La posta pneumatica sta tornando negli ospedali?

Una tecnologia ottocentesca per azzerare le distanze nella comunicazione è rinata come strumento logistico nella sanità moderna. Ecco come funziona e che vantaggi offre

La posta pneumatica nasce nella prima metà dell’Ottocento: il primo sistema operativo fu realizzato da Josiah Latimer Clark e inaugurato al London Telegraph Office nel 1853, con l’uso di tubi e aria compressa per spostare messaggi su brevi distanze. Successivamente il sistema si diffuse in molte grandi città europee (Parigi, Berlino, Vienna), con reti sotterranee che trasportavano lettere, telegrammi e piccoli pacchi. In Italia esempi apprezzabili furono attivi a Milano, Roma e Napoli, operativi fino agli anni ’80. Nel corso del Novecento, con lo sviluppo delle telecomunicazioni (telefono, fax, internet), l’uso della posta pneumatica per fini postali declinò progressivamente.

La rinascita nella sanità

La tecnologia ha trovato un nuovo terreno privilegiato: l’ambito sanitario e laboratoristico. In ospedali di una certa dimensione, il trasporto manuale di campioni biologici, farmaci, sacche di sangue e documentazione può essere lento, laborioso e soggetto a errori. I sistemi pneumatici permettono di inviare piccoli contenitori tra reparti e laboratori in pochi secondi, con tracciabilità e riduzione dei tempi.

Fabio Garofalo

Come funziona la posta pneumatica in Sanità

«Quella della posta pneumatica è una tecnologia antica ma non obsoleta: può abbattere del 90% i tempi di spostamento dal prelievo alle analisi laboratorio, porta un grande risparmio rispetto all’impiego di un servizio di portantini e rende l’intero processo più efficiente e sicuro dal punto di vista della gestione del rischio sanitario» riferisce Fabio Garofalo, direttore generale di Aerocom GCT. Aerocom GCT è l’unità produttiva italiana del gruppo multinazionale tedesco aerocom che da oltre 40 anni propone in tutto il Bel Paese soluzioni personalizzate di posta pneumatica anche per ospedali. “Il sistema funziona come un corpo umano e consiste di un cuore che pompa (una centrale), i tubi che trasportano piccoli oggetti come le provette o i farmaci, e un cervello, un programma digitale, che traccia i campioni e automatizza la consegna al laboratorio».

 I vantaggi

«La posta pneumatica consente di collegare reparti con rapidità, affidabilità e tracciabilità indispensabili per attività sensibili come la diagnostica, la terapia e la gestione dei farmaci. È vantaggiosa sotto diversi profili. Dal punto di vista materiale permette di risparmiare sui servizi di portantini che sono quasi sempre dati in appalto a cooperative esterne e possono arrivare a costare anche 2 o 3 mila euro al giorno, a fronte di un costo di manutenzione e servizio per la posta pneumatica di poche migliaia di euro all’anno».

«Ci sono, poi, vantaggi immateriali e organizzativi. La posta pneumatica permette di rendere molto più efficiente la logistica di laboratorio, risparmiando il tempo dei dipendenti sanitari, come gli infermieri, per concentrarlo su attività a maggiore valore e professionalità. Riduce, infine, la possibilità di errore nel riconoscimento, trasporto e tracciabilità della provetta. Nel caso in cui il codice a barre inserisca la provetta automaticamente nella linea di analisi del laboratorio (Ospedale Parini di Aosta) l’errore umano è, praticamente ridotto a zero». 

Come si può inserire la posta pneumatica in un contesto ospedaliero e quanto costa  

«Ci sono due possibilità: il caso degli ospedali che hanno già una rete pneumatica e il caso dei nuovi ospedali in progettazione. A prescindere, il costo varia con le dimensioni e mi preme dire che una delle qualità delle poste pneumatica è la scalarità: si può iniziare piccolo, un impianto base con una o due stazioni costa attorno ai 30/40mila euro fino ad arrivare ad impianti nei nuovi ospedali con 80 stazioni da circa 500mila euro. Gli impianti si prestano a crescere con il tempo. Maggiore il numero delle stazioni e la distanza coperta, più veloce è il ritorno sull’investimento. Un nuovo impianto in un ospedale di medie/grosse dimensioni si ripaga in 6/8 anni».

E nel caso di ospedali con reti preesistenti?

«Qui è ancora più facile: basta riattivare il servizio con un nuovo centrale pneumatica. I tubi rimangono invariati e l’intervento non è invasivo e non tocca i muri. Spesso, gli impianti sono in disuso, perché chi li ha costruiti non aveva interesse a gestirli e la manutenzione ne ha risentito. Aerocom li riattiva e garantisce un servizio continuato, per mantenere l’impianto ad un ottimo livello di efficienza. I sensori di cui disponiamo ci hanno permesso di passare dalla manutenzione preventiva a quella predittiva, intervenendo solo sui pezzi che si usurano e riducendo ulteriormente i costi».

La posta pneumatica sta tornando nella sanità italiana?

«Per alcuni è esplicitamente una parte importante del futuro della logistica sanitaria. Aerocom ha, recentemente, lavorato in 10 strutture dai 50 ai 250 letti e il nostro servizio è attivo in realtà come l’Ospedale Statale di San Marino (40 stazioni), l’Ospedale Parini di Aosta e il Campus Bio Medico di Roma.  La posta pneumatica va intesa come un impianto industriale elettromeccanico di servizio che migliora la logistica degli ospedali. La sfida è influenzare positivamente il processo di progettazione delle nuove strutture e diffondere la conoscenza di questa tecnologia antica e moderna assieme, dimostrando i vantaggi materiali e immateriali per la sanità. Un’altra sfida importante è estendere il range degli oggetti trasportati, includendo, per esempio, i farmaci e ampliando ulteriormente l’impatto positivo su efficienza e risparmi».

Per saperne di più: 

Fabio Garofalo parteciperà ai seguenti tavoli di Welfair, la fiera del fare Sanità, a Fiera di Roma: 

Giovedì 6 novembre 2025 10:30-13:00 

Tecnologia in sanità: scelte, sfide e opportunità per la governance 

Giovedì 6 novembre 2025 15:00-17:30 

La via del farmaco: tracciare il futuro della logistica tra resilienza, digitalizzazione e centralità del paziente 

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di Tommaso Vesentini
23 Ottobre, 2025

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