Antibiotici: il rischio dell’autosomministrazione

Sono oltre le 750 mila infezioni urinarie l’anno in Italia legate alla somministrazione fai-da-te degli antibiotici. «Pratica rischiosa per la propria salute e per l’ambiente» fanno sapere dalla SIU
Sono oltre le 750 mila infezioni urinarie l’anno in Italia legate alla somministrazione fai-da-te degli antibiotici. «Pratica rischiosa per la propria salute e per l’ambiente» fanno sapere dalla SIU

Un fenomeno in crescita, ma sottovalutato. Sono sempre di più, infatti, le persone che in Italia ricorrono all’automedicazione antibiotica, spesso per trattare sintomi urinari in autonomia, senza consultare il medico. L’autosomministrazione di antibiotici non solo è un comportamento pericoloso per la salute dei reni e delle vie urinarie, ma che rischia anche di amplificare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

I dati

Secondo la Società Italiana di Urologia (SIU), ogni anno si registrano circa 750 mila infezioni urinarie riconducibili all’uso improprio di antibiotici e alla loro autosomministrazione, con un incremento costante di casi. «Il 40% dei pazienti – spiega Giuseppe Carrieri, presidente della Società Italiana di Urologia, all’Ansa – tende al fai-da-te perché le infezioni urinarie sono recidivanti e si pensa di sapere già come affrontarle. Ma l’autosomministrazione è rischiosa e può peggiorare la situazione». L’automedicazione non solo può risultare inefficace e pericolosa per la salute di reni e delle vie urinarie, ma può favorire la diffusione di batteri resistenti. «Questo perché l’uso scorretto degli antibiotici – sottolinea Carrieri – aumenta la probabilità di sviluppare infezioni più difficili da trattare e di trasmettere ceppi resistenti».

Le buone pratiche da seguire

L’invito è quello di evitare il fai-da-te e le cure domestiche improvvisate, e di rivolgersi direttamente al proprio medico di base. Essenziale è anche evitare l’assunzione di farmaci conservati da precedenti terapie o acquistati senza prescrizione. «Assumere antibiotici inutilmente non è mai una scelta a costo zero – spiega l’esperto – perché può danneggiare anche altri organi come reni, fegato e intestino. L’esame delle urine resta indispensabile per capire se c’è un’infezione batterica e quale antibiotico utilizzare. Solo così è possibile scegliere la terapia più efficace e limitare il rischio di recidive o complicanze».

Curarsi da soli non è la soluzione

Un ruolo importante nella lotta alla somministrazione fai-da-te degli antibiotici è quello dell’informazione. La SIU, infatti, tramite campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e agli operatori, si pone come obiettivo quello di promuovere un uso consapevole degli antibiotici e prevenire il ricorso al fai-da-te, un’abitudine che continua a diffondersi nonostante gli appelli della comunità scientifica. «Curarsi da soli non è mai la soluzione» conclude Carrieri. «Solo una diagnosi corretta e una terapia mirata possono garantire una guarigione completa e sicura».

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di Bernardino Ziccardi
20 Novembre, 2025

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