Sempre meno anziani rinunciano alle cure, ma persistono le disuguaglianze sociali, territoriali ed economiche. Secondo i dati della sorveglianza Passi d’Argento dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nel biennio 2023-2024 il 18% degli over 65 ha rinunciato ad esami e visite mediche, evidenziando un calo del 5% rispetto ai due anni precedenti. Tuttavia, «il quadro che emerge è quello di una popolazione che, pur mostrando un miglioramento generale rispetto agli anni della pandemia, continua a sperimentare barriere economiche, territoriali e sociali» commenta il presidente dell’Iss, Rocco Bellantone. «La rinuncia a sottoporsi a visite mediche o esami diagnostici necessari rappresenta un indicatore cruciale della capacità del sistema sanitario di garantire accesso equo e tempestivo alle cure».
Disparità tra Nord e Sud
Come specificato dall’Iss, il miglioramento, seppur positivo, non cancella le disuguaglianze di accesso alle cure. Il 25% degli anziani ha infatti rinunciato alle cure a causa di problemi economici, con la percentuale che sale fino al 40% tra gli over 65 che vivono in condizioni di grave disagio. Anche il divario Nord – Sud è abbastanza marcato: nel report, infatti, si evidenzia che al Nord la percentuale di rinuncia si ferma al 15%, mentre arriva al 18% nel Centro e fino al 23% al Sud e nelle Isole. Ad essere maggiormente penalizzate sono le persone fragili: il 25% di chi è affetto da due o più patologie e il 27% di chi soffre di disturbi sensoriali ha dichiarato di aver rinunciato alle cure.
Cresce l’accesso alla sanità privata
La causa principale della rinuncia alle cure da parte degli anziani restano le lunghe liste di attesa, con circa il 67% che ha indicato questo come motivo principale. Anche le difficoltà nel raggiungere le strutture sanitarie (17%) e i costi delle prestazioni (16%) influenzano molto la decisione degli over 65 di rinunciare alle cure. Un dato, quest’ultimo, in netta crescita rispetto all’8% del 2022 e al 13% del 2023. Non mancano problemi di accesso ai servizi di base, come ASL o medico di famiglia, che riguardano il 32% degli over 65, con maggiori difficoltà per chi ha un basso livello di istruzione, vive nel Sud del Paese o si trova in condizioni economiche fragili.
La conseguenza di tutto ciò è un maggiore accesso alla sanità privata e ai servizi a pagamento. Infatti, oltre il 50% degli anziani, infatti, si è rivolto alle strutture private, mentre solo il 41% ha dichiarato di essersi affidato esclusivamente alla sanità pubblica.
Ridurre le disparità per una sanità più equa
I dati dell’Iss mettono così in luce che, nonostante un miglioramento complessivo, la rinuncia alle cure rimane profondamente intrecciata alle disuguaglianze sociali e territoriali. Ridurre queste disparità è una delle sfide più urgenti per garantire equità nell’accesso e prevenire effetti negativi sia sulla salute individuale sia sulla sostenibilità del sistema sanitario.
