Nel 2022, il valore medio degli Healthy Life Years (HLY), ovvero anni vissuti in buone condizioni di salute, senza limitazioni funzionali, nell’Unione Europea era di 62,6 anni, con una lieve prevalenza per le donne (62,8 anni) rispetto agli uomini (62,4 anni).
Nel dettaglio, nei neonati del 2023 si stimano in media 63,3 anni vissuti in buona salute per le donne e 62,8 anni per gli uomini, con un divario di genere di soli 0,5 anni. Indicativamente, questi valori si attestano mediamente sui 63,1 anni a livello UE. Questi valori equivalgono a circa il 75 % della speranza di vita totale per le donne (84,0 anni) e l’80 % per gli uomini (78,7 anni).
Perché “anni vissuti in buona salute” è un indicatore strategico
A differenza della tradizionale speranza di vita, che misura solo la durata, l’indicatore degli HLY mette a fuoco la qualità del tempo vissuto, quantificando i periodi liberi da disabilità o limitazioni all’attività quotidiana.
Questa distinzione è cruciale nella politica sanitaria: non solo si vive più a lungo, ma è fondamentale capire se tali anni aggiuntivi sono effettivamente vissuti in condizioni autonome e senza bisogno di assistenza intensiva. Gli HLY sono quindi un termometro affidabile della sostenibilità dei sistemi sanitari pubblici europeo, poiché aiuta a valutare meglio il carico futuro di cura, riabilitazione e assistenza.
Il profilo italiano: dati significativi e posizionamento europeo
Nel 2022, tra i Paesi UE, l’Italia si collocava ai vertici per l’aspettativa di vita in buona salute: 67,4 anni, preceduta solo da Malta (70,2). Nel 2023, per gli uomini italiani l’indicatore degli HLY è salito a 68,5 anni, il secondo valore più alto tra i Paesi UE, subito dopo Malta, confermando una posizione di eccellenza. Per le donne, nel 2023 l’Italia ha registrato 69,6 anni di HLY, nuovamente tra i migliori valori in ambito europeo.
Una lente per valutare la governance sanitaria
Per i decisori pubblici, monitorare l’evoluzione degli HLY significa:
- Pianificare risorse sanitarie in modo più mirato, anticipando la domanda di servizi legati al invecchiamento e alle disabilità;
- Valutare l’efficacia delle politiche preventive e di promozione della salute, nonché degli interventi di assistenza domiciliare e di comunità;
- Stimare con precisione il risparmio sociale ed economico, derivante da una popolazione che vive attivamente più a lungo.
Conclusione
Il lieve aumento degli HLY nel 2023 rispetto al 2022 costituisce un segnale positivo, soprattutto perché la nostra popolazione invecchia sempre di più. Le politiche sanitarie europee sembrano riuscire, almeno in parte, a coniugare l’aumento della durata della vita con una migliore qualità di vita. Questo indicatore, seppur ancora caratterizzato da ampi margini di miglioramento e disparità regionali, si conferma come uno strumento informativo di grande valore per la governance sanitaria, sia a livello UE sia nazionale.