I batteri nascosti nelle piscine e i rischi che comportano

Nonostante il cloro, o talvolta anche a causa, sono molte le infezioni a cui ci esponiamo nuotando in piscina: ecco come proteggersi
Nonostante il cloro, o talvolta anche a causa, sono molte le infezioni a cui ci esponiamo nuotando in piscina: ecco come proteggersi

In questo periodo afoso, chi è che non desidera buttarsi in piscina per rinfrescarsi un po’? L’acqua fresca, il sole e qualche tuffo rappresentano il modo ideale per sfuggire al caldo estivo. Tuttavia, dietro la superficie scintillante si nascondono piccoli invisibili “compagni di nuoto”: batteri, virus e parassiti che possono trasformare un momento di relax in un fastidio intestinale o cutaneo. Con alcune accortezze e un po’ di attenzione, però, è possibile godersi la piscina senza rischi eccessivi.

Il ruolo del cloro

Il cloro è l’ingrediente chiave per proteggere le piscine dai batteri, ma a contatto con la pelle potrebbe dare luogo a effetti indesiderati. Ad esempio, può reagire con materiali organici presenti in acqua, come urina, sudore e cellule morte, formando composti volatili come il tricloruro di azoto che irrita occhi e vie respiratorie. Il cloro, inoltre, influisce direttamente sulla barriera cutanea. La pelle, il nostro organo più esteso, è protetta da un film idrolipidico fatto di acqua e grassi: l’esposizione frequente all’acqua clorata può ridurre i lipidi cutanei, seccando la pelle e rendendola più vulnerabile a irritazioni.

Il cloro e i regolatori del pH possono anche interferire con il microbiota cutaneo, alterando l’equilibrio dei batteri “buoni” che difendono la pelle da contaminazioni. Questo fenomeno è particolarmente rilevante per chi ha già condizioni cutanee come dermatite atopica, acne, rosacea o psoriasi, poiché la barriera della pelle risulta più fragile e le irritazioni possono peggiorare.

Un ulteriore rischio legato all’esposizione al cloro è la fotosensibilità: l’acqua clorata può rendere la pelle più reattiva al sole, aumentando il rischio di eritemi o macchie, soprattutto nei bambini con pelle ancora immatura. Bisognerebbe fare una doccia entro 30 minuti dall’uscita dalla piscina, preferibilmente utilizzando un detergente delicato e lenitivo. Questo semplice gesto aiuterebbe a rimuovere residui di cloro e a preservare la barriera cutanea, evitando secchezza, irritazioni e una maggiore vulnerabilità.

Batteri e virus nascosti nell’acqua delle piscine

Uno dei colpevoli più comuni nelle infezioni è il Cryptosporidium. Si tratta di un germe introdotto in piscina da chi è già infetto, che causa problemi intestinali e riesce a sopravvivere nell’acqua trattata con cloro fino a 10 giorni. L’ultimo rapporto del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc) nel 2021 ha registrato oltre 4 mila casi confermati di criptosporidiosi. La maggior parte di questi era legato all’uso di piscine pubbliche.

Altri batteri comuni nelle piscine sono lo Staphylococcus e lo Pseudomonas aeruginosa. Il primo può infettare la pelle e che prolifera in ambienti caldi e umidi, soprattutto se l’igiene non è ottimale. Il secondo si trova prevalentemente nelle acque calde e non adeguatamente trattate con cloro, causando quello che prendere il nome di eritema da idromassaggio. Può anche provocare l’orecchio del nuotatore, dovuto all’ingresso di acqua non pulita nell’orecchio.

Anche virus come il norovirus, causa comune di gastroenterite, e l’adenovirus, che può provocare infezioni di vario tipo nell’uomo, possono insidiarsi nelle piscine. Un’ulteriore minaccia è poi rappresentata anche dai parassiti. L’Acanthamoeba, ad esempio, può causare infezioni oculari anche molto gravi, specialmente in coloro che portano le lenti a contatto.

Il decalogo di prevenzione

Lisa Cuchara, immunologa esperta in malattie infettive all’università di Quinnipiac, negli Stati Uniti, in un articolo su The Conversation ha stilato un decalogo di buone pratiche da seguire quando si frequenta una piscina per proteggersi da questi rischi.

  • Farsi la doccia prima di nuotare sciacquandosi per almeno un minuto rimuove la maggior parte dello sporco e degli oli presenti sul corpo che riducono l’efficacia del cloro.
  • Evitare la piscina se si è malati, soprattutto se si ha una diarrea o una ferita aperta. I germi possono diffondersi rapidamente nell’acqua.
  • Cercare di non ingerire acqua per ridurre il rischio di introdurre germi nello stomaco.
  • Non nuotare se si ha la diarrea, per prevenire la diffusione dei germi.
  • In caso di criptosporidiosi (spesso chiamata “crypto”) aspettare due settimane dopo la fine della diarrea prima di tornare in piscina.
  • Fare pause frequenti per andare in bagno, pause regolari aiutano a prevenire incidenti in acqua.
  • Controllare i pannolini ogni ora e cambiarli lontano dalla piscina per prevenire contaminazioni fecali.
  • Asciugarsi bene le orecchie dopo aver nuotato per aiutare a prevenire l’otite del nuotatore.
  • Non nuotare con una ferita aperta oppure assicurarsi che sia completamente coperta con una benda impermeabile.
  • Fare la doccia dopo aver nuotato per rimuovere eventuali germi dalla pelle.

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