Eccessiva burocrazia, demansionamento e difficoltà nel delegare. Questa, come denunciato dal segretario nazionale del sindacato delle professioni sanitarie Coina Marco Ceccarelli, è la situazione che ogni giorno si trovano ad affrontare gli infermieri in tutta Italia. «È un sistema che carica sulle spalle degli infermieri una mole insostenibile di burocrazia – spiega Ceccarelli – che toglie tempo all’assistenza qualificata e aumenta il rischio di errori clinici».
Fino a quaranta minuti di attesa
Come sottolineato dal Rapporto Censis 2024, la burocrazia è uno degli ostacoli principali alla produttività clinica e alla qualità percepita dai cittadini. In media, per ogni ingresso in reparto, è necessario compilare fino a sette schede, il che si traduce in un’attesa di quaranta minuti per paziente. Tale fenomeno è confermato anche da alcuni studi, come quello condotto dall’Università di Torino e pubblicata sul Journal of Advanced Nursing e sul Journal of Patient Safety, che dimostra come in Piemonte circa il 25% del tempo degli infermieri è occupato da mansioni burocratiche. Ciò si traduce in un deficit di oltre 5.000 operatori nella cura quotidiana dei pazienti.
Tra demansionamento e difficoltà di delega
Non solo burocrazia, ma anche “demansionamento infermieristico”. Questa, secondo Ceccarelli, è una problematica legata alla carenza di personale di supporto, soprattutto nei turni notturni. «Troppo spesso gli infermieri si trovano a dover svolgere compiti non propri, dalla gestione dei trasporti alle pulizie fino alle pratiche amministrative, sottraendo tempo all’assistenza» spiega Ceccarelli. «Al demansionamento bisogna aggiungere anche una difficoltà nella delega tra infermieri. Molti operatori, specialmente più giovani, che hanno difficoltà nel rivolgersi ai colleghi di supporto più anziani o poco collaborativi, temendo che il lavoro delegato non sia svolto con adeguata qualità, o per paura di ricevere critiche».
Accelerare sulla digitalizzazione
«Non possiamo più permetterci che un quarto del tempo degli infermieri venga sprecato. Ogni minuto sottratto ai pazienti è un costo in termini di salute e sicurezza» afferma Ceccarelli. Il segretario, inoltre, chiede un’accelerazione concreta sul fronte della digitalizzazione sanitaria: «il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 deve diventare davvero interoperabile e non restare una promessa sulla carta. Serve una strategia nazionale per ridurre la duplicazione dei dati e liberare energie preziose per l’assistenza».