Giornata della Kangaroo Care: il contatto pelle-a-pelle che salva la vita

In occasione della Giornata della Kangaroo Care, evidenze scientifiche confermano che il contatto pelle-a-pelle riduce la mortalità neonatale fino al 33%, migliora ossigenazione, allattamento e sonno, rafforza il legame genitoriale e contrasta la depressione post-partum: l’OMS raccomanda almeno 8 ore al giorno,
Giornata della Kangaroo Care

Si è celebrato a maggio in tutto il mondo la Giornata della Kangaroo Care, un’occasione per riflettere sul valore della vicinanza tra genitori e neonati fin dalle prime ore di vita. A sottolinearne l’importanza è Cristina Panizza, consigliere della FNOPO (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica), che definisce la “marsupioterapia” come un atto fondamentale di cura e responsabilità genitoriale.

“Sostenere e supportare la presenza dei genitori durante il ricovero ospedaliero dei neonati, soprattutto immediatamente dopo il parto, significa riconoscere il loro ruolo attivo nella cura del figlio o della figlia”, afferma Panizza. “Il coinvolgimento precoce rafforza le connessioni emotive, pilastri dello sviluppo neurocognitivo del bambino e della sua salute futura.”

Una pratica semplice, dai benefici straordinari

La kangaroo care, o marsupioterapia, consiste nel contatto pelle-a-pelle prolungato e diretto tra il neonato (soprattutto se prematuro o di basso peso) e uno dei genitori, preferibilmente la madre. Questo approccio, raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è alla base di numerosi benefici sia per il bambino sia per i genitori.

Per il neonato, i vantaggi sono documentati:

  • Migliore regolazione della temperatura corporea
  • Aumento della saturazione di ossigeno
  • Stimolazione dell’allattamento (grazie all’aumento di ossitocina, prolattina ed endorfine)
  • Riduzione dello stress e miglioramento del sonno
  • Riduzione della mortalità e della morbilità, soprattutto nei prematuri

Per i genitori, i benefici non sono meno importanti:

  • Maggiore produzione di latte materno
  • Rafforzamento del legame affettivo
  • Aumento della fiducia nelle proprie capacità genitoriali
  • Miglioramento del benessere mentale e riduzione del rischio di depressione, anche paterna

“Zero separation”: vicinanza come diritto

In linea con la campagna europea Zero Separation, promossa da EFCNI (European Foundation for the Care of Newborn Infants), Panizza rilancia l’appello affinché venga garantita la vicinanza genitori-neonati in tutte le unità ospedaliere, non solo nelle terapie intensive neonatali, ma anche nei reparti di puerperio.

“I genitori non devono essere trattati come visitatori ma come parte integrante del processo di cura”, sottolinea. “La presenza attiva del padre, della madre e delle figure caregiver è un investimento a lungo termine nella salute del neonato e nella stabilità della famiglia.”

Oltre il contatto: una genitorialità responsiva

Accanto alla pratica della kangaroo care, Panizza evidenzia l’importanza di promuovere una genitorialità responsiva. Il concetto di nurturing care prevede che mamme e papà vengano sostenuti e formati per rispondere in modo adeguato ai bisogni evolutivi del bambino, offrendo stimoli affettivi, cognitivi e relazionali fin dai primi giorni di vita.

“Ostetriche, operatori sanitari, educativi, sociali e culturali devono lavorare insieme per promuovere questo approccio olistico, rendendolo accessibile e sostenibile in tutti i contesti”, ribadisce Panizza.

Le nuove linee guida OMS e la sfida della diffusione

Nonostante gli ampi riconoscimenti scientifici, la pratica della KMC (Kangaroo Mother Care) è ancora sottoutilizzata: solo un terzo dei Paesi dispone di linee guida aggiornate. Per invertire questa tendenza, nel 2023 l’OMS ha pubblicato due importanti documenti – tra cui la strategia di implementazione globale – con l’obiettivo di estendere la pratica anche a domicilio e renderla un pilastro dell’assistenza neonatale, in particolare nei bambini pretermine o di basso peso.

Le evidenze parlano chiaro: la KMC, se praticata per almeno otto ore al giorno, può aumentare la sopravvivenza neonatale fino al 33%, ridurre infezioni, ipotermia e favorire una crescita sana. Inoltre, l’implicazione attiva dei padri o dei partner nella pratica ha dimostrato benefici a lungo termine sul benessere familiare.

“È tempo di trasformare la cura del neonato: dal protocollo medico alla relazione umana”, conclude Panizza. “La kangaroo care non è solo un gesto d’amore, ma un intervento salvavita che va garantito, protetto e promosso come standard universale di assistenza neonatale.”

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp

Ti potrebbe anche interessare:

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di FARESANiTÀ: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI