Il Ministero della salute ha rivisto il fabbisogno di medici specialisti da formare per l’anno accademico 2024/2025. La quota attuale è di 14.483 medici, in leggero calo rispetto a quella precedente che era fissata a 14.615 posti. Il documento è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni, che ha provveduto ad approvarlo il 30 luglio insieme ad altri provvedimenti. Per il completamento dell’iter amministrativo ora manca solamente il nulla osta del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile.
Le cifre del nuovo fabbisogno di medici specialisti
Il documento è diviso in tre aree funzionali: chirurgia, servizi e medicina. Nell’area funzionale di chirurgia, il fabbisogno è di 2.966 unità, con una maggiore richiesta in Chirurgia generale (646), Ortopedia e traumatologia (470), e Ginecologia e ostetricia (534). Nei servizi, invece, la richiesta sale a 4.382, dominata da Anestesia, rianimazione e terapia intensiva e del dolore (1.438) e Radiodiagnostica (658), seguite da Igiene e medicina preventiva (542). L’Area funzionale di medicina registra il fabbisogno più elevato, 7.135 unità, con picchi in Medicina d’emergenza e urgenza (954), Medicina interna (820), Pediatria (823) e Psichiatria (548). La tabella offre una panoramica chiara delle esigenze formative del SSN (Servizio Sanitario Nazionale), evidenziando le specializzazioni su cui investire per bilanciare carenze strutturali, rispondere all’invecchiamento della popolazione e rafforzare la medicina territoriale e d’urgenza.
La Lombardia risulta la regione con il fabbisogno più alto (1.817), seguita dal Lazio (1.391), Campania (1.218), Sicilia (1.160) ed Emilia-Romagna (1.056). Le specializzazioni con maggiore richiesta su base regionale sono Anestesia e rianimazione, Medicina d’urgenza, Pediatria e Medicina interna, coerentemente con i dati nazionali. Ad esempio, la Campania registra 87 posti per Anestesia e rianimazione, mentre il Lazio ne richiede 82. La Lombardia è particolarmente carente in Medicina interna (125) e in Medicina d’urgenza (125). La tabella evidenzia forti differenze territoriali nella domanda, riflettendo disparità demografiche, organizzative e strutturali tra regioni. È uno strumento essenziale per programmare in modo mirato l’accesso alle scuole di specializzazione, in modo da rispondere efficacemente ai bisogni sanitari regionali e ridurre gli squilibri nel SSN.
Le fasi del procedimento
Il Ministero ha chiesto al Coordinamento tecnico della Commissione salute di conoscere se le Regioni e le Province autonome intendessero confermare il fabbisogno di medici specialisti per l’anno accademico 2024/2025. Successivamente, la Regione Veneto, in qualità di coordinamento del tavolo tecnico interregionale della Commissione salute, ha trasmesso la volontà di rimodulazione del fabbisogno di medici specialisti da formare espresso dalle Regioni e Province autonome.
La distribuzione dei contratti di formazione specialistica tra le scuole di specializzazione degli Atenei avviene tenendo conto della capacità formativa e del volume di attività assistenziale delle strutture sanitarie presenti nella rete formativa delle scuole stesse. Per rispondere a specifiche esigenze formative segnalate dalle singole Regioni e Province autonome, è possibile prevedere contratti aggiuntivi rispetto a quelli finanziati dallo Stato, qualora le università dispongano di risorse ulteriori, comunque acquisite. Inoltre, le Regioni prive di Atenei con corsi di laurea in medicina possono stipulare convenzioni con università di altre Regioni, al fine di assegnare contratti di formazione specialistica supplementari.