Corte dei Conti: pubblicata la relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni/Province Autonome

Nella sanità continuano a persistere gestione inefficiente della spesa, disavanzi, disuguaglianze territoriali e difficoltà aggravate da invecchiamento demografico e patologie croniche in crescita. Un rischio per la sostenibilità del sistema dice la Corte dei Conti
Nella sanità continuano a persistere gestione inefficiente della spesa, disavanzi, disuguaglianze territoriali e difficoltà aggravate da invecchiamento demografico e patologie croniche in crescita. Un rischio per la sostenibilità del sistema dice la Corte dei Conti
Enzo Chilelli

Nel 2023 il finanziamento del Servizio sanitario nazionale è stato di 128,87 miliardi di euro mentre la spesa sanitaria complessiva delle Regioni italiane è stata di 152,9 miliardi di euro in considerazione anche dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In questo quadro si inserisce un debito sanitario regionale che si è attestato a 11,39 miliardi di euro.

Tale debito può essere frutto di sottofinanziamento o, come penso, da diseconomie e mancate riorganizzazioni. Secondo il monitoraggio del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), nel 2023 solo 13 Regioni hanno superato la soglia minima in tutte le macroaree di valutazione. Otto invece presentano criticità, in particolare nell’area della prevenzione. Ovviamente gli investimenti sanitari, dovuti al PNRR, sono aumentati. Tuttavia, a questi investimenti più elevati non corrisponde una migliore performance nei LEA, segno che l’efficienza nella gestione resta il nodo irrisolto.

Dice la Corte dei Conti che «Restano comunque forti le esigenze di riforma strutturale del comparto, sia sul fronte organizzativo che su quello della programmazione e valutazione», sottolineando che l’impegno finanziario a favore della sanità pur essendo stato cospicuo non ha raggiunto i risultati auspicati in termini di equità, qualità ed efficienza dell’assistenza che restano disomogenei.

Il ruolo della Corte dei conti è quello di analizzare il passato evidenziando le problematiche, che al 2023 sembrano uguali a quelle del passato. Lievi miglioramenti ma senza soluzioni ideali. Ma noi sappiamo bene che la sanità è un comparto difficile da affrontare. Abbiamo visto, nel corso degli oltre 40 anni dalla prima riforma, che tutte e tre le tesi (de-finanziamento, rifinanziamento, privatizzazione). Queste sono risultate inefficaci perché non sono riuscite a ricostruire gli equilibri tra domanda e offerta e quindi rendere il sistema sostenibile rispetto al fabbisogno.

È per questo che anche nell’edizione 2025 di Welfair la fiera del fare Sanità ci siamo dati un obiettivo rispondere alla difficile domanda: «Cosa vuol dire innovare per garantire il governo della spesa e, quindi, un grado accettabile di sostenibilità e produrre salute?». Crediamo che la sanità pubblica si salva se riusciamo a farla costare strutturalmente meno, senza rinunciare alla piena soddisfazione dei diritti di malati e operatori.

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