Malattie croniche non trasmissibili, in Europa restano la principale causa di morte

Dopo anni di miglioramento, la mortalità precoce da malattie croniche torna a salire in diversi Paesi europei. “Necessari interventi ad alto impatto”, fanno sapere dall’OMS.
malattie croniche non trasmissibili

Nonostante i progressi degli ultimi anni, le malattie croniche non trasmissibili – quali malattie cardiovascolari, tumori, diabete e malattie respiratorie croniche – restano la principale causa di mortalità in Europa, rappresentando un problema sia per la popolazione che per i sistemi sanitari. Questo quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’OMS “Advancing Europe’s non-communicable diseases agenda through cross-national collaboration: translating WHO-Europe findings into actionable strategies”, pubblicato su The Lancet Regional Health.

Il rapporto segnala un rallentamento della riduzione della mortalità precoce dovuta a queste malattie che è partito, in alcune zone, nel 2014, per poi acuirsi negli anni della pandemia. Tutto ciò ha compromesso il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla stessa OMS nel 2025. In alcuni Paesi, viene segnalato nel report, i tassi di mortalità per queste malattie sono addirittura aumentati, tornando ai livelli fatti registrare prima del Covid-19.

Meno indagini e strategie

Diverse sono le criticità evidenziate nel report. Oltre ai dati sull’obesità e sul diabete che continuano a crescere, l’inattività fisica, sottolinea l’OMS, resta stabile. La pandemia, poi, ha rallentato anche l’attuazione di di politiche pubbliche volte al contrasto di tali malattie: la percentuale di Paesi che hanno condotto indagini sui fattori di rischio è scesa dal 28% del 2021 al 19% del 2023. Di pari passo sono diminuiti i Paesi dotati di strategie nazionali multisettoriali operative, che sono passati dal 60% al 55%.

Nuove azioni e sfide da affrontare

L’OMS riporta anche come l’adozione di linee guida generali, da parte dell’85% dei Paesi Europei, per la gestione delle quattro principali malattie croniche non trasmissibili, rappresenti una base su cui è possibile costruire efficaci azioni contrastanti. È necessaria, in tal senso, dice l’OMS nel report, «un’azione accelerata, armonizzata e guidata dal principio di equità, attraverso strategie che rafforzino i sistemi sanitari, promuovano politiche basate su dati concreti e di qualità, e garantiscano interventi integrati lungo tutto il percorso di prevenzione e cura. Le disuguaglianze sanitarie, sia tra Paesi che al loro interno, restano una sfida centrale da affrontare con urgenza».

2025 anno decisivo

Pertanto, l’Unione Europea ha intensificato il proprio impegno contro tali malattie attraverso iniziative strategiche come Healthier Together, Europe’s Beating Cancer Plan e programmi specifici cofinanziati nell’ambito di EU4Health, come JACARDI e JA PreventNCD, che coinvolgono 27 Paesi e puntano a un modello integrato di prevenzione e cura.

In conclusione, secondo l’OMS, per ottenere riduzioni tangibili della mortalità nei prossimi anni, sarà fondamentale accelerare l’adozione di interventi ad alto impatto e affrontare nuove sfide legate a marketing nocivo, disuguaglianze sanitarie e determinanti ambientali. In questo contesto, i dati sanitari diventano leva strategica per guidare le politiche: lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari e i progetti JACARDI e JA PreventNCD mirano proprio a rafforzare monitoraggio e accountability. Il 2025 segna un passaggio chiave perché, con la scadenza del piano OMS e l’avvio di un nuovo programma europeo, sarà essenziale tradurre gli impegni in azioni concrete, integrate e orientate all’equità.

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