Secondo il nuovo rapporto globale dell’OMS sulla prevalenza dell’uso di tabacco, la percentuale di persone di età pari o superiore ai 15 anni che fanno uso di prodotti del tabacco è passata dal 33,1% nel 2000 al 19,5% nel 2024. Una diminuzione importante, ma non ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo fissato dal Piano d’azione globale per le malattie non trasmissibili (NCD GAP): una riduzione del 30% della prevalenza rispetto al 2010, da raggiungere entro il 2025.
Per essere in linea con il target, la prevalenza dovrebbe scendere al 18,3% nel 2025. Ma le proiezioni aggiornate indicano un valore di 19,2%, con un divario di 0,9 punti percentuali. Al ritmo attuale di diminuzione, l’obiettivo verrà raggiunto solo nel 2028.
Donne in vantaggio, ma con forti disparità regionali
Il calo dell’uso di tabacco tra le donne è più rapido e marcato rispetto a quello degli uomini. Dal 16,5% del 2000, la prevalenza tra le donne è scesa al 6,6% nel 2024, e si prevede raggiungerà il 6,3% nel 2025, ben al di sotto del target fissato al 7,7%. Questo significa che l’obiettivo del 2025 è stato già superato, e con cinque anni di anticipo.
Tuttavia, permangono forti disparità regionali: se in Africa e nella regione del Mediterraneo orientale l’uso di tabacco tra le donne è mediamente intorno al 2,5–3,7%, in Europa raggiunge ancora il 17,4% nel 2024. Proprio l’Europa è l’unica regione dove le donne non sono in linea con il target OMS, con una riduzione stimata di appena il 12% rispetto al 2010 (contro il 30% richiesto).
Gli uomini restano indietro
L’uso di tabacco tra gli uomini resta elevato e rallenta la media globale. A livello mondiale, la prevalenza è scesa dal 49,8% nel 2000 al 32,5% nel 2024, ma il target del 2025 (29%) appare ancora lontano: le proiezioni parlano di un 32,0% nel 2025. Secondo l’OMS, il traguardo del 30% di riduzione non sarà raggiunto prima del 2031.
La situazione più critica riguarda la regione del Pacifico occidentale, dove la prevalenza tra gli uomini sarà del 43,1% nel 2025, la più alta a livello globale. Anche nella regione del Mediterraneo orientale i progressi sono modesti, con un calo stimato al 32,0% entro il 2025.
I giovani fumano meno, ma non è un segnale rassicurante
L’analisi per fasce d’età mostra un calo diffuso dell’uso di tabacco in tutte le classi, con una tendenza più marcata tra i giovani. Nella fascia 15–24 anni, la prevalenza globale è passata dal 20,3% nel 2000 al 12,1% nel 2024, mentre tra i 25–34 anni si è ridotta da 31,1% a 18,8%.
Tuttavia, l’OMS sottolinea come l’età di picco del consumo differisca tra uomini e donne: tra gli uomini, l’uso massimo si registra tra i 45 e i 54 anni, mentre per le donne il picco è tra i 55 e i 64 anni. Questo fa riflettere sulla necessità di azioni di prevenzione mirate per ogni età e di strategie a lungo termine che vadano oltre le prime fasi della vita.
L’Africa e il Sud-Est asiatico tra i più virtuosi
Tra le sei regioni OMS, solo tre sono sulla buona strada per raggiungere il target del 2025 per entrambi i sessi: Africa, Americhe e Sud-Est asiatico. Quest’ultima è la regione con i risultati migliori: già nel 2021 aveva centrato l’obiettivo del 30% di riduzione. Anche l’Africa è in linea, con una proiezione del 9,3% per il 2025, rispetto a un target del 9,4%.
Al contrario, Europa, Mediterraneo orientale e Pacifico occidentale sono in ritardo. La riduzione prevista entro il 2025 è del 19% in Europa e nel Mediterraneo orientale, e solo del 12% nella regione del Pacifico occidentale, dove il rallentamento delle politiche antitabacco è particolarmente evidente.
Ricchi e poveri: le distanze si assottigliano
Un aspetto interessante evidenziato dal rapporto è la convergenza tra i diversi gruppi di reddito. Nel 2000, i paesi a basso reddito registravano una prevalenza inferiore (21,9%) rispetto a quelli a medio-basso (45,3%) o ad alto reddito (34,6%). Ma entro il 2024, tutti i gruppi convergono intorno al 19–20%, segno di un allineamento nelle dinamiche di consumo, ma anche della diffusione di politiche di controllo del tabacco più omogenee.
Tuttavia, tra gli uomini, le differenze restano marcate: i paesi a reddito medio-alto hanno ancora una prevalenza media del 39%, contro il 25% dei paesi ad alto reddito. Tra le donne, invece, sono i paesi ad alto reddito a mostrare i tassi più elevati (14,6% nel 2024), sebbene in costante calo.
