Con l’arrivo dell’autunno, la medicina generale si prepara ad affrontare una stagione intensa sul fronte dell’assistenza territoriale. L’attenzione è rivolta in particolare alla co-circolazione di virus influenzali, respiratorio sinciziale e Sars-CoV-2. La Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) ha sottolineato in un comunicato la necessità di pianificare in modo efficace la risposta del sistema sanitario, soprattutto a livello territoriale.
La posizione condivisa con Bassetti
«Condividiamo le perplessità espresse dal professor Matteo Bassetti sui rischi legati alla diffusione del nuovo virus influenzale, e siamo molto preoccupati per la sostenibilità delle attività visto che proprio al territorio e ai medici di famiglia toccherà il maggior carico di lavoro» afferma Tommasa Maio, responsabile nazionale Area Vaccini della Fimmg.
Secondo Maio, il periodo autunnale richiederà uno sforzo coordinato per gestire in modo efficiente i diversi virus respiratori in circolazione: «Già oggi vediamo le prime avvisaglie e con l’autunno la medicina di famiglia dovrà reggere l’impatto della co-circolazione dei virus influenzali, uniti al virus respiratorio sinciziale e al virus SarsCoV2».
«L’Italia è tra i Paesi con la più alta percentuale di persone anziane e fragili, condizione che aumenta – sicuramente più di quanto sta avvenendo in Australia – l’impatto atteso in termini di complicanze e conseguente carico assistenziale per i medici di famiglia e ospedali».
Il ruolo chiave delle vaccinazioni
In questo contesto, le vaccinazioni rivolte ad adulti e anziani rappresentano uno strumento essenziale per garantire protezione individuale e stabilità del sistema.
«Un’adeguata immunizzazione serve anche ad alleggerire il carico insostenibile che nel periodo autunnale e invernale grava sugli studi dei medici di famiglia e a contenere la crescita esponenziale delle richieste di visite domiciliari, che hanno raggiunto numeri ormai insostenibili».
Semplificare la burocrazia e riequilibrare il sistema
Tra le criticità evidenziate, la Fimmg sottolinea la necessità di interventi organizzativi che permettano ai professionisti di concentrarsi maggiormente sulla cura. «I medici di famiglia si trovano a reggere, non senza difficoltà, un sistema schiacciato da carenze organizzative e da una burocrazia sempre più pesante che sottrae tempo prezioso alla cura» osserva Maio.
«La riduzione del numero di medici di medicina generale e la crescita costante della platea assistita hanno determinato un disequilibrio che mette a rischio la qualità dell’assistenza e la sostenibilità del modello stesso di medicina generale – prosegue Maio -. A tutto ciò si aggiunge una progressiva svalutazione della professione: retribuzioni ferme al 2021, aggravate da costi professionali sempre maggiori soprattutto nei periodi stagionali di picco, contribuiscono a rendere la medicina generale sempre meno attrattiva per i giovani medici».
Verso una medicina territoriale più solida
Dalla Fimmg arriva un appello a rafforzare il sistema in modo strutturale, guardando alla prossima Legge di Bilancio come occasione strategica, con investimenti concreti su personale e organizzazione, che possano sostenere le campagne vaccinali e garantire una risposta efficace ai bisogni della popolazione.
Un nodo da sciogliere riguarda anche l’aggiornamento dei riferimenti contrattuali e l’uniformità dell’organizzazione regionale. «La mancata definizione in molte Regioni degli accordi integrativi regionali (AIR) e la mancata emanazione dell’Atto di Indirizzo per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale sembrano un paradosso non più accettabile» dichiara Maio.
«Le Regioni devono mettere in campo un impegno istituzionale immediato che restituisca valore e sostenibilità alla medicina generale e metta i cittadini al riparo dai rischi di una stagione invernale che si annuncia particolarmente impegnativa e possa rendere più attrattiva su giovani medici la scelta di fare i medici di famiglia».
