La Regione Toscana e l’Ufficio Scolastico Regionale confermano il Protocollo d’Intesa che permette alle studentesse e agli studenti degli istituti ad indirizzo “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” di conseguire, già durante il triennio scolastico, la qualifica di Operatore Socio Sanitario (OSS).
Oltre alle competenze di Addetto all’Assistenza di Base, i giovani potranno così ottenere una certificazione molto richiesta dal sistema sanitario e socio-assistenziale. L’accordo, avviato nel 2016 e già rinnovato nel 2019 e nel 2022, sarà valido per altri tre anni a partire dall’anno scolastico 2025/2026.
Formazione e lavoro
“Con questo rinnovo – ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – rafforziamo un percorso virtuoso che consente ai nostri giovani di entrare nel mondo del lavoro con una qualifica molto richiesta e utile per il sistema sanitario e socio-assistenziale. È un impegno concreto per unire istruzione, formazione e lavoro”.
Bezzini: “Investiamo sul futuro della Sanità toscana”
“L’OSS è una figura fondamentale per l’assistenza delle persone più fragili – ha detto l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini -. Offrire alle studentesse e agli studenti la possibilità di acquisire questa qualifica già durante il percorso scolastico significa investire sul futuro della sanità toscana e garantire continuità al nostro sistema di welfare”.
Una formazione aggiornata
Il percorso sarà rimodulato secondo le nuove disposizioni del DPCM 25 marzo 2025, che recepisce l’Accordo Stato-Regioni sulla revisione del profilo professionale dell’OSS. Le scuole dovranno adeguare i piani di studio, mentre le attività formative si svolgeranno in collaborazione con le aziende sanitarie toscane, così da garantire qualità didattica e rispondenza al fabbisogno reale del sistema.
L’alleanza tra scuola e Sanità
Per l’assessora all’istruzione, formazione, lavoro e università Alessandra Nardini, “il Protocollo rappresenta un esempio di collaborazione efficace tra scuola e sanità, capace di creare opportunità professionali per ragazze e ragazzi, rispondendo così anche ai bisogni del nostro sistema socio-sanitario affinché nessuna e nessuno sia lasciato indietro”.