In Europa si stima che 179 milioni di persone, equivalenti al 38% della popolazione, convivano con disturbi neurologici o mentali. Oltre all’impatto sulla salute, queste condizioni determinano effetti economici e sociali rilevanti che coinvolgono anche famiglie e caregiver, generando stigma, isolamento e difficoltà economiche. La spesa sanitaria annua supera gli 800 miliardi di euro, un valore destinato ad aumentare con l’invecchiamento demografico. In Italia, i costi legati al declino della salute cerebrale raggiungono 87 miliardi di euro all’anno e oltre il 10% delle famiglie è interessato da patologie neuropsichiatriche.
Più del 15% degli adulti in età lavorativa presenta problemi di salute mentale. Tra questi, infatti, depressione e ansia provocano una perdita economica globale stimata in 1 trilione di dollari ogni anno, dovuta a minore produttività, assenze dal lavoro e difficoltà nel reinserimento professionale. Nonostante ciò, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rileva che circa il 50% delle persone con disturbi mentali non riceve alcuna forma di cura, percentuale che nei Paesi a basso reddito supera il 75%. Ciò evidenzia un divario significativo tra i bisogni della popolazione e l’effettivo accesso ai servizi, con conseguenze rilevanti sulla salute collettiva, sulla tenuta sociale e sui costi economici complessivi.
Le sfide prioritarie del Tavolo
- Implementare servizi innovativi e multidisciplinari per la presa in carico precoce di adolescenti, giovani adulti, minori con misure giudiziarie e disturbi peri-partum. L’implementazione permetterebbe di intercettare precocemente il disagio nelle fasce più vulnerabili, anche tramite approcci sperimentali che consentono interventi tempestivi e facilitano l’accesso ai percorsi terapeutici.
- Adottare il Budget di Salute in un sistema di integrazione socio-sanitaria per i disturbi del neurosviluppo e la salute mentale. L’estensione del Budget di Salute, potenziando il lavoro delle Unità di Valutazione Multi-Dimensionale e formando operatori in grado di collaborare in modo interprofessionale, garantirebbe interventi continuativi, inclusivi e orientati alla vita autonoma.
- Definire i PDTA come strumenti di governo clinico per autismo, disturbi alimentari e pazienti psichiatrici autori di reato. Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali specifici garantirebbero uniformità, qualità degli interventi e continuità assistenziale, attraverso percorsi condivisi con ruoli chiari, obiettivi misurabili e integrazione tra servizi sanitari, sociali e giudiziari.
- Rafforzare le risorse umane, con particolare attenzione ai servizi per le dipendenze patologiche. L’acquisizione di nuovo personale porterebbe nuove competenze, riduzione del turnover e sostegno agli operatori attraverso formazione continua e modelli organizzativi più efficaci.
- Potenziamento della rete residenziale extraspedaliera per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, preferibilmente in gestione diretta. Si tratta dello sviluppo di una rete qualificata, accessibile e integrata con i servizi ambulatoriali, garantendo interventi intensivi e continuità terapeutica mediante la gestione diretta.
La roadmap
Il documento presenta una serie di azioni concrete mirate al potenziamento e all’integrazione dei servizi socio-sanitari a favore della salute mentale, con particolare attenzione ai percorsi innovativi di cura, ai PDTA regionali e al rafforzamento delle risorse umane. Le innovazioni nei servizi includono sperimentazioni nelle aree periferiche attraverso progetti integrati con istituzioni, operatori, famiglie ed enti del terzo settore, con l’obiettivo di garantire interventi precoci e coordinati. Parallelamente, ulteriori azioni riguardano la realizzazione di percorsi unificati tra servizi sanitari e giustizia minorile per assicurare valutazioni tempestive e continuità assistenziale ai minori con misure giudiziarie. È inoltre prevista la creazione di modelli dedicati ai disturbi peri-partum, caratterizzati da screening attivi, presa in carico precoce e forte integrazione tra ospedale e territorio.
Sul fronte dell’integrazione socio-sanitaria, il Budget di Salute si può valorizzare attraverso percorsi coordinati di valutazione multidisciplinare (UVMD), formazione del personale e definizione di piani individualizzati che uniscono interventi sanitari, sociali ed educativi. Parallelamente, i PDTA vengono sviluppati a livello regionale per autismo, DNA e per pazienti psichiatrici autori di reato, con il coinvolgimento strutturato di operatori, famiglie, enti erogatori e servizi sociali.
Il rafforzamento delle risorse umane rappresenta un asse prioritario: vengono mappati i fabbisogni dei servizi per le dipendenze patologiche, definiti piani condivisi per migliorare competenze, disponibilità e motivazione del personale, e promosse attività formative altamente specialistiche per gli operatori dei manuali diagnostici e statistici dei disturbi mentali. Infine, si punta al potenziamento della rete DNA attraverso lo sviluppo di residenzialità extra-ospedaliera, la creazione di percorsi di prevenzione e accesso precoce e il rafforzamento dei servizi di supporto per familiari e caregiver, in un’ottica di presa in carico completa e continuativa.
