Il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), conosciuto soprattutto per i casi di bronchiolite nei neonati, è oggi considerato un serio pericolo anche per gli adulti, in particolare per anziani e soggetti con patologie croniche. In Italia, si stimano ogni anno circa 290.000 casi tra gli over 60, con oltre 26.000 ricoveri ospedalieri e circa 1.800 decessi. L’esigenza di una maggiore disponibilità della vaccinazione contro il RSV si fa sempre più pressante, soprattutto alla luce dei dati presentati dall’Associazione Pazienti con BPCO e altre Malattie Respiratorie.
La voce dei pazienti: metà non conosce il virus
Durante l’incontro “Virus Respiratorio Sinciziale, il diritto alla prevenzione per i pazienti fragili”, tenutosi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, sono stati diffusi i risultati di una survey condotta dall’Associazione Pazienti con BPCO. L’indagine, che ha coinvolto 444 pazienti con un’età media di 70 anni, ha mostrato come ben il 50% non avesse mai sentito parlare del RSV. Eppure, il campione era composto da soggetti consapevoli: oltre il 97% aveva effettuato l’esame spirometrico e mostrava alte percentuali di vaccinazione antinfluenzale.
“I pazienti coinvolti erano ben informati e consapevoli delle complicazioni legate alle malattie respiratorie croniche. Tuttavia, circa il 50% non aveva mai sentito parlare dell’infezione da RSV – ha dichiarato Salvatore D’Antonio, presidente dell’Associazione –. Ci ha sorpreso che solo il 64% abbia espresso l’intenzione di sottoporsi alla vaccinazione, nonostante l’82% presentasse ostruzione respiratoria moderata o grave”.
Il nodo della vaccinazione: serve un accesso più ampio
Attualmente, la vaccinazione contro il RSV non è inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) né nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, diversamente da quanto avviene in altri Paesi europei e negli Stati Uniti. L’efficacia e la sicurezza dei nuovi vaccini anti-RSV sono confermate, ma manca ancora un’organizzazione capillare per la loro somministrazione nei pazienti fragili.
“L’introduzione della vaccinazione contro il RSV nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale rappresenterebbe un passo decisivo per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione – ha affermato Massimo Andreoni, Direttore Scientifico Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) –. È importante garantire un accesso tempestivo e omogeneo sul territorio nazionale”.
Il calendario vaccinale per la vita e le risposte del Ministero
Segnali di attenzione arrivano dal Ministero della Salute. Il nuovo Calendario vaccinale per la Vita 2025 include il RSV tra le vaccinazioni prioritarie, accanto a influenza, SARS-CoV-2, Pneumococco ed Herpes Zoster. Inoltre, il Ministro della Salute Orazio Schillaci, rispondendo a una recente interrogazione parlamentare, ha confermato l’avvio dell’aggiornamento del calendario nazionale di immunizzazione, con l’obiettivo di offrire il vaccino contro il RSV a neonati, donne in gravidanza e adulti fragili già a partire dalla stagione 2025-26.
“Il Virus Respiratorio Sinciziale rappresenta oggi una sfida di sanità pubblica che merita attenzione e risposte concrete – ha sottolineato Luciano Ciocchetti, Vicepresidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati –. È nostro dovere lavorare affinché strumenti di prevenzione già disponibili, come la vaccinazione, siano resi accessibili ai pazienti fragili”.
I parlamentari chiedono una campagna vaccinale per i fragili
L’iniziativa legislativa si affianca all’impegno delle associazioni. L’onorevole Simona Loizzo, Membro della XII Commissione Affari Sociali, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Schillaci per sollecitare l’inclusione della vaccinazione contro l’RSV nella campagna autunnale rivolta ai pazienti fragili.
“Abbiamo interrogato il Ministro Schillaci per inserire nella campagna vaccinale autunnale per i pazienti fragili un calendario di vaccinazione contro il RSV – ha dichiarato Loizzo –. Il Ministro sembra ben orientato ad aprire questa campagna”.