Mentre dall’inizio dell’anno si registra una ripresa nei contagi di Covid-19, l’Italia respinge gli emendamenti sul Regolamento Sanitario Internazionale (IHR) adottati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’anno scorso. Roma ha seguito le azioni intraprese da Washington, che aveva motivato il respingimento di tali provvedimenti con la difesa della propria sovranità nazionale. Al giubilo delle forze di maggioranza oltre alle normali obiezioni delle opposizioni fanno da contraltare lo sconforto della comunità scientifica, che reputa controproducente questa mossa isolazionista del Governo italiano. Tali emendamenti erano stati approvati alla 77esima Assemblea mondiale della sanità di Ginevra nel 2024 e avevano l’obiettivo di rafforzare il quadro normativo per rispondere alle emergenze di salute pubblica.
Il contenuto delle modifiche all’IHR
Gli emendamenti introducevano il concetto di “emergenza pandemica”, una categoria distinta rispetto alle già esistenti emergenze sanitarie internazionali. Questo avrebbe permesso all’OMS di dichiarare formalmente una pandemia e avviare misure di coordinamento globale anche prima che la crisi raggiungesse livelli incontrollabili. Era prevista anche l’introduzione di documenti sanitari digitali, come i certificati di vaccinazione o di test diagnostico. Questi avrebbero potuto diventare strumenti standardizzati per garantire la circolazione sicura delle persone durante le emergenze sanitarie internazionali.
L’OMS puntava a migliorare la cooperazione tra i Paesi membri, stabilendo meccanismi per condividere informazioni in tempo reale, risorse sanitarie, e anche vaccini e farmaci. Il risultato agognato era un approccio più solidale e tempestivo nella gestione delle future crisi sanitarie. Infine, veniva disciplinato anche un meccanismo finanziario globale, pensato per aiutare i Paesi a basso reddito a rafforzare i propri sistemi sanitari e a rispondere meglio alle emergenze, riducendo le disuguaglianze nell’accesso a cure e strumenti.
Il rifiuto dell’Italia agli emendamenti dell’OMS
L’Italia ha ratificato che respinge l’adozione degli emendamenti proposti dall’OMS tramite l’invio di una lettera formale. Nella comunicazione ufficiale inviata dal Ministro della salute Schillaci è anche spiegato come il nostro Paese ha potuto rigettare la loro entrata in vigore. «Come indicato dal comma 3 dell’articolo 55 e dal comma 2 dell’articolo 59 dell’IHR (2005) – si legge nella lettera – tali emendamenti entreranno in vigore a 12 mesi dalla sopra citata comunicazione, ovvero il 19 settembre 2025, eccetto per quelle Parti che avranno notificato al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità la loro decisione di rifiutare o di formulare delle riserve nei confronti dei citati emendamenti. Pertanto – conclude il ministro – ai sensi dell’articolo 61 dell’IHR (2005), per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto di parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77/ma Assemblea mondiale della sanità con la risoluzione WHA77.17».
Le reazioni alla bocciatura
Il Direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, che secondo le nuove norme avrebbe ottenuto una maggiore discrezionalità nel dichiarare emergenze e nel fornire raccomandazioni operative vincolanti per i Paesi non ha fatto attendere il suo commento, nel quale esprime profondo sconforto. «Gli Stati membri dell’Oms hanno il diritto di decidere se adottare o meno, e successivamente attuare, emendamenti all’IHR. Le modifiche sono state proposte, negoziate e adottate dagli Stati membri sulla base degli insegnamenti tratti dalla pandemia di Covid e non mirano a conferire potere all’OMS, ma a migliorare la cooperazione tra gli Stati membri nella prossima pandemia».
«Gli emendamenti del 2024 sono chiari sulla sovranità degli Stati membri» ha continuato il dirigente di nazionalità etiope. «L’OMS non ha mai avuto il potere di imporre lockdown, restrizioni di viaggio o altre misure simili. Gli Stati membri hanno il potere di farlo se ne ravvisano la necessità. La comunicazione del rischio è una parte essenziale di qualsiasi risposta di emergenza, poiché le popolazioni devono essere informate tempestivamente». Conclude Ghebreyesus: «L’OMS è imparziale e collabora con tutti i Paesi per migliorare la salute delle persone».
Dello stesso tono i commenti di Massimo Andreoni, Direttore della Società di malattie infettive da poco nominato nel Consiglio superiore di sanità. Raggiunto da Repubblica, ha esternato la sua amarezza: «Lavorare insieme è fondamentale. Di fronte alle emergenze epidemiche ci deve essere un unico atteggiamento e una regia generale. Non si può pensare di affrontare situazioni del genere da soli. Escludersi come paese può voler dire essere svantaggiati» ha continuato. «Si può fare in tempo a modificare la rotta di fronte all’emergenza. Non riconoscere, però, che ci sia un’organizzazione internazionale con una regia forte su quello che si deve fare è poco lungimirante».