (ove si siano fattori di rischio), e precauzioni domestiche e individuali. Non va preso sottogamba ma neppure ingigantito».