La Regione Molise sta affrontando un grave problema di carenza di personale sanitario nelle sue strutture e per risolverlo si è rivolta all’ambasciata de L’Avana: per rimpolpare il personale di ospedali e guardie mediche arrivano in soccorso i medici cubani. Questa stessa soluzione era stata intrapresa da un’altra Regione del Mezzogiorno il cui servizio sanitario era in grave difficoltà: la Calabria. La decisione ha suscitato molte polemiche, perché nonostante affronti un problema reale non può essere la soluzione per un sistema sanitario disastrato da tempo.
La crisi della sanità molisana
Il Molise versa in cattive acque da tempo. Dal 2007 è partito un piano di copertura per risanare i bilanci della sanità regionale: al momento il debito supera ancora i 120 milioni di euro. Dal 2009, inoltre, è entrato in regime commissariale. Perciò, per diminuire i costi si è deciso di accorpare tutte le Aziende Sanitarie Locali in un’unica ASL. Tuttavia, il risultato ottenuto è stato anzi quello di aumentarli e il Governatore Roberti, insieme alla sua Giunta, non se lo spiega.
I dati della Banca d’Italia attestano l’emorragia di personale sanitario, in fuga da oltre un decennio (specialmente i giovani). Ad esempio, all’ospedale Veneziale di Isernia i medici lavorano più ore del dovuto per coprire i turni e il Caracciolo di Agnone, in provincia di Campobasso, è a rischio chiusura. Infatti, sono rimasti attivi solamente pronto soccorso, il reparto di medicina interna e pochi altri ambulatori. La mancanza di personale non si riflette solamente in una diminuzione della quantità dei servizi offerti al cittadino, ma soprattutto della qualità. Questo è lo scenario in cui si ritroverà a operare un numero ancora non ben definito di specialisti provenienti da L’Avana.
Non è una prima volta, né per il Molise né per i medici cubani. Infatti, la Regione aveva già fatto arrivare del personale sanitario dal Venezuela durante la pandemia. Inoltre, già la Calabria aveva fatto ricorso nel 2022 a dei professionisti sanitari provenienti dall’isola caribica, il cui contributo è stato determinante.
La rabbia dei sindacati
I sindacati, nel frattempo, protestano contro la Giunta Roberti. Gianluca Giuliano, Segretario nazionale di Ugl Salute, bolla quella dei medici cubani in Molise come «una soluzione tampone che non affronta i veri nodi della crisi della sanità pubblica. Non è accettabile che in un Paese come l’Italia non si investa seriamente sul personale interno, preferendo ricorrere a soluzioni estemporanee. Servono contratti stabili, retribuzioni adeguate, migliori condizioni di lavoro e incentivi concreti, così da fermare la fuga all’estero e verso il privato di medici e infermieri italiani».