Durante la gravidanza, il cuore delle donne è chiamato a uno sforzo straordinario, con il volume di sangue che aumenta fino al 60% man mano che ci si avvicina al terzo trimestre. Questo “superlavoro” impone un’accelerazione del battito cardiaco e un maggiore impegno del sistema cardiovascolare. Per la maggior parte delle donne, questi adattamenti avvengono senza problemi. Tuttavia, per quelle con patologie preesistenti o una predisposizione genetica, i rischi possono essere elevati, in particolare tra le donne over 35.
Un cuore sotto stress
Secondo uno studio della NYU School of Medicine, pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings, il rischio di complicazioni cardiovascolari in gravidanza aumenta drasticamente con l’età. Le donne tra i 35 e i 39 anni corrono un rischio cinque volte più alto rispetto alle più giovani, mentre per quelle over 40 il pericolo è dieci volte maggiore. Questa statistica evidenzia come la gravidanza non sia solo un evento fisiologico, ma anche un fattore di rischio per patologie cardiache che possono manifestarsi o aggravarsi durante questo periodo.
I rischi specifici durante la gravidanza
In gravidanza, il sistema cardiovascolare subisce adattamenti significativi per supportare la crescita del feto: aumenta il flusso sanguigno e la frequenza cardiaca, con la gittata cardiaca che deve adeguarsi alle nuove necessità. In presenza di patologie preesistenti o di complicazioni come la cardiomiopatia peripartum, la preeclampsia o l’eclampsia, i rischi aumentano, mettendo in pericolo sia la madre che il bambino.
Le specificità delle malattie cardiovascolari femminili
Le donne non solo affrontano rischi più alti durante la gravidanza, ma sono anche più vulnerabili ad altre patologie cardiovascolari. Per esempio, sono maggiormente soggette a ischemia o angina senza coronaropatia ostruttiva (Inoca-Anoca) e infarto senza ostruzione coronarica (Minoca). Queste condizioni sono difficili da diagnosticare, poiché le donne spesso non mostrano stenosi significative nelle arterie coronarie, ma soffrono di disfunzioni o spasmi nei vasi più piccoli, che possono sfuggire alla diagnosi iniziale.
Patologie valvolari e dissezioni coronariche: un altro rischio spesso ignorato
Le patologie valvolari cardiache sono un altro capitolo della cardiologia femminile spesso trascurato. Le donne, rispetto agli uomini, sono meno frequentemente sottoposte a interventi chirurgici per correggere queste problematiche, e quando lo sono, possono incontrare difficoltà tecniche legate alla diversa anatomia. Inoltre, i sintomi delle malattie valvolari nelle donne tendono a essere più subdoli e aspecifici, il che porta a diagnosi ritardate e prognosi peggiori.
Un altro rischio grave e spesso ignorato sono le dissezioni coronariche spontanee (Scad), una patologia rara ma potenzialmente mortale che colpisce principalmente le donne giovani. Questa condizione può manifestarsi come angina instabile, sindrome coronarica acuta o morte improvvisa, e viene frequentemente sottovalutata o mal diagnosticata.
La necessità di una maggiore consapevolezza
Le donne continuano ad affrontare diagnosi tardive e trattamenti insufficienti, che si traducono in complicanze più gravi e mortalità più alta. Come sottolineano gli esperti, è essenziale aumentare la consapevolezza riguardo alle specificità delle patologie cardiovascolari femminili, sia tra il pubblico che tra i professionisti del settore medico. In Italia, ogni 5 minuti una donna viene colpita da un infarto o da una malattia cardiovascolare, e la mortalità per malattia coronarica è più alta nelle donne rispetto agli uomini, con complicanze che colpiscono per il 90% il sesso femminile.