L’appello dell’ECDC sulle infezioni sessualmente trasmissibili

Usare le precauzioni, testarsi regolarmente e vaccinarsi sono la nostra miglior difesa contro le infezioni sessualmente trasmissibili
L'ECDC raccomanda di utilizzare il preservativo durante ogni rapporto

In vista dell’estate, periodo dell’anno in cui le interazioni sociali conoscono un picco, il Centro Europeo per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (ECDC) lancia un appello sul rischio di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili (IST). Non solo le famose AIDS e HIV: senza attuare le dovute precauzioni rischiamo di contrarre clamidia, sifilide, vaiolo delle scimmie e gonorrea. Quest’ultima sta creando scompiglio nel Regno Unito, ma i dati attestano che sono molti i paesi che vedono proliferare queste malattie. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, negli ultimi anni, dopo un calo legato alla pandemia, è aumentato il numero delle persone con una IST, sia nel nostro Paese che in Europa.

Come evitare un’infezione sessualmente trasmissibile?

Come spesso accade, la prevenzione è la carta vincente. L’ECDC raccomanda innanzitutto di utilizzare il preservativo in tutti i rapporti, occasionali e non. È saggio, inoltre, testarsi prima di fare sesso non protetto con nuovi partner e vaccinarsi per quelle malattie con cui è possibile farlo. Il vaiolo delle scimmie figura fra queste ad esempio.

La probabilità di contrarre un’IST, raccomanda l’ECDC, aumenta:

  • qualora si abbiano rapporti sessuali non protetti prima dei 15 anni di età, in quanto la mucosa genitale è ancora immatura e più sensibile alle infezioni;
  • se si consumano alcol o sostanze psicoattive, che possono determinare una ridotta lucidità mentale e facilitare l’esposizione a comportamenti sessuali a rischio;
  • nelle persone con una condizione di immunodepressione (per esempio, persone HIV positive o coloro che sono in chemio/radio-terapia per malattie tumorali) perché le difese immunitarie debilitate non sono in grado di proteggere l’organismo dagli agenti responsabili delle IST;
  • nelle donne, perché la superficie vaginale è estesa e quindi è più ampia l’area di ingresso dei microrganismi.

«Sul tema c’è mancanza di consapevolezza»

La Dott.ssa Barbara Suligoi, direttrice del Centro Operativo AIDS, DMI, Istituto Superiore di Sanità, sull’argomento delle IST denuncia «poche informazioni e confuse. Molti, in particolare, non sanno che i tumori da HPV colpiscono anche i maschi o pensano che il sesso orale sia sicuro. Dal punto di vista delle malattie sessualmente trasmesse non lo è. Forte è, invece, la relazione reciproca tra le malattie sessualmente trasmesse: la presenza di una rende molto più probabile ammalarsi anche di altre. In parte, ciò è dovuto al fatto che i comportamenti a rischio sono gli stessi; in parte perché gli effetti di alcune malattie, come le ulcere sui genitali, favoriscono l’infezione di altri virus e patogeni».

La Dott.ssa Suligoi è co-autrice di un vademecum di prevenzione delle IST.

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