Appropriatezza e innovazione: la strategia del Lazio per le liste d’attesa

Strumenti, regole e modelli organizzativi per governare la domanda e programmare l’offerta sanitaria secondo la complessità: ecco come risolvere la tematica delle liste d'attesa
Strumenti, regole e modelli organizzativi per governare la domanda e programmare l’offerta sanitaria secondo la complessità: ecco come risolvere la tematica delle liste d'attesa

Dal 2023 la Regione Lazio ha avviato un piano strategico per l’abbattimento delle liste d’attesa sanitarie, intervenendo su tre fronti: organizzativo, amministrativo e tecnologico. Le misure principali hanno riguardato l’integrazione obbligatoria delle strutture private accreditate nel sistema ReCup, con agende digitali disponibili per 12 mesi. I risultati sono significativi: si è passati da 338 agende (gennaio 2024) a oltre 17.000 al 2025, consentendo di ampliare l’offerta sanitaria e migliorare la capacità di rispondere ai bisogni del cittadino. Il numero delle prestazioni garantite nei tempi ha superato il 97% nei primi nove mesi del 2025.

Sono state avviate campagne straordinarie di recall: nel novembre 2024 contattati 178.000 cittadini con 21.000 appuntamenti anticipati. Le prenotazioni fuori soglia si sono ridotte dell’80% rispetto al 2023. È stata, inoltre, implementata una piattaforma CRM per la gestione dei “PASS” di garanzia e sviluppati cruscotti di monitoraggio in tempo reale. L’analisi sull’appropriatezza prescrittiva ha evidenziato criticità nella corretta attribuzione delle priorità. Le sfide future includono nuove regole prescrittive, linee guida per l’appropriatezza clinica e miglioramento della gestione dei rifiuti.

Le sfide

Il tavolo tematico degli Stati Generali della Salute del Lazio per la prescrizione appropriata ha stilato un elenco delle criticità a cui è necessario rispondere per abbattere le liste d’attesa:

  1. Raccomandazioni di appropriatezza clinica e regole per la prescrizione appropriata. Occorre definire criteri chiari e condivisi per garantire prescrizioni appropriate e omogenee sul territorio, migliorando così la qualità delle prestazioni, riducendone al contempo la variabilità.
  2. Rendere consapevole la «persona» del corretto percorso di prescrizione e di presa in carico e modalità di accesso ai servizi. Un cittadino informato e parte attiva del percorso prescrittivo e di presa in carico ha una migliore comprensione e aderenza ai messaggi dati dai prescrittori.
  3. Governo della domanda. Stratificare la popolazione per analizzare i bisogni della popolazione consente di orientare in modo efficace l’offerta e la gestione delle risorse. Per farlo, è necessario attuare dei modelli organizzativi aziendali che rendano più efficiente l’erogazione delle prestazioni.
  4. Ridefinizione degli ambiti di garanzia tenuto conto della dislocazione dell’offerta del nostro servizio della peculiarità del territorio. Allo stesso modo, bisogna analizzare i flussi di prenotazione per individuare il fabbisogno reale dell’offerta e programmarla al meglio. Lo si può fare distribuendo le prestazioni in base alla complessità e alla capacità delle strutture, garantendo prossimità per quelle ad alto volume.

Le soluzioni

Secondo la strada tracciata durante gli Stati Generali, per migliorare l’appropriatezza clinica e la qualità delle prescrizioni, è necessario aggiornare il sistema RAO (Raggruppamenti d’Attesa Omogenei) e trasformarlo in un documento strutturato di indicazioni operative, sviluppato con il contributo di Regione Lazio, ASL, medici di medicina generale, pediatri e specialisti. Accanto a questo, l’adozione di strumenti digitali di supporto decisionale basati su segnalazioni automatiche può aiutare a evitare prescrizioni non conformi alle linee guida. Un ulteriore elemento è la creazione di un sistema di monitoraggio che valuti l’aderenza alle raccomandazioni e renda possibili audit di miglioramento continuo.

Il governo della domanda richiede una conoscenza approfondita delle necessità assistenziali attraverso modelli di stratificazione epidemiologica, che consentano di analizzare l’incidenza delle patologie e individuare i trend. Sulla base di tali informazioni, è possibile definire buone pratiche clinico-assistenziali e avviare progetti pilota, soprattutto per prestazioni considerate critiche, come quelle oncologiche. È inoltre fondamentale sviluppare modelli organizzativi per la presa in carico, garantendo continuità tra ospedale e territorio, una strutturazione delle agende coerente con priorità e follow-up, e strumenti semplici per la gestione degli appuntamenti da parte dei cittadini.

La ridefinizione degli ambiti di garanzia deve tener conto delle caratteristiche territoriali e della distribuzione effettiva dell’offerta. L’analisi dei rifiuti di prenotazione permette di comprendere meglio la mobilità dei pazienti e di stimare il fabbisogno aggiuntivo. Su queste basi si può organizzare l’erogazione dei servizi secondo livelli di complessità, assegnando le prestazioni più avanzate a strutture altamente specializzate come IRCCS e policlinici universitari. Infine, è essenziale ridisegnare l’offerta per prossimità, distribuendo in modo omogeneo le prestazioni ad alto volume per garantire un accesso equo alla popolazione su tutto il territorio regionale. In questo modo sarà possibile, secondo gli esperti, risolvere la problematica sempre più pressante delle liste d’attesa.

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di Arrigo Bellelli
24 Novembre, 2025

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